IL ROTARY DI MODICA PER IL LAVORO IN SICILIA

In un contesto così drammatico, dalle reali e preoccupanti criticità lavorative, ogni associazione deve dare il proprio contributo per uscire da una situazione di estrema emergenza  è questa la premessa dell’Onorevole Avvocato  Antonio Borrometi  Rotariano di Modica ed  è proprio questo il risultato che il Rotary di Modica ha inteso ottenere con l’organizzazione del convegno.

Si è  difatti svolto sabato 15 marzo u.s. il convegno “Il lavoro in Sicilia al tempo della crisi” organizzato dal R.C. di Modica che vantava quale relatrice di prestigio l’Assessore Regionale dalla Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, Dott.ssa Ester Bonafede.

Dopo i consueti saluti iniziali da parte del Presidente del sodalizio Modicano, Roberto Falla, tocca al moderatore del convegno, On.le Avv. Antonio Borromenti, introdurre e coordinare i lavori, Borrometi spiega che l’incontro è stato fortemente voluto dal Rotary della Contea per l’emergenza che il problema del lavoro sta assumendo in Italia e, in modo particolare, in Sicilia. L’entità del fenomeno è tristemente confermata dagli ultimi dati dell’ISTAT secondo i quali in Italia ci sono circa 3.900.000 disoccupati. La Sicilia vanta, poi, il tragico primato del più alto tasso di disoccupazione giovanile (pari al 45,5%.) Allarma, infine, la percentuale di giovani che lasciano l’isola appena laureati (oltre il 50%).

Borrometi  si sofferma,  sulle politiche attive del lavoro, dalla formazione professionale, per la quale in Sicilia si sono sprecate in passato ingenti risorse senza un adeguato ritorno in termini di occupazione, ai tirocini lavorativi e all’apprendistato che, per poter convogliare i giovani verso un lavoro regolare, non devono avere eccessivi vincoli di carattere burocratico come spesso è accaduto finora.

Attivare immediatamente un massiccio piano di lavori pubblici utile tanto per contenere la disoccupazione giovanile quanto per migliorare le condizioni infrastrutturali del nostro territorio. E’ questo il tema predominante del convegno che lancia un appello   all’Unione Europea affinchè  si mobilitino ingenti  risorse da investire in opere pubbliche soprattutto in quelle aree, come l’Italia e la Sicilia, dove la disoccupazione di massa è diventata una vera emergenza sociale.

Interviene, quindi, il Sindaco di Modica, che si manifesta convinto che interventi economici gestiti nell’ambito di microaree possano dare risposte migliori di quelli messi in campo dal governo centrale e che, proprio per questo, uno stretto rapporto di collaborazione tra la Regione e i Comuni può contribuire al rilancio economico dell’isola, sottolineando infine che solo le imprese ed il privato possono dare occupazione e, quindi, in quella direzione occorre prioritariamente puntare.

 Il Sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna, pone l’accento sulla necessità di un piano per la messa in sicurezza del porto dove, peraltro, a breve potrebbero approdare le navi da crociera della compagnia MSC con grande vantaggio per la valorizzazione turistica del territorio ibleo. Annuncia che la recentissima approvazione di una variante al piano urbanistico per permettere al realizzazione di 26 alloggi residenziali potrà dare una boccata di ossigeno alla comunità locale sia in termini economici che occupazionali.

Durante il suo intervento il Sindaco di Scicli, Franco Susino, evidenzia le condizioni di forte difficoltà in cui versa l’agricoltura della fascia trasformata, rappresentando un problema che non può essere risolto su scala locale ma che deve essere affrontato a livelli più alti, regionali e nazionali. Anche il settore turistico, ad onta dell’inserimento di Scicli e di Modica quali siti patrimonio dell’UNESCO, stenta a dare quelle ricadute economiche ed occupazionali che si attendevano. Lamenta, infine, l’eccessiva lentezza della burocrazia e la mancanza di un adeguato rapporto far le amministrazioni periferiche ed il governo centrale.

Conclusi gli interventi dei primi cittadini, la parola passa all’Assessore Bonafede che pone una giusta osservazione su quanto discusso, osserva  difatti che le politiche sociali devono andare di pari passo con le politiche concernenti il mercato del lavoro. La Sicilia, dichiara Bonafede ,  non ha investito sull’industria, e potrebbe riorganizzarsi promuovendo le sue ‘etichette’ fondamentali. Ogni sforzo economico e di programmazione deve essere indirizzato verso quei settori quali l’agroalimentare, le energie alternative, il turismo (culturale e non) e gli altri ‘brand’ siciliani. Sono tutte risorse già disponibili, manca solo la capacità di colloquiare fra i diversi stakeholder (comuni e regione in primo luogo) per riuscire a ‘fare sistema’ e, quindi, a renderle pienamente produttive. Riferisce, quindi, che una importante linea di programmazione europea -la “Youth Guarantee”- porterà in Sicilia ingenti fondi (circa 200 milioni di euro nel primo biennio) che serviranno per assicurare ai giovani fra i 15 e i 25 anni un Patto di Servizio, finalizzato alla realizzazione di un percorso personalizzato di inserimento nel mondo del lavoro o reinserimento nei percorsi di istruzione/formazione.

 In pratica, un orientatore istruirà insieme al giovane preso in carico una scheda personalizzata che nell’arco di sei anni misurerà la distanza che separa il giovane dal mercato del lavoro con l’obiettivo di ridurla progressivamente. La ratio dell’intervento è quella di accompagnare il giovane nel divenire, motivandolo nelle scelte sottese al passaggio dal sistema di istruzione/formazione al mondo del lavoro attraverso le varie forme di transizione (tirocini, apprendistato, servizio civile, ecc.). La portata della Youth Guarantee non è, quindi, solo economica ma anche etica nella misura in cui essa serve a restituire speranze ai giovani

Conclude Bonafede  denunciando che in Sicilia per tanti anni si è creato solo “lavoro virtuale”, incentrato sul binomio “lavoro sicuro/ente pubblico”, senza approntare vere politiche di supporto al complesso mercato occupazionale. A riprova, basta vedere i deludenti risultati, in termini di occupazione, di vent’anni di formazione professionale regionale oppure basta valutare il tasso di sopravvivenza di tante imprese giovanili costituite con fondi comunitari per comprendere che manca nei giovani una vera educazione al lavoro. Occorre non soltanto aiutare i giovani a capire cosa vogliono fare nella vita, ma occorre anche costruire un tessuto a supporto del lavoro.

Seguono interessanti spunti di dibattito, fra i quali emerge quello di una operatrice del dipartimento di salute mentale che solleva il problema dell’inserimento lavorativo dei disabili mentali e psichici, suggerendo la formazione di imprese costituite fra soggetti normodotati e disabili.

Interviene, anche, l’On. Carmelo Carrara,  ribadendo che la strategia contro la disoccupazione non può essere locale ma deve essere globale, come globali sono i motivi che l’hanno causata., anche in questa ottica, sostiene Carrara, gli incontri come quello organizzato dal Rotary di Modica sono utilissimi per far conoscere ai giovani i sistemi disponibili per accedere al lavoro e per fare impresa. Infatti, i meno informati di oggi saranno i poveri di domani.

Al termine il Presidente del Rotary di Modica ringrazia gli intervenuti ed esprime vivo apprezzamento per la passione con cui l’Assessore Bonafede interpreta il proprio mandato politico.

 

 

Perché questo accada, occorre uscire dalle logiche banali del clientelismo che in passato hanno ridotto le politiche di formazione regionale a sterile ricorso alle provvidenze garantite dal Fondo Sociale Europeo.

Ci auguriamo che a  guidare questo processo ci siano uomini e donne che rappresentino veramente gli interessi della collettività e che si adoperino per il bene comune.

 

Alessia Sudano

 

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