IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI

“La strada maestra da seguire è sempre stata quella della fiducia e del rispetto verso la magistratura, che è chiamata a indagare e giudicare in piena autonomia e indipendenza alla luce di principi costituzionali e secondo le procedure di legge”. Lo afferma Giorgio Napolitano in una nota diffusa dal Quirinale che cosi’ prosegue: ”In questa occasione, attorno al processo in Cassazione per il caso Mediaset e all’attesa della sentenza, il clima è stato più rispettoso e disteso che in occasione di altri procedimenti in cui era coinvolto l’on. Berlusconi. E penso che ciò sia stato positivo per tutti. Ritengo ed auspico che possano ora aprirsi condizioni più favorevoli per l’esame, in Parlamento, di quei problemi relativi all’amministrazione della giustizia, già efficacemente prospettati nella relazione del gruppo di lavoro da me istituito il 30 marzo scorso. Per uscire dalla crisi in cui si trova e per darsi una nuova prospettiva di sviluppo, il paese ha bisogno di ritrovare serenità e coesione su temi istituzionali di cruciale importanza che lo hanno visto per troppi anni aspramente diviso e impotente a riformarsi”, conclude.

Con queste parole,  il Presidente Giorgio Napolitano auspica una ripresa delle Riforme, compresa quella della giustizia, da parte del governo, che realmente a tutti noi sembra inerme sui problemi focali del Paese. Il governo ci sembra troppo occupato su altri versanti che su quelli delle Riforme, su cui è stato chiamato ad esprimersi con una certa celerità. Sono già passati quattro mesi e da quello che apprendiamo dai giornali e dalle televisioni nulla di fatto, anzi siamo stati chiamati ad essere partecipi a continui gossip e a litigi poco decorosi, compreso quello tra Maroni e la Kienge.

La situazione in cui versa l’Italia certamente non merita ritardi e pochi fatti, anche se sembra che questi ultimi mesi del 2013, a detta di Draghi, registrano una ripresa, non certamente sentita dai cittadini .Il turismo è in ginocchio.

Berlusconi è stato condannato anche se non ancora interdetto , e così commenta la condanna:  “nessuno può comprendere la carica di violenza che mi è stata riservata in seguito ad una serie di accuse e processi” che non avevano fondamento: è un “vero e proprio accanimento giudiziario che non ha uguali”.

Tralasciamo gli altri commenti, a partire da quello di Letta a quello di Grillo, di Epifani, in quanto crediamo che sia più interessante se questi, intendiamo i commenti, potessero essere diretti ad un’attività del governo.

 Crediamo di esprimere il pensiero di quella parte di società che potrebbe essere definita in senso cinematografico con quel film entrato nell’immaginario collettivo “Il silenzio degli innocenti”

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