IL PREFETTO CANNIZZO HA OPERATO BENE. MERITATI TUTTI GLI ELOGI

Che Sua Eccellenza il prefetto Cannizzo abbia operato bene in provincia di Ragusa appare evidente. L’evidenza è data dall’unanime coro di consensi avuti durante il biennio del suo mandato e sopratutto al momento, recente, del commiato (per andare a ricoprire, lei etnea, il prestigiosissimo ruolo di Prefetto di Catania). Corso unanime al quale si aggiunge, per quanto possa valere, anche la nostra voce.

Chi scrive non ha conosciuto la dottoressa Cannizzo. Ma non è necessaria una conoscenza personale per comprendere il livello di un “uomo pubblico”, in questo caso una donna. Ed il livello della dottoressa Cannizzo è oggettivamente elevato, si intende sul piano professionale, e si indovina anche sul piano personale. Fosse stato il contrario, non sarebbe stata mandata dal Governo a Catania, una delle tre o quattro Prefetture più delicate del Paese (ed in tal senso, l’averla avuta come Prefetto qui da noi, dimostra che la Prefettura iblea è considerata una ottima scuola per funzionari statali destinati a cariche importanti. E di questo noi indigeni possiamo solo felicitarci).

Durante i due anni trascorsi in via Mario Rapisardi il Prefetto Cannizzo ha operato bene, e gli episodi da citare sarebbero tanti, e quanto seminato è stato raccolto non soltanto con la prestigiosa nomina di cui si diceva, ma anche negli ultimi giorni trascorsi in terra iblea, con una lunga teoria di incontri di commiato con i rappresentanti delle istituzioni locali. Quindi il Presidente della Provincia, il sindaco di Ragusa (immaginiamo anche altri primi cittadini della provincia), i comandanti di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Tutti a ricordare le qualità del Prefetto Cannizzo, le sue doti umane, il feeling subito stretto con gli Iblei.

Una sola riserva si vuole muovere, e per il solo gusto della originalità, nel coro unanime delle lodi alla dottoressa Cannizzo (al quale coro, come si scriveva sopra, ci uniamo anche noi). Si fa riferimento alla festa con “megatorta” (così almeno hanno titolato i giornali) nel cortile della Prefettura per il definitivo saluto – istituzionale – della Cannizzo alle autorità civili e militari della Provincia. Una serata elegante con signori e signore e questa famosa torta, ritratta fotograficamente su molte testate locali, grande abbastanza da poter contenere la raffigurazione dei gonfaloni delle dodici municipalità iblee. Noi siamo dell’idea che quella festa si poteva evitare, oppure organizzare in maniera diversa, e per due motivi. Il primo, è la pura invidia per il fatto di non essere stati invitati nella qualità di testata giornalistica locale (che secondo il nostro più che arbitrario giudizio rientra certamente tra le autorità locali). Il secondo, la opportunità di evitare, in tempi di crisi profondissima, una festa che sarà stata certamente molto bella ed apprezzata (si intende per gli intervenuti), ma lo sarebbe stata ancora di più (si intende per tutta la collettività, o almeno quella parte che legge i giornali) se fosse stata offerta non dico “calia e simenta”, ma un normalissimo aperitivo, così evitando una torta, specie se “mega”.

 

                                                                                                 

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