INTERVISTA AL PRESIDENTE SANDRO GAMBUZZA

Presidente grazie intanto per la sua disponibilità ad incontrarci per una breve, ma speriamo significativa intervista sul futuro della sua Presidenza e, ovviamente,  su quello della Camera di Commercio.

D. Lei è stato eletto da qualche settimana e quindi io non le chiederò  cosa ha fatto, ma cosa sta facendo.

R. Grazie a voi che mi permettete di esternare ruoli e programmi della Camera di Commercio. Consiglio e Giunta Camerale sono rappresentative delle Associazioni di Categoria oltre che delle Organizzazioni Sindacali, della ABI  e delle Associazioni dei Consumatori. Il Presidente ha l’onore di rappresentare sia il Consiglio che è l’organo di indirizzo e sia la Giunta che è l’organo di gestione. In tal senso, nel ruolo di presidente non ritengo di “fare da solo” bensì di avere il compito di  tradurre gli indirizzi del Consiglio in atti di gestione attraverso la Giunta e quindi realizzarli attraverso le professionalità della Dirigenza, dei Funzionari e di tutti i collaboratori di cui la Camera dispone.

Pertanto, se da un lato stiamo svolgendo, portandolo praticamente a termine, il programma annuale per il 2011 ( compreso il piano promozionale e le iniziative volte alla internazionalizzazione ), dall’altro abbiamo esitato in Giunta sia i due strumenti di programmazione fondamentali per il prossimo quinquennio (Piano strategico di mandato 2012-2016 ) e per la prossima annualità (Piano annuale 2012). Abbiamo, inoltre, preparato la proposta di modifica dello Statuto della Camera ( adeguandolo alla nuova norma ) per l’approvazione da parte del Consiglio. Da un punto di vista prettamente operativo, ed in coerenza con la funzione della Camera, ci si è dotati di un apposito regolamento che ci consentirà di incrementare, già entro il 2011, il fondo rischi dei COFIDI al fine di agevolare l’accesso al credito delle PMI della provincia. Abbiamo inoltre riattivato il Tavolo permanente per lo Sviluppo e per il Lavoro, già insediato in primavera presso la Camera, con il compito di soprattutto di “prospettiva” per una nuova fase di sviluppo del cosiddetto modello Ragusa.      

 

D. Presidente la sua elezione non ha riscontrato l’unanimità dei componenti il Consiglio Camerale ma lei fin dal primo momento, a cominciare dalle elezione della Giunta Camerale, ha cercato di ricostituire un clima di totale condivisione delle vostre scelte. A che punto siamo ?

R. Ammetto che la mia elezione non è avvenuta secondo la tradizione che ha caratterizzato le ultime consiliature. Ma con altrettanta franchezza posso affermare che ho dato, nella fase pre elettorale, la mia disponibilità sia a concorrere alla presidenza e sia a ritirarla in caso si fosse trovata una migliore e piu’ inclusiva soluzione. La riforma dell’anno scorso, che ha portato da nove a cinque i componenti della Giunta camerale non ha di certo agevolato la massima condivisione.

Ho già detto piu’ volte che è mio impegno adoperarmi per ricostruire un clima di massima condivisone ed inclusivo, d’altronde è anche quello che chiede il sistema delle imprese e che richiede il delicato momento economico.

Ritengo che stia, ogni giorno, lavorando in questo senso. Sugli esiti non spetta a me dare giudizi.

 

D.  In un momento di crisi globale come questo che stiamo attraversando come si connota in positivo il ruolo della Camera di Commercio per il rilancio della piccola e media impresa, dei settori economici più importanti come l’agricoltura, l’industria il commercio?

R. Attraverso quella che è la funzione della Camera di Commercio stabilita dall’ultima riforma: promozione della semplificazione delle procedure per l’avvio e lo svolgimento di attività economiche; promozione del territorio e delle economie locali al fine di accrescerne la competitività, favorendo l’accesso al credito per le PMI anche attraverso il supporto ai consorzi fidi; realizzazione di osservatori dell’economia locale e diffusione di informazione economica;  supporto all’internazionalizzazione per la promozione del sistema delle imprese all’estero, raccordandosi, tra l’altro, con i programmi della Provincia, della Regione e con il sistema delle Camere di Commercio italiane all’estero; promozione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico per le imprese, anche attraverso la realizzazione di servizi e infrastrutture informatiche e telematiche;  costituzione di commissioni arbitrali e conciliative per la risoluzione delle controversie tra imprese e tra imprese e consumatori e utenti;  predisposizione di contratti-tipo tra imprese, loro associazioni e associazioni di tutela degli interessi dei consumatori e degli utenti;  promozione di forme di controllo sulla presenza di clausole inique inserite nei contratti.

D. Qualcuno dice che le Camere di Commercio potrebbero essere incluse fra gli enti inutili da abolire. Lei cosa ne pensa?

R. Le Camere di Commercio sono a tutt’oggi riconosciute come enti pubblici. Inoltre sono enti non economici, perché erogano servizi che sono pagati, direttamente dalle imprese attraverso il diritto annuale.  Non godono né di trasferimenti dalla Regione né tantomeno dallo Stato: non gravano se così si puo’ dire sui conti pubblici, configurandosi anzi come enti autonomi. Io sono convinto che dopo l’abolizione dell’Istituto per il commercio per l’estero ( ICE ) che svolgeva anche le funzioni, oggi ritenute centrali, della internazionalizzazione e della promozione, il ruolo delle Camere sia ritenuto, piu’ di prima,  rilevante e dico anche determinante in periodi di difficoltà come quello che le imprese stanno attraversando.

D. Del tutto recentemente la Camera di Commercio di Ragusa ha intrapreso la strada dell’internazionalizzazione delle attività produttive locali. Di cosa si tratta e se ritiene utile appunto in momenti di crisi espandersi così tanto?

R. Oggi, un’ arma che le nostre imprese hanno a disposizione per restare “in corsa”, per cercare di ottenere un  vantaggio competitivo nei confronti dei competitors, è l’internazionalizzazione, ossia  quel processo sociale, manageriale ed organizzativo, attraverso il quale le imprese non solo dispiegano le loro vendite su più mercati esteri, ma dagli stessi mercati esteri  attingono anche per il loro approvvigionamento di materie prime, di  tecnologie, di impianti, di attrezzature, di risorse finanziarie (prestiti ottenuti a condizioni più favorevoli) e di forza lavoro. L’internazionalizzazione, oggi, non è quindi la sola semplice attività di esportazione. In  questo senso la Camera di Commercio si sta muovendo, ovviamente non da sola ma anche con il supporto delle Camere italiane all’estero e del sistema Unioncamere.

D. Presidente per chiudere quale domanda si aspettava da noi che non abbiamo fatto?

 

R. Ammetto che mi aspettavo una domanda specifica sul settore dell’agricoltura in quanto uno dei pochi presidenti di Camera di Commercio in Italia espressione del mondo agricolo. Sono convinto che non mancherà l’occasione in futuro !

 

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