IL PROBLEMA DEL SOVRAFFOLLAMENTO

 

Salve cari lettori, sono Seby, attualmente rinchiuso detenuto presso la Casa Circondariale di Ragusa. Mi trovo recluso in questo istituto da quasi due anni e devo convivere con il sovraffollamento, problema comune di quasi tutte le carceri italiane. La vita carceraria è dura per tanti motivi. Oltre ad essere privato della libertà, ti viene dimezzato anche lo spazio dove vivere. E’ una condizione brutta e non la si può capire veramente se non la si vive in prima persona. Guardo la televisione e mi accorgo di come ancora non si è fatto niente per ovviare a questa situazione; d’altronde, si chiede solo di vivere con dignità. In questo istituto, siamo quasi in duecento; anche la direzione vive questo disagio, unitamente agli agenti penitenziari che sono pochi rispetto a quanti dovrebbero essere. E comunque fanno di tutto per migliorare la situazione. Posso dire, essendo stato in altri istituti, che qui, grazie alla direzione, si vive con meno difficoltà la situazione del sovraffollamento. Vivo in una cella di quattro metri per quattro e siamo in sei. Ognuno cerca di non invadere mai lo spazio dell’altro. E’ giusto che, se ho sbagliato, debba pagare la mia pena, ma è anche vero che lo stato deve prendere le proprie responsabilità di fronte a questo problema. Il sovraffollamento causa in tutta Italia altri problemi, come quello dei suicidi e della depressione. E secondo me, è giusto attuare le misure alternative per come la legge prevede. Perché oltre a rieducare il detenuto, le carceri si sfollerebbero un po’. Dico anche che è giusto darci la possibilità di reinserirci nella società… dateci la possibilità di dimostrare, che sebbene abbiamo sbagliato, siamo persone come tutte le altre!  

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