IL VESCOVO MONS. PAOLO URSO RICEVE I VOLONTARI EUROPEI

 

Ninì, Jacinta, Rocio, Ines, Hector, Santiago, Jenny, Anne-catherine, Sara, Marina. Hanno tutti un nome, un volto, molteplici sorrisi. Nessuno di loro ricorda i personaggi del celebre romanzo di Josè Saramago, privi della vista perché incapaci di amare. Il testo dello scrittore portoghese “Cecità” è

stato più volte evocato nel corso dell’incontro tra i nove volontari provenienti da tutta Europa con il vescovo della diocesi di Ragusa, monsignor Paolo Urso.

Accompagnati da padre Cesare Geroldi, il secondo gruppo di volontari giunto in Sicilia ha presentato al vescovo la loro esperienza all’interno di tre progetti della rete Sprar per richiedenti asilo gestiti dalla Fondazione San Giovanni Battista. Tra loro ci sono docenti universitari, neolaureati, studiosi, infermieri e psicologi. Sono giovani e meno giovani. Li accomuna la voglia di impiegare il proprio tempo a servizio di chi ha bisogno.

“Siamo qui – spiega Ninì, docente di chimica all’università di Porto – per uscire dal recinto del nostro benessere borghese e avvicinarci così alle frontiere del mondo”.

I gruppi, appartenenti alla rete CVX dei Gesuiti, propongono attività ai migranti, collaborano con le equipe ed i responsabili dei diversi progetti. Testimoniano l’amore che è speranza ed è luce.

“Ci auguriamo – afferma il vescovo Urso – che possano poi lasciarci un resoconto di quanto hanno sperimentato di positivo in questi giorni di permanenza a Ragusa. Nel libro di Saramago la cecità è il frutto della mancanza di solidarietà, dell’incapacità di fare e pensare al bene. E’ vero che l’Europa potrebbe fare di più per una migliore accoglienza ai migranti, ma è anche vero che nessun cristiano può chiudere le porte a chi bussa spinto dalla disperazione. Nella nostra casa c’è sempre posto per tutti”.

“Siamo lieti e grati di poter vivere questa esperienza di volontariato europeo – conclude Tonino Solarino, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – perché ci permette di crescere ancora nel servizio offerto ai nostri fratelli migranti e ci consente di intessere continue e positive relazioni”.

La Fondazione San Giovanni Battista accoglierà i gruppi di volontariato europeo della Cvx fino al mese di ottobre.

 

 

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