IL VIAGGIO IN VALIGIA

 

“…Pupazzi, bambole e biscotti…” sono dentro lo zaino dei piccoli migranti siriani.

Il normale contenuto per la gita di un bambino. Ed è giusto così: il mondo dell’infanzia ha bisogno delle certezze tenere e dolci di casa. Sempre. Soprattutto quando viene sradicato d’improvviso per sopravvivere, e dopo aver visto violenze e miserie di ogni tipo.

 

L’emigrante adulto, che scappando viaggia, porta solo una borsa che sintetizza il mondo lasciato e quello nuovo a cui va incontro. Quella, dovrà pesare poco, ma sarà pesante di ricordi, di paure e incertezze. E’ verosimile contenga: telefono e accessori, qualche foto di famiglia, medicine, dollari, cambio minimo di biancheria e vestiario e l’occorrente per la pulizia quotidiana, nel migliore dei casi. Il tutto: protetto nel nylon, perché l’acqua non bagni il contenuto, durante il viaggio su un gommone o un barcone…

 

Cosa porteremmo noi se dovessimo scappare velocemente, oltre ai documenti che ci permetteranno di continuare ad essere noi, a esistere anche altrove? E a non spezzare il legame con chi resta nel mondo che fino a poco prima era il nostro?

Coraggio. Incoscienza. Speranza. Disperazione. In realtà tutto questo è ciò che sta nello “zaino” del cuore e della mente!

 

Di viaggi comunque, sappiamo, ce ne sono di tanti tipi, ed ognuno richiede, o ha richiesto, inevitabilmente un proprio bagaglio.

 

Il pellegrinaggio nel passato -dei “palmieri, peregrini o romei” come li definiva Dante- comportava bagaglio leggero: un ramo di palma, un bastone d’appoggio, una sacca a tracolla. Oggi, per una finalità meditativa e di preghiera in cammino, anche avere scarpe adatte e proteggersi da vesciche non sarà meno importante!

 

Ci sono state poi, valigie di pelle o di cartone, per viaggi che non si possono ignorare!

 

Sono milioni, le valigie degli ebrei ritrovate intatte! Deportati in mete obbligate -un campo di lavoro dove “Arbeit macht frei” -sono stati privati di ogni loro cosa e dignità, ed eliminati nei lager!

 

O quante tenute con lo spago, negli anni ’60? Sollevate e passate dai parenti attraverso i finestrini di treni superaffollati; traboccanti di prodotti contadini di casa e poco vestiario per l’inverno, dal Sud al Nord Italia, col temuto “gelo” del clima e della gente diffidente…

 

In confronto alle situazioni accennate, il viaggio di piacere e il giusto bagaglio dei nostri tempi risultano cose frivole, ma l’elemento bagaglio in un viaggio è essenziale, anche in un’ottica banalmente turistica.

Cosa si mette in valigia, allora? Di che tipo dev’essere?

Dipende!

Dipende dalle modalità dei mezzi di trasporto, dal tipo di vacanza, se da turista sedentario o incline all’avventura. Sta al viaggiatore andare “leggero” o “portarsi dietro tutta la casa”. Questione di scelte e preferenze, di carattere, di personalità, del senso che ognuno dà al proprio viaggiare, ma comodo e poco ingombrante è per tutti il marsupio in vita -perfetto per documenti, soldi, chiavi e cellulare.

E poiché in viaggio è importante star bene in salute, in valigia ci va, sì, ogni cosa utile, ma anche ciò che, all’occorrenza, cura o medica. Non solo: è importante contrarre un’assicurazione di viaggio che permetta di farsi curare, in casi estremi, presso buone strutture ospedaliere.

Ecco, così che oltre a fare prevenzione medica con eventuali vaccini prima di partire per l’Africa o l’Asia per esempio, in valigia bisogna avere un buon repellente contro le zanzare, e qualcosa contro la diarrea, perché è facile incorrere in quel fastidioso problema, in aree a basso tenore igienico-sanitario. 

Altrettanto fastidiosi sono i problemi di irritazione agli occhi, il gonfiore alle gambe, l’eritema da sole, i mal di testa o gola legati all’aria condizionata del viaggio in aereo…Ognuno sa qual è il suo personale tallone di Achille in viaggio, per lo stress, il tempo all’aria aperta, gli spostamenti inusuali. Non vanno trascurati quindi i soliti antinfiammatori, antipiretici, qualche cerotto e sapone di Marsiglia, non solo per il bucato, ma anche per la pulizia di ferite, in situazioni critiche e in mancanza di medicinali specifici.

Certo, oltre alla prevenzione sanitaria e igienica, un atteggiamento equilibrato e attento verso ciò che è nuovo e la positività nell’affrontare un viaggio e le sue implicazioni, restano buoni presupposti per star bene, mentre la saggezza popolare ricorda che “in lunghi viaggi anche la paglia pesa”, dandoci un ultimo consiglio in merito al bagaglio…                                                                                                                      

 

 

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