IMMOBILI COMUNALI INAUGURATI E POI ABBANDONATI. NON E’ SCANDALOSO?

Ad Ibla una delle tante proprietà pubbliche lasciate all’incuria e al vandalismo. Storia vecchia che si ripete.

Zona degli Archi, ingresso di Ibla. Un giorno di ora sono tre o quattro anni fa venne pomposamente – more solito – inaugurata la ennesima realizzazione di una opera pubblica finalizzata alla sinergia et cetera et cetera (mi fermo per carità di patria e per amore dei gastroenterologi).

Adesso la mente vacilla, e quindi non ricordo con esattezza a cosa fosse destinato questo bell’immobile bianco che forse aveva a che fare col turismo, con l’accoglienza, la rete, il marketing territoriale et similia. Non ho voglia né energia per fare ricerche in merito, che pure, grazie al tanto vituperato web, potrei affrontare. Poco importa e i lettori di RagusaOggi perdoneranno il vecchio, molto vecchio Hicsuntleones. Quel che invece importa è che la pur malferma mano del vecchio è riuscita a tenere la macchinetta digitale per scattare (sabato 3 marzo scorso) alcune fotografie che si reputano emblematiche. Il tanto decantato ascensore che permette il collegamento tra il livello di calpestio della Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, accanto al chioschetto del bar, e il livello della panoramica, è nelle condizioni che mostriamo. Abbandonato de facto e non fruibile. Ragnatele vecchie di anni dimostrano quanto a cuore si ha la cosa pubblica, secondo l’antico adagio che se “è di tutti è di nessuno”. Sorte non migliore quella dei locali serviti dall’ascensore. Purtroppo – o per fortuna – le nuove macchine fotografiche digitali sono di facilissimo uso ma non riescono ancora a riprodurre gli odori. Vi prego di credermi sulla parola: quello che doveva essere l’ingresso dei locali (ripetiamo, forse destinati a scopi turistici, ma non ne siamo sicuri) sono stati ovviamente trasformati in un cesso pubblico.

A Hicsuntleones non interessa nulla, ma veramente nulla, di competenze, carte bollate, certificati di agibilità e di destinazioni d’uso. Veramente nulla. E però non si può far finta di non vedere: spendere i soldi di tutti noi (o, meglio, di tutti quelli che paghiamo le tasse) per imprese destinate nel migliore dei casi a non essere utilizzate e nel peggiore ad essere abbandonate è criminoso. E non mi si venga a dire che non esistono i responsabili. Se esistono coloro i quali tagliano i nastri tricolori tra sorridenti autorità, debbono esistere anche quelli che possono (si intende se interpellati) rispondere del perché nella fu civilissima Ragusa – in tempo di profondissima crisi economica (e purtroppo anche sociale) – ci si possa permettere lo scandalo di spendere per nulla. Se Hicsuntleones fosse un giornalista, anche di quelli scadenti, dovrebbe avviare una mini indagine per scovare, svelare, denunciare. Ma la realtà è molto diversa. Hicsuntleones è stanco e si affida ai tanti giovani della redazione di RagusaOggi con la fondata speranza che loro proseguano (se vogliono).

 

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