INTERVENTI DI PROTEZIOINE CIVILE IN AREE SISMICHE NECESSARI MA SENZA ALLARMISMI

Gli eventi sismici che in queste settimane stanno interessando la Sicilia orientale non devono essere il pretesto per allarmi ed allarmismi ma ben stiudiati e fungere da sgtimolo per dar corso agli interventi di prevenzione del danno dei quali poco ci si è preoccupatil.
Lo sciame sismico che, dallo scorso 27 giugno, sta interessando tutto il settore orientale della Sicilia ed in particolare l’altopiano ibleo, può e deve divenire, a parere degli Indipendentisti del fronte nazionale siciliano  il plano per la piena realizzazione di tutti quegli interventi di Protezione Civile che possano risultare pienamente e realisticamente attuabili, in caso di bisogno.

È recente l’allarme che il direttore del centro Enea di Bologna, Alessandro Martinelli, avrebbe lanciato, in merito ad un terremoto distruttivo, a breve, tra Sicilia e Calabria. Con tutto l’assoluto rispetto per il lavoro di questi ricercatori, lavoro che, anzi, ci auguriamo possa affinarsi e
perfezionarsi, non riusciamo tuttavia a comprendere come, da un lato, possa continuarsi a sostenere che è impossibile, allo stato attuale delle conoscenze, prevedere un terremoto e, dall’altro, si sostenga di riuscire a prevederli all’interno di una ben definita finestra temporale …
Essendo ben lungi dal nostro modo di pensare e di agire il cavalcare l’onda del momento, riteniamo, molto più prosaicamente, che i terremoti, oggi, non siano prevedibili. Quantomeno, non lo sono entro quei limiti di errore che rendono SOCIALMENTE,
MORALMENTE ed anche ECONOMICAMENTE sostenibile una qualsivoglia estrema determinazione di Protezione Civile, che possa trattarsi sia di lanciare allarmi che, ove fuori luogo, si trasformerebbero inevitabilmente in ALLARMISMI inopportuni e dannosi, sia di mettere
in atto eventuali piani di evacuazione preventivi delle popolazioni e quant’altro. Ciò premesso, a parere degli Indipendentisti FNS, gli episodi di questi ultimi giorni devono essere presi per quello che sono, o che, verosimilmente, potrebbero rappresentare: la voce di una
mai esaurita attività tettonica ed il segnale che, in questo momento, qualcosa si sta muovendo. Per quel po’ che possiamo saperne, è ben noto il diverso comportamento dell’altopiano ibleo rispetto, ad esempio, all’area etnea. Quest’ultima, infatti, sebbene dinamicamente molto attiva, è tuttavia caratterizzata dalla liberazione “continua”, ma pur sempre in “piccole dosi”, dell’energia accumulata, grazie all’attività del vulcano nel suo complesso ed alla dinamica ad essa correlata.

L’area iblea, invece, ha un comportamento di tipo RIGIDO, esemplificativamente analogo a quello di un qualsiasi corpo od oggetto rigido che tentassimo di spezzare: lo stress, l’energia applicata si accumula, in un quadro di generale ed apparente stasi. Finché la stessa energia accumulata non abbia raggiunto un livello tale, da superare il punto di rottura e sprigionarsi in maniera VIOLENTA. NESSUNO, oggi, può dire con certezza se un evento catastrofico interesserà la Sicilia sudorientale, o qualsiasi altra zona, entro un giorno, un mese, un anno, o anche venti anni. Di certo, le conoscenze accumulate ci avvertono di come un evento del genere NON possa essere, a priori, escluso.

E ci avvertono anche di come, quando o qualora esso realmente si verificasse, i DANNI conseguenti NON potranno essere definiti INATTESI o IMPREVEDIBILI. Sarebbe da IRRESPONSABILI il credere o anche solo il pensarla diversamente. A maggior ragione se, chi lo credesse o lo pensasse, rivestisse una ruolo pubblico importante, in materia di Protezione Civile.

A parere degli Indipendentisti FNS, il punto è proprio questo: il sapere che un evento, importante e dagli impatti significativi, può essere realisticamente atteso in alcune aree della Sicilia, deve servire da sprone, da stimolo a che si dia corso, una volta per tutte, alla PIENA ed
ESAUSTIVA attuazione di TUTTI i NECESSARI interventi di Protezione Civile ed all’approntamento di PROTOCOLLI operativi che siano validi ed operativamente attuabili.

Ci chiediamo, infatti:
– I Comuni siciliani si sono dotati, nella loro totalità, di VALIDI e ATTUABILI Piani di Protezione Civile?
– Sono le cittadinanze informate sui contenuti e sulle modalità operative?
– Saprebbero i cittadini come comportarsi in caso di terremoto o di altra calamità?
– Saprebbero come comportarsi in merito all’utilizzo delle scale o degli ascensori, dei telefoni?
– Saprebbero eventualmente come comportarsi, prima di abbandonare le loro case, con le
utenze domestiche (gas, luce, acqua e quant’altro), sempre che ciò sia fattibile in condizioni di
sicurezza?
– Conoscono le ubicazioni delle aree verso cui defluire e le modalità per raggiungerle?
– Esiste dappertutto valida e funzionale segnaletica?
– Nelle scuole, i bambini ed i ragazzi sono adeguatamente e costruttivamente formati ed
informati?
– Si è proceduto a mettere in SICUREZZA ed A NORMA gli edifici cosiddetti strategici o con
significativa presenza di persone?
– Si è pensato ai soggetti svantaggiati ed alle modalità per portare loro, anche e prima che ad
altri, il soccorso e l’assistenza dovuti? E via discorrendo …

A parere degli Indipendentisti FNS, tutto ciò è, a maggior ragione, importante ed urgente, ove si tenga conto degli ulteriori, gravi problemi che potrebbero essere correlati agli scempi ed al degrado ambientali, che la Sicilia, da lungo, troppo tempo, è costretta a subire. Milazzo, Gela, il triangolo industriale siracusano, tra Augusta, Melilli e Priolo Gargallo, sono BOMBE ECOLOGICHE, che attendono solo di esplodere!
Su Pasquasia e, forse, su altre ex miniere dell’entroterra siciliano, vi è il forte sospetto che siano state utilizzate quali depositi SEGRETI di chissà quali veleni, se non, addirittura, di scorie radioattive. Troppi indizi lo fanno supporre, dall’interrogazione parlamentare dell’onorevole
Giuseppe Scozzari, nel 1966, allo studio epidemiologico del 1997, che rivelò un abnorme incremento di malattie tumorali in una provincia, quella di Enna, pressoché priva di industrie e di particolari inquinamenti; dagli alti tassi di Cesio 137 riscontrati, nel 1997, nei pressi di Pasquasia, all’ispezione disposta, nel 1997, dalla Procura di Caltanissetta; dalle dichiarazioni dell’onorevole Ugo Grimaldi, già assessore regionale al territorio e ambiente, all’inserimento di Pasquasia tra i potenziali siti da destinare a depositi di scorie radioattive; e via dicendo. E se, come suol dirsi, due indizi fanno già una prova …

Ci chiediamo anche, quindi:
– Esistono piani che abbiano tenuto in conto contemporanei disastri ambientali, presso questi siti, in caso di terremoto particolarmente violento?
– Esistono PROTOCOLLI che possano garantire, anche in questi casi, il necessario ed indispensabile approvvigionamento di acque potabili?
– Esistono REALISTICI ed ATTUABILI Piani di Evacuazione delle popolazioni?
Eccetera, eccetera …

Un’ultimissima considerazione: in un contesto simile, di pericolosità e di rischio certi ed inconfutabili, c’è ancora chi difende “a spada tratta” la scelta di realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina! Meglio ancora se col fine recondito, ma neanche tanto, di smembrare la Sicilia in una serie di insignificanti “regionicchie”, esclusivamente funzionali, semmai, all’antico obiettivo, da taluni perseguito, di cancellare o di alterare ad arte la memoria storica e l’orgoglio unitario di un popolo,

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