INAUGURATO IL PRIMO CENTRO PER GIOVANI ITALIANI E STRANIERI A POZZALLO

Un luogo d’incontro per giovani italiani e stranieri, in una terra che rappresenta un ‘ponte’, non solo ideale. Su iniziativa di una rete di associazioni e organismi (comunità missionaria intercongregazionale, vicariato di Pozzallo, Suore Salesiane di Pozzallo, Migrantes e Caritas diocesana di Noto, Terres des hommes, Centro mediterraneo Giorgio La Pira), ieri è stato inaugurato «ITE», Youth meeting point, il Centro d’incontro tra giovani italiani e stranieri che ha sede presso i locali delle Suore Salesiane di Pozzallo. Il centro sarà aperto, al momento, il mercoledì e la domenica, dalle ore 16 alle ore 20. Un luogo dove sarà possibile imparare a suonare uno strumento musicale, dialogare, giocare, confrontarsi, con la presenza di persone giovani e adulte. Per i giovani migranti ci sarà la possibilità di chiedere informazioni, d’iniziare a imparare l’italiano grazie al confronto con gli operatori, i volontari e gli stessi coetanei del posto. Sarà un laboratorio d’idee, dove ciascuno potrà proporre iniziative. I locali sono quelli messi a disposizione dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, a due passi dalla chiesa madre: un cortile, un ampio salone. Si parleranno il francese, l’inglese, lo spagnolo, alcuni dialetti africani, in un futuro prossimo probabilmente ci sarà anche un operatore che parlerà l’arabo. Fondamentale l’impegno delle suore, della chiesa locale, delle associazioni. Una mano d’aiuto preziosa sarà quella dei missionari: hanno lavorato per anni in giro per il mondo, adesso hanno scelto questa parte di Sicilia per accogliere i migranti che sbarcano quotidianamente. Sono sempre di più i minori non accompagnati che arrivano all’Hot Spot di Pozzallo: dovrebbero rimanerci pochi giorni, ma spesso ci stanno anche diversi mesi. Disorientati, senza nulla da fare, ospitati in condizioni spesso di super affollamento: a loro guarda questo centro, perché possano giocare, conoscere altri coetanei italiani, confrontarsi con loro. Ma guarda anche ai tanti giovani migranti che vivono ormai da tempo a Pozzallo e agli stessi ragazzi e giovani del posto, per i quali il centro vuol provare a diventare una ‘palestra’ di accoglienza, un ‘laboratorio’ in cui cresca una nuova cultura di pace. “Insieme per una cultura di accoglienza e di pace attraverso la musica, il gioco e ..”: così c’è scritto nel volantino in più lingue con cui si comunica questa possibilità d’interazione. All’inaugurazione, ieri pomeriggio, tanti giovani migranti, provenienti da diversi Paesi del mondo, insieme a numerosi coetanei pozzallesi. Il momento inaugurale si è aperto con una danza interetnica e si è chiuso con un canto che ricorda come l’amore è la normalità. Don Paolo Catinello, direttore di Migrantes, ha ricordato come il centro è segno di una fede che si fa condivisione con l’altro, attraverso cui passa la benedizione di Dio. Don Paolo ha poi ringraziato le Suore salesiane. Il vicario foraneo, don Salvatore Cerruto, ha ricordato come l’accoglienza è nel Dna dei pozzallesi, se si pensa che molti hanno fatto qualcosa in occasione dei 104 sbarchi dello scorso anno, con l’arrivo di 16.000 persone.

Il missionario padre Vittorio Bonfanti ha citato due proverbi bambara per ricordare che il centro è un segno piccolo, che diventa però significativo nella misura in cui si camminerà insieme; un luogo d’ombra che ripara, un luogo di fraternità che incoraggia nella vita. Poi un bel segno: è stato piantumato un ulivo. A spiegare il significato sono state una giovane italiana, una giovane immigrata e la superiora delle suore salesiane. “Una sfida importante – spiega Maurilio Assenza, direttore della Caritas diocesana di Noto – che mira a costruire, non tanto opere, ma soprattutto relazioni, convivialità delle differenze, mare di pace nella terra di La Pira che pensava il Mediterraneo come crocevia di popoli e di civiltà”. Ieri l’inaugurazione, ma è chiaro che è solo un primo passo. “Si tratta – aggiunge Assenza – di un tessuto relazionale, che si è avviato spontaneamente sul versante della cura pastorale ed educativa che ha fatto incontrare alcune realtà. E che prende la forma di un centro di incontri, che man mano si svilupperà allargando il tessuto relazionale”.

 

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