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IN SICILIA SONO 1260 GLI ISTITUTI SCOLASTICI CON LE AULE FUORI NORMA: IL CODACONS PUBBLICA L’ELENCO SEGRETO
15 Dic 2011 19:01
Classi con più di 25 alunni; aule con dimensioni inferiori a 45 mq netti, 48 per le scuole superiori, più 2 mq netti per ogni persona in aula che non sia l’alunno, come ad esempio l’insegnante di sostegno o l’esperto esterno e con un numero di alunni superiore ai 25; classi formate da un numero qualsiasi di alunni ai quali non viene garantito l’indice minimo di 1,80 mq netti per persona se si tratta di scuole materne, elementari e medie e di 1,96 mq netti per persona se si tratta di una scuola superiore: se per caso uno dei vostri figli si trova a fare lezione in aule che corrispondono a questi requisiti, allora vuol dire che sta imparando qualcosa in una “classe pollaio”.
Il Ministero dell’Istruzione è stato finalmente costretto dalla sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto la class action promossa dal Codacons contro le “classi pollaio”, a redigere e pubblicare il Piano nazionale per la messa in sicurezza delle scuole italiane. Lo rende noto Francesco Tanasi, Segretario Nazionale CODACONS.
Si tratta di un elenco che individua in più di quaranta pagine, oltre 1260 istituti scolastici dislocati nelle nove province siciliane, le cui aule sono definite “pollaio” perché non possono ospitare numero eccessivo di studenti rispetto alle dimensioni delle stesse aule. Questi istituti scolastici non possono assolutamente superare il numero di alunni indicato dalla legge pre-riforma Gelmini, e dovranno dunque essere messe in sicurezza al più presto.
Sulla base di questo elenco, inoltre, i precari siciliani possono sperare di non essere licenziati a causa dell’aumento di alunni per classe e conseguente contrazione dell’organico, e possono mobilitarsi per ottenere il contratto di lavoro a tempo indeterminato. In tal senso si è espresso anche il Tribunale di Trieste, che ha accolto il ricorso di alcuni insegnanti precari, condannando il Ministero dell’Istruzione a ricostruire la carriera dei ricorrenti e corrispondere a tali docenti le differenze retributive maturate per effetto della ritardata assunzione.
“Siamo soddisfatti – ha affermato Francesco Tanasci, Segretario Nazionale CODACOSN – per essere riusciti a costringere il Ministero a emanare il Piano di messa in sicurezza delle. Non ci piace però il fatto che questo piano abbia un tempo di realizzazione di 10 anni, e continueremo a lottare perché le scuole dei nostri figli siano sicure e perché sia garantita l’occupazione ai docenti”.
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