IL SINDACO PICCITTO HA PRESO PARTE MERCOLEDI A ROMA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE DELL’ANCI

 “I comuni non possono diventare dei semplici esattori delle tasse in nome e per conto del Governo nazionale. I nostri concittadini, ormai esasperati, chiedono interventi immediati. Il “rinascimento” dell’Italia, passa, ancora una volta, dagli enti locali”. Sono queste le parole espresse dal sindaco Federico Piccitto, a margine dell’Assemblea nazionale straordinaria organizzata oggi a Roma dall’Anci, che ha visto la presenza di quasi tutti i sindaci del territorio ibleo.

Al centro dell’iniziativa, gli effetti della nuova imposta unica comunale, che assorbe, oltre all’Imu, anche le imposte relative alla raccolta dei rifiuti e quelle legate ai servizi indivisibili, come strade, illuminazione e verde pubblico.

“Il passaggio alla nuova tassa, secondo le stime illustrate durante il confronto odierno – questa la considerazione del primo cittadino di Ragusa – registra al momento un’assenza di coperture finanziarie per circa 700 milioni di euro. Si attende, in proposito, la concretizzazione di un accordo tra l’Anci ed il Governo nazionale per la copertura delle risorse mancanti”.

L’Assemblea dei comuni italiani ha ribadito la necessità che il Governo nazionale, prima di varare le norme in materia di fiscalità, coinvolga direttamente l’Associazione dei Comuni Italiani, scongiurando modifiche e retromarce dell’ultimo minuto, che amplificano, anziché risolvere, le difficoltà degli enti locali.

“Non vogliamo più vivere in un contesto di incertezza legislativa – afferma Piccitto – come avvenuto nel 2013, con il relativo slittamento dei bilanci di previsione a fine novembre. Di imposte e balzelli intollerabili introdotti dal governo nazionale, poi, ne abbiamo fin sopra i capelli. E più di noi le comunità che amministriamo, le cui istanze, spesso, giacciono inevase e non certo per nostra responsabilità. All’Assemblea  nazionale dell’ANCI di Roma sono stati presenti quasi tutti i sindaci della provincia, protagonisti, come si ricorderà lo scorso 18 novembre, della “riconsegna” simbolica delle fasce tricolori al prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè, quale segno di protesta per i  tagli ai trasferimenti imposti dal governo nazionale anche ai comuni iblei. Per il Comune di Ragusa i tagli ai trasferimenti statali, nel 2013, sono stati pari a 13 milioni di euro. Una voragine colmata solo attraverso l’aumento delle imposte comunali. Ora, però, la misura è colma. E’ arrivato il momento di un’inversione di rotta da subito, altrimenti non saremo in grado di uscire da una spirale recessiva che coinvolge una sempre più larga fascia della popolazione  rischiando, senza alcuna colpa, di essere corresponsabili della morte definitiva di qualsiasi prospettiva di speranza in ognuno di noi”.

 

 

 

 

 

 

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