IL “ROSARIO” DI FEDERICO DE ROBERTO APRE L’OTTAVA EDIZIONE DI “KAUCANA ART”

Entra nel vivo l’ottava edizione di “Kaucana Art” e lo fa con il primo spettacolo del circuito “Teatri di Pietra” Il “Rosario” di Federico De Roberto. Una sceneggiatura essenziale che mette in luce la bravura degli attori sul palco. Un testo, riveduto e corretto, in chiave moderna da Claudia Gebbia e Enrico Roccaforte, mettono lo spettatore davanti a momenti di riflessione. Un dramma antico solo in apparenza ma dai grandi temi attuali.

Una madre padrona, che sotto le sembianze religiose nasconde un grande classismo e un amore smisurato per il potere. Una madre che non perdona la figlia che ha osato sfidarla: Rosalia. Ed è proprio sull’agonia di Salvatore morente, marito di Rosalia. che si snoda la novella. Durante il rito del Rosario le figlie chiedono la grazia per la sorella. Una madre, raccontata in modo splendido da Filippo Luna. Le figlie; Nenè Barini, Germana Mastropasqua e Alessandra Roca. Voci splendide che hanno accompagnato il pubblico verso la musica tradizionale italiana. L’autrice, Antonella Talamonti gira l’Italia per raccogliere i riti della passione Pasquale. Musiche che fanno parte dei riti della tradizione orale delle varie comunità. Parte irrinunciabile della loro identità.

La bravura degli attori non è riuscita a nascondere le pecche della location. Quest’anno il parco di Kaucana non offre la bellezza di sempre. Dopo i lavori per circa un milione di euro per la copertura della chiesetta e il restyling del parco rimangono delle grandi incompiute che alterano la bellezza del posto.

Pur con la pulizia straordinaria effettuata dal Comune di Santa Croce, le erbacce la fanno da padrone. Tra i muri della chiesetta quest’anno le erbacce sono ospiti non paganti e indesiderati. Il dottore Di Stefano presente alla serata, ammette che pur nelle intenzioni della Sovrintendenza di migliorare la conservazione della chiesetta bizantina finiti i fondi disponibili il risultato è stato peggiorativo. Un appello a completare i lavori va fatto alla sovrintendenza perché spettacoli di qualità mal si abbinano a una location trascurata.

 

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