INFRASTRUTTURE AL SUD O SIAMO A RISCHIO TZUNAMI DEMOGRAFICO

Il Rapporto Svimez 2011 certifica lo stato di malessere in cui versa la parte più povera del nostro paese. Nel mezzogiorno la disoccupazione reale si attesta al 25%, nei prossimi anni emigrerà 1 giovane su 4 con un Sud che vedrà invecchiarsi sempre più rapidamente. Allo stato attuale, rimarca il rapporto, rilanciare il Mezzogiorno e il Paese è più che mai urgente. E l’unica ricetta per fare ripartire il motore dell’economia, come rileva lo studio, è la realizzazione delle infrastrutture. Quelle infrastrutture che, nel nostro piccolo, anche a Ragusa si aspettano da anni e che permetteranno di eliminare il gap che ci separa dalle altre Regioni del nord. Quindi la realizzazione di grandi infrastrutture di trasporto assieme al potenziamento dei nodi di scambio e intermodali, e le iniziative di sviluppo produttivo collegate, per sfruttare le potenzialità del Mezzogiorno nel Mediterraneo. Lo Svimez stima un costo di 60,7 miliardi di euro, di cui 18 miliardi già disponibili e 42,3 da reperire e investire per il potenziamento dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria e della statale Jonica, per la realizzazione di nuove tratte interne alla Sicilia, per l’estensione dell’alta capacità nel tratto ferroviario Salerno-Reggio Calabria-Palermo-Cataniia, e infine per il ponte sullo Stretto.

Qualora non si procedesse nel minor tempo possibile alla messa in cantiere di queste opere infrastrutturali il rischio è quello di un vero e proprio “Tzunami demografico” con il Mezzogiorno che vedrà partire per lidi più certi 1 giovane su 4, trasformando di fatto il Sud, di qui a 40 anni, in un’area spopolata, sempre più anziana e dipendente dal resto del Paese. Nel dettaglio, secondo Svimez, nel 2050 gli under 30 al Sud passeranno dagli attuali 7 milioni a meno di 5, mentre nel Centro-Nord saranno sopra gli 11 milioni. Per quella data, inoltre, ci sarà il sorpasso: la quota di over 75 sulla popolazione complessiva passerà al Sud dall’attuale 8,3% al 18,4% nel 2050, superando il Centro-Nord dove raggiungerà il 16,5%. Nel 2009 sono emigrati dal Mezzogiorno circa 109 mila abitanti e in testa alle partenze c’è la Campania, con una partenza su tre (33.800); poi la Sicilia con 23.700 abbandoni, 19.600 dalla Puglia, 14,200 dalla Calabria. In direzione opposta, da Nord a Sud, sono solo 67mila le persone a compiere il tragitto inverso. La meta maggiore per il Mezzogiorno resta la Lombardia, che ha attratto nel 2009 quasi un migrante su quattro. Dal 2000 al 2009, sono 583mila le persone che hanno abbandonato il Mezzogiorno. Le perdite più corpose si sono registrate a Napoli, dove c’è un emigrante su sei (-108 mila), Palermo (-29 mila), Bari e Caserta (-15 mila), Taranto (-13 mila) Catania e Foggia (-10 mila).

 

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