IRRAGIONEVOLE E ANTICOSTITUZIONALE NON POTER CERTIFICARE I CREDITI CON LA REGIONE

I quattro decreti emanati dal Governo Monti per ridurre lo stock dei debiti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese, escluderebbero anche la Sicilia dall’azione perché sottoposta ai piani di rientro dai deficit sanitari. Ebbene, i provvedimenti non solo arrecherebbero un grave danno alle aziende locali, ma figurerebbero come beffa agli occhi di chi è già stato penalizzato durante gli ultimi 10 anni.Per arginare quanto prima la situazione Confcooperative, a tutti i livelli ragionali, si sta già spendendo in una serie di proposte ed iniziative di scala nazionale, affinché il Governo Monti si adoperi per l’abrogazione della norma sull’esclusione (art. 9, comma 3ter, lettera b, d.l. 185/2008). L’analisi della normativa lascia, infatti, trapelare falle pericolose.

Al di là di una serie di contraddizioni intrinseche riteniamo che la norma di legge che esclude la possibilità di certificare i crediti vantati nei confronti delle Regioni sottoposte a piani di rientro sia irragionevole ed incostituzionale. Non si comprende, invero, per quale motivo la certificazione debba essere esclusa in questo caso visto che riguarda esclusivamente crediti certi, liquidi ed esigibili, e risponde all’esigenza di far fronte celermente ai pagamenti derivanti da obblighi dell’amministrazione, esigenza pienamente compatibile con quella del ripianamento del debito sanitario. L’impossibilità di attestazione dei crediti inibisce in modo ingiustificato alle imprese creditrici delle regioni colpite di fruire dei benefici previsti dai decreti: impedisce di compensare debiti della stessa natura (tributari, assistenziali e previdenziali), anche se vantati nei confronti dello stesso creditore (es. lo Stato), per il solo fatto che i crediti da opporre in compensazione sono vantati nei confronti di enti soggetti o meno a piano di rientro, creando, così, un’ ingiustificata disparità di trattamento che presenta evidenti profili di illegittimità costituzionale. Inoltre, l’esclusione della copertura del fondo di garanzia sulle cessioni pro solvendo e pro soluto di crediti verso le Regioni soggette a piani di rientro in materia sanitaria, si tradurrebbe in un ulteriore ingiustificata disparità.

Insomma, l’ennesima batosta per una regione già martoriata.

 

 

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