Immobili abusivi non demoliti, nel ragusano 1 su 4 acquisito nel patrimonio dei Comuni

Ragusa è la seconda provincia siciliana per il numero di trascrizione degli immobili abusivi nel patrimonio del Comune. E’ quanto si rileva dal III report  di Legambiente sull’abusivismo edilizio. Mentre emerge che la media nelle cinque regioni a rischio – Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia – è del 5,6%, l’Isola fa un po’ meglio, con il 12,5%. Su scala provinciale, la percentuale maggiore di immobili trascritti è quella dei comuni della provincia di Siracusa (56,5%), seguono, con notevole distacco, Ragusa (25,3%) e Trapani (18,8%). Per quanto riguarda le città capoluogo, prima è Catanzaro, con il 9,7%, seconda Ragusa, con il 7,2%, e terza Benevento, con il 6,7%. Roma supera di poco il 5%, le altre sono a zero.

Trascrizione degli immobili abusivi: il significato

Ma qual è il significato della trascrizione degli immobili abusivi nel patrimonio del Comune? Decorsi 90 giorni dalla notifica dell’ordine di demolizione, si verifica automaticamente l’effetto acquisitivo al patrimonio comunale. Pertanto presupposto essenziale affinché possa configurarsi l’acquisizione gratuita è la mancata ottemperanza all’ordine di demolizione dell’immobile abusivo entro il termine di 90 giorni fissato dalla legge. L’acquisizione gratuita al patrimonio del comune dell’area sulla quale insiste la costruzione abusiva non è una misura strumentale per consentire al Comune di eseguire la demolizione, né una sanzione accessoria di questa, bensì costituisce una sanzione autonoma che consegue ad un duplice ordine di condotte, poste in essere da chi, dapprima esegue un’opera abusiva e, poi, non adempie all’obbligo di demolirla.

Il fenomeno in cifre

Per capire l’attuale portata dell’abusivismo edilizio in Sicilia, nel marzo scorso Legambiente ha reso pubblico un altro suo dossier dal quale si rileva che l’Isola è al terzo posto di questa negativa classifica. Secondo questi dati, lo scorso anno in Sicilia sono stati commessi 1.057 reati, con un incremento del 25,7% rispetto al 2021. Ogni giorno, mediamente, vengono realizzati circa 3 abusi per i quali, sempre nel 2022, sono state denunciate 1.036 persone ed effettuati 141 sequestri.

La sintesi del monitoraggio civico

Dal 2004 a dicembre 2022, in Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia il numero delle demolizioni eseguite è stato del 15,3% dei 70.751 immobili abusivi per i quali è stato stabilito l’abbattimento da parte dei 485 Comuni che hanno risposto in maniera completa al monitoraggio civico promosso da Legambiente, pari al 24,5% del campione totale. Sommando anche le risposte parziali, il numero totale delle ordinanze emesse si attesta a 83.430 con una media di 1 ordinanza ogni 310 cittadini. La regione più virtuosa, relativamente al tasso di risposta, è la Sicilia: con 154 comuni su 391 che hanno risposto in modo esaustivo, sfiora il 40% (39,4%) del totale. Rapportato alla popolazione residente, la percentuale più virtuosa è del Lazio, con il 41,9%. Al secondo posto, la Puglia con il 26,8% dei Comuni, al terzo il Lazio con il 25,9%, al quarto la Campania con il 20% e all’ultimo la Calabria con il 13,4%. La provincia più “trasparente” è quella di Trapani, con il 52% dei Comuni che hanno risposto. La peggiore quella di Crotone, con nessuna risposta.
Secondo il report di Legambiente la regione con il maggior numero di ordinanze di demolizione emesse è la Campania (23.635), quella con il migliore rapporto tra ordinanze emesse e quelle eseguite è la Sicilia, con il 19,2%, seguita da Lazio 17,2%, Campania 13,1% e Puglia 10,2%. In fondo alla classifica figura la Calabria, con il 9,6%. La provincia con il migliore rapporto tra ordinanze emesse ed eseguite dai Comuni del suo territorio è quella di Rieti (41,8%), la peggiore è quella di Catanzaro, con appena il 2,7% di abbattimenti eseguiti. Tra i comuni capoluogo, spicca Avellino, con il 39,4%, quelli peggiori sono di nuovo Catanzaro (0,7%), Brindisi (0,2%) e Benevento (0). Nelle isole minori, il Comune di Lipari (Me) ha il maggior numero di abusi (1.793 abusi) e di demolizioni (538), seguono quello di Capri (681 ordinanze e 198 abbattimenti), e quello di Ischia, con 1.274 ordinanze di demolizione e 175 esecuzioni.

Il Parlamento siciliano vuole sanare tutto il possibile

Intanto nell’ambito della discussione del Dl 499 relativo alle “Disposizioni in materia di urbanistica ed edilizia” in discussione alla IV Commissione dell’Ars, c’è un emendamento presentato dal capogruppo di FdI Giorgio Assenza, che  vuole la riapertura della sanatoria del 1985 permettendo l’approvazione delle domande, già presentate, per gli immobili realizzati entro i 150 metri dalla battigia fra il giugno del 1976 e il giugno del 1985. Con un altro emendamento, presentato sempre da Assenza, è stata approvata una norma che consentirebbe di abbattere e ricostruire gli immobili aumentandone del 30% la cubatura e un’altra che permetterà a chi ha una casa in attesa di condono di realizzare opere al suo interno. In gergo si chiama sanatoria giurisprudenziale, perché non annulla gli effetti penali dell’abuso edilizio, ma rende possibile sanare l’abuso dal punto di vista amministrativo e quindi salvare l’opera senza demolirla. La condizione è che sia coerente con il Piano regolatore vigente al momento di presentazione della richiesta di regolarizzazione, ma non anche a quello vigente al momento in cui fu costruita. In Italia, invece, la legge 380 del 2001 dice che un immobile dev’essere conforme anche alle norme in vigore al tempo in cui è stato commesso l’abuso.

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