IL SENSO CIVICO DEL CITTADINO E LE RESPONSABILITA’ POLITICHE

Viviamo un momento storico molto complicato  del quale neanche i più insigni economisti e sociologi riescono a stabilire gli effetti e la durata.

Alcuni Paesi più di altri pagheranno il prezzo di politiche scellerate o miopi; le future generazioni non potranno più godere dei benefici che caratterizzano uno Stato civile e democratico per colpa d’un debito pubblico difficile persino a pronunciarsi; la politica non dà segni convincenti della volontà del proprio cambiamento a favore di orientamenti volti alla gestione trasparente e disinteressata della res publica.

Tuttavia, esiste certamente la necessità per ciascuno di noi di guardare con positività al futuro, poiché un diverso atteggiamento non può che favorire ulteriori condizioni di peggioramento a livello  sociopolitico, ma soprattutto c’è l’inderogabile esigenza per tutti i cittadini, di svincolarsi da quei pregiudizi che scaturiscono dalla propria appartenenza o vicinanza ideologica ai partiti, per valutare in maniera quanto più obiettiva possibile quelle iniziative dei pochi soggetti politici che da solisti e fuori da ogni regia di partito, guardano al bene comune.

Ritengo che non sia per nulla facile, come dimostrano le quotidiane diatribe tra fans di questo o quell’uomo politico, riuscire a giudicare un’iniziativa  nella sua vera essenza, ma questo sforzo va compiuto dall’uomo comune se davvero si vuole contribuire, al di là dei meriti o demeriti di chi ci rappresenta, ad esprimere quel senso civico di cui ciascuno di noi è investito implicitamente in quanto cittadino.

Da mesi, assistiamo impotenti ad una serie d’iniziative varate da un governo presentatosi come rigoroso ma equo; ad oggi, cogliamo tutti gli effetti del rigore ma non quelli dell’equità. Si sta portando avanti una politica di tagli che sconquassa equilibri e ragioni storico-culturali d’intere Regioni; la visione dei numeri è l’unica ragion di Stato che legittima ad ogni forzatura e che determina autentici scippi di presidi di legalità territoriali, azzera sentimenti di appartenenza al proprio territorio e nessun dichiarato dissenso della società civile riesce a far cambiare rotta a questo governo tecnico, in realtà pilotato dai soliti noti.

A livello regionale, siamo abbandonati da un Governatore in fuga per indagini giudiziarie,il quale  dell’autonomia siciliana ne ha fatto la propria bandiera a livello di leader di partito, ma in realtà, per l’incapacità istituzionale di applicare lo Statuto siciliano, s’inchina alle volontà del Governo centrale.

Per questi motivi e per tanti altri che sarebbero lunghi da elencare, noi cittadini, abbiamo il dovere di appoggiare, senza alibi di bandiere partitiche, quelle iniziative che provano a far rispettare la nostra identità di uomini della nostra comunità, salutando con favore, a prescindere che siano messe in campo da uomini del centrodestra o del centrosinistra, quelle azioni volte al perseguimento di obiettivi di comune interesse.

A tal fine, mi sento di condividere l’iniziativa dell’onorevole Nino Minardo che mediante una petizione popolare, intende scongiurare il progetto di accorpare la nostra Provincia a quella di Catania, con effetti la cui gravità si evidenzierebbe a cosa fatta, soprattutto per i ceti sociali più deboli.

Liberiamo le nostre menti dai soliti pregiudizi di appartenenza e sforziamoci di giudicare le iniziative nella loro reale essenza.

 

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