“IL SENTIERO FANTASTICO” TORNA AD ESSERE ATTRAVERSATO DAGLI ATTORI-BAMBINI DEL LABORATORIO JUNIOR DELLA COMPAGNIA GODOT

Signor Sebastiani si presenti brevemente.

Sono un alpinista e mi chiamo Romano Sebastiani, sono del ‘59 e abito attualmente a Lavis vicino a Trento. Sono sposato e ho una figlia.

Lei viaggia spesso?

Premetto che  viaggiare è sempre stata la mia passione e va detto che spesso considero un viaggio anche la frequentazione delle montagne e concilio le due cose  scegliendo  sempre le camminate e le arrampicate in posti dove non sono mai stato. Alcuni viaggi,  diciamo un po’ più turistici, li ho condivisi con mia moglie e con mia figlia. Di norma però, nelle mie spedizioni alpinistiche il mio compagno di  ascensioni è Evaristo Modolo, di Albiano (Tn).

Dove vi siete conosciuti e quali montagne avete salito insieme?

Ci siamo conosciuti quando assieme alle rispettive SAT abbiamo salito la Barre des Ecrins (4000 mt) che si trova nel Delfinato Francese; era il 1996. Poi nel 1999 abbiamo salito assieme la vetta dell’Aconcagua di 6962 mt (la più alta del Sud America) in Argentina. Negli anni seguenti abbiamo, ed ho, frequentato quasi tutti i 4000 delle Alpi,  che se ne contano ben 84 ed abbiamo organizzato assieme parecchie spedizioni. Bello anche il Monte Elbrus (mt 5642),  la montagna più altra della catena del Caucaso in Russia,  ed  è anche  il più alto monte europeo. Non poteva certo mancare il   Kilimangiaro mt 5895, il Monte Kenia (mt 5199), Monte Ruwenzori 5902 mt; questi tutti in Africa. Il monte Mc Kinley (o Denali per i nativi, 6190 mt ed è il più alto del Nord America

Ha fatto molte ascensioni vedo.

Sì, sono stato anche sull’Alpamayo mt 5947 “la mas bela montagna del mundo” come la chiamano in Perù. Meravigliosi i vulcani dell’Equador (Chimborazo mt 6310 e il Cotopaxi 5897mt). Poi il Mount Cook 3724 mt in Nuova  Zelanda. Ma per me il sunto di tutte queste spedizioni è stata la salita nel 2007  al monte Cho Oyu  di 8201 mt. Una  salita che abbiamo compiuto dal versante cinese e che  ci tenuto lontani da casa per 45 giorni.

Quali sono state le difficoltà maggiori per questo ottomila?

Penso che questa sia stata la salita più difficile dal punto di vista fisico e da quello psicologico. Vede, la salita a quote sopra i quattromila metri comporta l’acclimatazione a cui il corpo risponde in modo differente da soggetto a soggetto. E’ fondamentale la conoscenza di se stessi e l’autocontrollo e in questi casi conta moltissimo l’esperienza.

Viaggiare va bene, ma perché fare contemporaneamente l’alpinista?

Penso che la frequentazione delle montagne siano per me anche il pretesto per viaggiare e conoscere nuovi luoghi e persone. Io dico sempre che la parte bella di un viaggio è anche l’organizzazione; il trovarsi con il gruppo, pianificare, la scelta dei materiali. Mi piace prima di partire documentarmi sui luoghi che andrò a visitare.

Quando le è nata la passione per la montagna?

La passione è nata o è sbocciata mi ricordo durante il servizio militare. Assieme ad un amico spesso invece di rientrare a casa si andava a passare il fine settimana nelle valli dell’alta Pusteria e si dormiva nei sacchi a pelo dell’esercito. Terminata la naja ho cominciato ad arrampicare e frequentare la scuola di alpinismo di Trento (Scuola Graffer). Ho dato poi gli esami per istruttore di Scialpinismo e successivamente quelli per Istruttore Nazionale. Vorrei anche ricordare che purtroppo nel corso degli anni, accanto alle soddisfazioni, ho dovuto anche piangere degli amici che sono venuti a mancare proprio per la passione per la montagna.

Qual è la cima che ricorda con maggiore piacere?

La cima non è l’ottomila ma il Mc Kinley in Alaska, forse perché tutto il nostro gruppo è arrivato in vetta assieme. Invece l’episodio che non scorderò mai è di quando alla Steak House di Kathmandu, mentre si festeggiava l’ascensione al Cho You,  un ottomila, con il mio amico mi sono girato verso di lui ed ho capito che aveva avuto una TIA (paresi laterale).

So che lei è in partenza per l’Indonesia. Quali sono le sue aspettative?

Infatti. La meta di questa ultima spedizione è la Papua Nuova Guinea, La Papuasia, come si diceva una volta, è la seconda più grande isola della Terra, dopo la Groenlandia ed è tagliata in due: una parte e uno stato indipendente nell’ambito del Commonwelth ed una parte fa parte dell’Indonesia. In questa parte si trova la Piramide Carstensz 4884  mt  (Puncak Java) ed è la più alta dell’Oceania, perché graficamente ne fa parte.

Perché la scelta è caduta su questa montagna?

Semplicemente perché fa parte delle ‘Sette Sorelle’ cioè le vette più alte dei sette continenti: Africa, Sudamerica, Nordamerica, Antartide, Asia, Europa, Oceania. Arrivarci è una vera avventura, ci vogliono sette giorni di cammino attraverso foreste e praterie per arrivare al campo base. La spedizione è costosa anche perché il governo Indonesiano non permette l’accesso senza guide locali che conoscono le lingue delle tribù che si incontrano lungo il cammino. I luoghi per quello che ho letto devono essere stupendi. La montagna si trova sull’equatore praticamente a due gradi sud e pertanto la compagna di viaggio sarà la pioggia.

Come si è organizzato per il viaggio?

Fondamentale sarà la scelta dell’abbigliamento. Viaggio con un amico di Pergine, Alessandro Corazza, perché purtroppo il mio amico Ito (Evaristo) non viene. Mi sono appoggiato ad una organizzazione di Dresda, in Germania che mi ha fatto la proposta migliore. Sto rispolverando come al solito il mio inglese da corsi e so già che per i primi giorni lo parlerò  mescolato al tedesco.

Quando parte?

Si parte l’8 gennaio da Monaco con  scalo Qatar e quindi Bali. Ci aspettano poi altri due voli interni. Credo che compiere queste avventure bisogna avere un carattere un po’ particolare e di questo ne sono consapevole, bisogna adattarsi senza difficoltà alle situazioni che si presentano e alle condizioni ambientali. Il rientro a Trento è previsto per il 27 gennaio.

A livello personale e emotivo che cosa le ha dato la montagna?

Ogni volta che raggiungo una cima mi emoziono e il pensiero in quei momenti va sempre alle persone a me vicine o a quelli che non ci sono più come mio padre.

Per concludere, come da mia abitudine le chiedo di dire qualcosa per i lettori di RagusaOggi. Intendo una riflessione, un motto…

Ho letto che oramai l’avventura esiste solo nello spazio o nelle profondità marine; forse quella intesa come nuove scoperte, ma l’avventura della persona non sarà mai finita, fintanto che si riuscirà a cogliere, in qualunque parte si vada, qualche cosa di diverso da quello che giornalmente viviamo.

Quindici attori bambini, un palco e una rappresentazione teatrale da gustarsi tutti insieme. La rassegna teatrale “Palchi DiVersi” prosegue con “Il sentiero fantastico”, un progetto artistico che intreccia i personaggi di alcune tra le favole più famose, tutti collocati in un bosco immaginario dove lo stravolgimento ironico, tramite il teatro di narrazione, consente ai piccoli attori di sviluppare il gioco in una reinvenzione delle trame e degli stessi personaggi. Una pièce scritta da Federica Bisegna e che, con le scene e la regia di Vittorio Bonaccorso, vede il pieno coinvolgimento degli attori-allievi del laboratorio “Junior”. Lo spettacolo chiude nei fatti il cartellone natalizio del Comune di Ragusa con il doppio appuntamento in programma martedì 5 gennaio alle ore 20 e mercoledì 6 gennaio alle ore 18. E’ uno degli spettacoli più cari alla compagnia teatrale anche perché ha permesso di vincere il primo premio al festival di teatro per ragazzi a Roma. “Il sentiero fantastico” è infatti una pièce teatrale per ragazzi ma è naturalmente adatto alle famiglie. Nato per le scuole, la versione originaria vedeva l’attrice Federica Bisegna interpretare tutti i personaggi. Dalla messa in scena dello scorso anno, grazie all’intuizione del regista Bonaccorso, lo spettacolo ha trovato tanti differenti interpreti che, nonostante l’età, dimostrano il proprio grande talento sul palco. I protagonisti sono Alessio Barone, Bruna Bellassai, Emma Bracchitta, Giovanni Candiano, Aurora Cappello, Roberta Costa, Benedetta D’Amato, Giovanni Fiaccavento, Federica Guglielmino, Martina Marino, Lorenza Modica, Carola Occhipinti, Alessia Rota, Federica Salonia, Alessia Trapani. “Un mix perfetto di storie e personaggi – spiega il regista Bonaccorso – che dà vita a situazioni del tutto nuove, paradossali e comiche rispetto a quelle conosciute da tutti mediante le favole. Tutti i personaggi sono stati affidati ai nostri piccoli allievi i quali, con questo tipo di lavoro, continuano anche sul palco il laboratorio teatrale. Lo spettacolo, dunque, non visto soltanto come mera esibizione ma come mezzo per sviluppare la capacità di immaginare altro da ciò che è scritto e non dare per scontati i personaggi, i finali delle storie, le situazioni. Ovvero la capacità critica verso ciò che si legge o ci viene raccontato, la grande lezione di Gianni Rodari”. In questa edizione di “Palchi DiVersi”, lo spettacolo “Il sentiero fantastico” è il primo tra quelli per ragazzi che viene dedicato alla memoria del dott. Nicola Spata, il noto medico pediatra che è scomparso recentemente. Appassionato di teatro, amava molto assistere agli spettacoli dei bambini e ragazzi della compagnia G.o.D.o.T. e quale persona sensibile e brillante comprendeva il valore del lavoro che Federica Bisegna e Vittorio Bonaccorso continuano a svolgere attraverso i vari corsi teatrali. Info: 339.3234452 – 338.4920769 – info@compagniagodot.it – www.compagniagodot.it. Ingresso 5 euro.

 

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