“IN UN ANNO A RAGUSA HANNO CHIUSO 20 ATTIVITÀ COMMERCIALI.

Una “mortalità” senza precedenti acuita da una crisi da tempo non più congiunturale bensì strutturale”. E’ quanto rileva il presidente della commissione Sviluppo economico del Comune di Ragusa, Emanuele Distefano, che traccia un quadro della situazione evidenziando come la città stia subendo i colpi di un dissesto abbattutosi su scala nazionale e che, nel Sud, si percepisce con ancora maggiore vigore. “Venti attività commerciali chiuse – aggiunge Distefano – significa che hanno perso il lavoro almeno quaranta-cinquanta persone. Le motivazioni più svariate alla base di questa cessazione. A cominciare dall’impossibilità di continuare a sostenere i costi. E’ opportuno notare come le imprese che hanno chiuso i battenti (stiamo parlando, lo ribadisco, soltanto del settore legato al commercio) si trovino 7 nel centro storico, 6 nella fascia per così dire mediana (immediatamente limitrofa al centro storico e prima della periferia), altre sette nella periferia. Quindi, sul territorio le suddette attività erano spalmate in maniera pressoché omologa. Se poi si aggiunge che la maggior parte delle imprese (13 per l’esattezza) poteva contare su una vita imprenditoriale che aveva superato i 25 anni, si comprenderà come la dimensione del fenomeno crisi abbia raggiunto livelli imperscrutabili e come, se non ci sarà una netta inversione di tendenza, si rischia di bruciare l’intero tessuto economico della nostra città. In un anno, quindi, la situazione è peggiorata e di parecchio. Serve trovare una formula che garantisca il recupero della condizione precedente ma, soprattutto, in questa fase, assicuri la possibilità di salvare il salvabile. Periodicamente, in seno alla nostra commissione, si registrano richieste d’aiuto da parte delle imprese o di operatori economici di cui possiamo soltanto prendere atto. Questo, però, non ci esime dallo stilare una serie di indicazioni che potranno essere utili alla prossima Amministrazione allo scopo di dare una sterzata positiva a quest’inerzia. A cominciare, è un punto su cui insisteremo sempre, dalla composizione di un tavolo che coinvolga tutte le realtà produttive della città e spinga ciascuno di loro a individuare le soluzioni più opportune per venire fuori da questo momento drammatico”.

 

 

 

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