È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IN AUMENTO I CASI DI DEFICIT NEUROLOGICI A CAUSA DI SOSTANZE TOSSICHE
19 Feb 2014 18:06
Sono sempre più le sostanze chimiche presenti nell’ambiente capaci di provocare alterazioni nello sviluppo del cervello a livello fetale o infantile. È quindi necessario ed urgente definire delle linee guida e dei regolamenti severi internazionali che valutino il grado di rischio di questi composti e a mggior ragione in quanto sono presenti ovunque intorno a noi, dall’abbigliamento, ai mobili, ai giocattoli ecc…
I disturbi dello sviluppo neurocomportamentale si manifestano in circa il 10-15% di tutte le nascite con prevalenza di autistismo, deficit dell’attenzione e iperattività che sembrano essere in forte aumento. Tutte queste disabilità possono avere gravi conseguenze poiché diminuiscono la qualità della vita , riducono il rendimento scolastico con profonde ripercussioni sul benessere e la produttività non solo dell’individuo ma anche della società.
Solo in parte sono state comprese le cause dell’attuale pandemia globale di disturbi dello sviluppo neurologico. I fattori genetici incidono solo per circa il 30% di tutti i casi, quindi da soli non sono sufficiente a spiegare l’entità del fenomeno.
Di contro esiste una forte evidenza che i prodotti chimici industriali ampiamente diffusi nell’ambiente sono importanti nel determinare alterazioni neurologiche in quanto lo sviluppo del cervello umano è particolarmente vulnerabile all’esposizione a sostanze chimiche tossiche soprattutto in utero e nella prima infanzia dove tali sostanze possono causare lesioni permanenti al cervello anche a bassissimi livelli di esposizione che avrebbero poco o nessun effetto negativo in un adulto.
Fino a 7 anni fa le sostanze riconosciute come neurotossiche per lo sviluppo del cervello erano piombo, metilmercurio, arsenico, policlorobifenili (PCB) e toluene, adesso a questa triste lista si sono aggiunti altri 6 prodotti responsabili di deficit dell’attenzione, dislessia e patologie ancora più gravi; le sostanze identificate sono: il manganese, i fluoruri, i pesticidi chlorpyrifos e il DDT, il solvente tetracloroetilene e i ritardanti di fiamma a base di polibromodifenileteri (PBDE). Analizzando casi di esposizione professionale, avvelenamento accidentale e casi di suicidio si sono riuscite a mettere 201 sostanze in correlazione con lesioni al sistema nervoso centrale.
Anche a bassi livelli di esposizione le conseguenze sono quantificabili in perdita di punti di Quoziente Intellettivo. Questo ha reso difficile e lenta l’identificazione di tali sostanze come responsabili nel provocare deficit neurologici rispetto al fatto di provocare malformazioni fisiche evidenti. Il fatto è che nonostante la capacità della placenta di filtrare attivamente molte sostanze, essa purtroppo non riesce a bloccare il passaggio dalla circolazione materna a quella fetale di molti composti tossici ambientali. Inoltre molte sostanze chimiche ambientali sono trasferiti ai neonati attraverso il latte materno. Durante la vita fetale e la prima infanzia, la barriera emato-encefalica fornisce solo parziale protezione contro la penetrazione di sostanze chimiche nel Ssistema nervoso centrale.
Lo sviluppo del cervello umano è molto sensibile al danno causato da sostanze chimiche tossiche come il metilmercurio al quale sono molto sensibili le cellule staminali neurali e alcuni pesticidi che inibiscono la funzione della colinesterasi.
Analisi congiunte dimostrano che non esiste nessun livello sicuro di esposizione al piombo e che gli effetti di neurotossicità sono probabilmente permanenti. L’esposizione al piombo nella prima infanzia è associata con performance scolastiche ridotte e con comportamento successivo di tipo delinquenziale.
Negli ultimi anni si è appreso molto circa la neurotossicità di un solvente comune , l’etanolo. Il consumo materno di alcool durante la gravidanza , anche in quantità molto piccole, è stato collegato a una serie di effetti neurocomportamentali negativi tra cui QI ridotto, comportamento delinquenziale, convulsioni ecc…
Nuovi tipi di studi epidemiologici oggi rendono possibile misurare in tempo reale, durante la gravidanza, le esposizioni materne e fetali alle sostanze chimiche permettendo la scoperta di ulteriori sostanze neurotossiche. Si è così dimostrato che l’esposizione al manganese dall’acqua potabile è associato a ridotti risultati scolastici ed iperattività e che c’è correlazione tra concentrazioni di manganese presenti nell’aria e diminuizione delle facoltà intellettuali, delle capacità motorie e della funzione olfattiva.
(fonte: Lancet Neurology Neurobehavioural effects of developmental toxicity; Published Online February 15, 2014).
Secondo gli autori dello studio: «Purtroppo la maggioranza delle oltre 80.000 sostanze industriali usate negli Stati Uniti, non sono mai state testate rispetto a effetti tossici che potrebbero pregiudicare lo sviluppo del cervello del feto o un bambino. La nostra grande preoccupazione è che i bambini di tutto il mondo siano esposti a sostanze chimiche tossiche non riconosciute». Essi propongono cioè di intraprendere una nuova strategia internazionale di prevenzione che preveda l’obbligo per i produttori chimici di dimostrare che i loro prodotti sono a basso rischio (con test simili a quelli utilizzati con i farmaci). Inoltre, alle critiche sugli elevati costi di una simile operazione, gli autori rispondono: «negli Stati Uniti, si stima che ogni dollaro speso per ridurre i rischi legati al piombo produca un beneficio in media dai 17 dollari ai 220 dollari, a seconda che si considerino i risparmi diretti o anche indiretti. Senza contare che i costi collegati alle conseguenze della neurotossicità durante lo sviluppo cerebrale sono enormi, e i benefici sulla prevenzione delle patologie degenerative del cervello molto rilevanti».
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