IL TESORO NASCOSTO DI GRADOLI

Tra le colline tufacee dei Monti Volsini, posizionata sulla costa nord orientale del lago di Bolsena, si trova la zona di produzione del vino DOC Aleatico di Gradoli. Un vino rosso dolce prodotto da sole uve aleatico sottoposte a un leggero appassimento degli acini.

 La DOC è stata riconosciuta nel 1972 e la zona di produzione comprende, oltre al comune di Gradoli, i comuni di Grotte di Castro, di San Lorenzo Nuovo e parte del comune di Latera, tutti in provincia di Viterbo.

Cuore pulsante di questa DOC è la cooperativa sociale di Gradoli, nell’omonima cittadina. La Cantina Oleificio Sociale di Gradoli è stata fondata nel 1929 e da allora porta avanti gran parte dell’economia agricola locale, tra produzione di olio, vini e legumi.

Il grande merito di questa cooperativa è stato mantenere fino a oggi la produzione di questo vino, che ha rischiato in passato l’estinzione e tutt’oggi la sua presenza non è molto diffusa.

La leggenda vuole che l’aleatico sia stato la causante della fondazione della città di Gradoli. Lo stemma della cittadina, infatti, rappresenta l’immagine di un tralcio di vite accanto a quella di un leone. Dice la leggenda che, prima della formazione del lago di Bolsena, la zona erano infestata dalla presenza di tanti demoni e che poi, con la formazione improvvisa del lago, i demoni siano stati costretti alla fuga. Tra questi demoni ve ne era uno zoppo, il quale, per camminare, si aiutava con un bastone, che nella fuga dovette abbandonare. Da questo bastone fiorì una vite di aleatico e i suoi frutti erano così profumati e dolci, da invogliare un leone a cibarsene. Un gruppo di uomini assistette alla scena e decise d’impossessarsi di quella vite, intraprendendo una furiosa battaglia contro il leone fino a vincerla. Decisero così di stanziarsi lì, dando vita a quella che sarebbe stata poi la città di Gradoli.

Un’altra versione della leggenda vuole che di demoni presenti ce ne fosse solo uno e che questi si divertisse a disturbare le giornate della popolazione locale. Nonostante tutti gli sforzi che la popolazione di Gradoli fece per disfarsi del demone, questi risultarono sempre vani. Un giorno, però, il demone, tornando nella sua grotta, vi trovò dentro un leone appisolato. Nel tentativo di scacciarlo, il leone reagì e sconfisse il demone, costringendolo alla fuga. Durante la fuga il demone perse il proprio bastone, che, piantandosi sul terreno, diede vita a una vite di aleatico. Gli abitanti di Gradoli, per riconoscenza al leone, incisero la sua immagine nello stemma cittadino insieme alla vite di aleatico.

Tralasciando le leggende, è abbastanza logico pensare che l’aleatico sia stato introdotto nella zona dei Monti Volsini dagli etruschi, che l’acquisirono dai greci. Il nome stesso di questo vitigno denuncia un’origine greca: un’ipotesi abbastanza plausibile farebbe derivare aleatico da iouliatico, ossia luglio, mese in cui inizia la maturazione di quest’uva.

Alcuni vorrebbero l’aleatico come vitigno autoctono della Toscana, poiché lì è anche presente, sebbene soprattutto nell’Isola d’Elba. Ma l’abbondante presenza di questo vitigno in Puglia conferisce maggiore fondamento all’origine greca.

L’aleatico è un vitigno aromatico e deriverebbe da una mutazione del moscato nero. Nella penisola italiana è presente nell’Isola d’Elba, in Umbria, nel Lazio, in Puglia. Ma anche all’estero è presente: in Corsica e in Asia Centrale (Kazakistan e Uzbekistan).

L’Aleatico di Gradoli è un vino dolce che può essere prodotto anche nella tipologia Liquoroso e, se sottoposto a un affinamento di minimo 36 mesi può, vantare la dicitura Liquoroso Riserva. Vino sconosciuto ai più, trova la sua versione più interessante in quella Liquorosa.

Vino rosso rubino cupo. Ha naso intenso e aromatico, anche se non ampio. All’olfattiva è tipico il fruttato di amarena sotto spirito, la marasca, la confettura di frutta scura e una leggera sfumatura floreale di viola. In bocca è dolce, morbido, caldo, abbastanza fresco, con tannino poco accentuato. Ha struttura e persistenza, che sfuma in un finale appena ammandorlato.

Si accompagna a pasticceria secca, crostate di frutta e, nella versione liquorosa, con dolci a base di cioccolata o con una pipa da tabacco dolce.

 

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