IL TRIBUNALE DI MODICA DESTINATO AD UFFICI COMUNALI

Il paradosso del mancato utilizzo del Palazzo di Giustizia di Modica, a servizio del Tribunale di Ragusa, pare essere giunto al capolinea: la struttura sarà infatti destinata agli uffici tecnici, di urbanistica e dei Servizi Sociali, con buona pace di quanti, per oltre tre anni, hanno combattuto per confermare ai cittadini del comprensorio Modica – Ispica – Scicli – Pozzallo un presidio  di giustizia nel territorio.

Di tale vergognoso esito dovremo essere grati, in primo luogo, al governo nazionale, segnatamente all’attuale Ministro della Giustizia, che ha interpretato in modo assolutamente personale i principi di risparmio di spesa e di efficienza della giustizia. Il trasferimento degli uffici da Modica (e da Vittoria) a Ragusa ha segnato infatti un forte appesantimento della spesa e gravi ritardi nella definizione dei processi, sia civili che penali. Correggere l’andazzo prendendo in affitto altri locali a Ragusa, come pare si voglia, non risolverà il problema e servirà, probabilmente, solo ad ingrassare le entrate di privati.

Dovremo essere non meno grati al Governatore Crocetta che non ha saputo mantenere, neanche per mezz’ora, gli impegni assunti in più occasioni con il Comitato “pro Tribunale”, e la parola più volte data, dimostrando di non conoscerne il significato.

E dovremo essere grati al Sindaco di Modica, città già capoluogo di comprensorio, la quale, più delle altre tre “consorelle” soffre e soffrirà lo scippo del presidio per le tante risorse che si riversano su Ragusa a tutto suo danno. Il primo cittadino non ha mai speso una parola chiara per la conferma dell’utilizzo della struttura giudiziaria sollecitando anzi, presso il Ministero, soluzioni alternative  e boicottando, a biglietti d’aereo già staccati, l’unico incontro che si era riusciti a procurare, a Roma.

Crediamo vada riconosciuto ai parlamentari Padua, Minardo e Lorefice il loro personale, seppur non sempre tempestivo impegno, che i rispettivi gruppi non hanno tuttavia assecondato non consentendo l’approvazione di emendamenti che avrebbero potuto dare una svolta alla vicenda.

Sapevamo che la battaglia intrapresa sarebbe stata difficile da vincere, ma abbiamo sempre voluto, anche con ostinazione, battere tutte le strade per tentare di vincerla, per lasciare una traccia, almeno, di chi, nel suo piccolo, ha speso ogni impegno possibile per opporsi ad uno dei più indecenti atti di arroganza istituzionale.

L’occasione della Pasqua, che a tutti auguriamo serena, induca a responsabili riflessioni.

 

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