È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA DI FRANCO CILIA E GIAMPIERO CARTA “LE ONDE E IL MARE”
19 Giu 2015 05:19
A fare gli onori di casa, a Palazzo Garofalo, è Antonino Solarino, Presidente della Fondazione San Giovanni Battista che presenta il tema della mostra “Le onde e il mare”. Attraverso l’arte, nelle sue diverse manifestazioni e rappresentazioni è possibile creare un legame tra i popoli, tra i diversi, e in questo preciso periodo storico, un argomento che sta molto a cuore a tutti, è l’immigrazione. Quante immagini e quante notizie terrificanti abbiamo ascoltato in quest’ultimo anno. Morte e paura, ignoranza, ma anche solidarietà. E da questo piccolo, ma grande vocabolo che le parole di Solarino risuonano gradevoli e piene di grande speranza. <Abbiamo voluto che il festival mettesse al centro le relazioni, perché su questo tema poggia la grande sfida che abbiamo davanti. Il vagare di esseri umani in cerca di un futuro migliore si compie attraverso il mare che attraversa l’anima, la mette a dura prova, la perseguita e la fa crescere>. Solarino ringrazia tutti gli artisti che hanno donato le loro opere (Gaetano Angiletti, Gianni Campo, Alessandro Cataudella, Ivo D’Orazio, Mariella Guastella, Franco Cilia), i ragazzi delle scuole che hanno realizzato temi sull’integrazione, insieme ai loro insegnanti, e i due artisti, Franco Cilia e Giampiero Carta, protagonisti dell’inaugurazione della mostra, il cui taglio ufficiale è stato eseguito da bambini, che seppur coloratamente diversi, profondamente simili! Andrea Guastella, curatore della mostra, spiega che attraverso la diversità, anche nel mondo dell’arte, ci si può trovare uniti, proprio come nel Festival delle relazioni. Le opere di Franco Cilia, sono esposte in una sala, al cui centro troviamo una statua in metallo, realizzata da Cilia, dalla sagoma filiforme, rivestita di una patina di colore nero. Guastella lo chiama “l’uomo nero”, perché è diverso dalle altre sculture metalliche di Cilia, in acciaio riflettente, che ci permettono di rifletterci e identificarci in esse. Questa sagoma invece essendo nera, dice Andrea Guastella, ci spaventa, poiché non ne conosciamo il volto, o non vogliamo conoscerlo, o perché lui stesso se ne vergogna, o perché il mare ne ha rapito il corpo, e di lui, ne rimane l’ombra tenebrosa. Le tele di Franco Cilia esposte, sono piuttosto variegate, apparentemente pare che l’artista abbia voluto selezionare le opere più tenebrose dal suo ampio campionario; ma se da un lato è possibile tradurre e comprendere la tragedia del mare, attraverso l’uso dei colori scuri, e delle figure goyesche mostruose, dall’altro lato, è possibile cogliere un sentimento di speranza, del trionfo del bene, attraverso gli occhi radiosi di una bella donna attorniata da figure mostruose e cupe, “Nel lutto”, o dal Cristo Risorto, che con la sua luce salvifica ci conduce a Dio. Giampiero Carta, invece, alla sua prima esposizione, realizza, attraverso la grafica digitale, e l’uso del colore, “Le onde di Carta”, così come le definisce Andrea Guastella. La chiave di lettura di queste opere è quella del linguaggio del cinema, dei fumetti e nasce dalla contaminazione di diversi linguaggi. Alcune opere, “Spiaggia”, raffigurano proprio il tema dell’immigrazione, altre opere, invece che celano spesso un doppio volto, o un doppio corpo, generando quasi un’immagine su tela, tridimensionale, che rivela allo stesso tempo una doppia personalità. Guastella scrive: < le tele di Carta, si popolano di visioni, secondo un immaginario fantasy che deve molto al cinema e al fumetto. Sono prova di una vitalità interiore e creativa, che è impossibile sopprimere e che si ostina a renderci un po’ meno infelici>.
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