IL PESCE GROSSO (NON SEMPRE) MANGIA IL PESCE PICCOLO!

Gentile direttore,

le voglio  raccontare un episodio che mi ha coinvolta in modo totale e stressante e che grazie a tre professionisti ragusani di altissimo livello non si è risolto per me in una disfatta.

Tempo fa uno dei miei figli aveva fatto un abbonamento con una  rete televisiva satellitare che prevedeva, se avesse indicato il nome di una persona beneficiaria di un servizio, l’installazione (di parabola e decoder) e la fruizione  gratuita  di servizi televisivi.  Al momento delle operazioni dissi ai tecnici che avrei firmato, ovviamente, la ricevuta del materiale installato a casa mia ma non la parte che riguardava l’eventuale prosecuzione, dopo il periodo di gratuità, dell’abbonamento così come proposto. Dopo il periodo gratuito nessuno è venuto a prendersi il materiale ma mi arrivavano richieste di versamento per servizi che io non avevo utilizzato e comunque mai richiesto.

Alle richieste seguirono telefonate in continuazione  di un non meglio precisato ufficio legale di Roma che a nome della multinazionale chiedeva  il pagamento di servizi per mesi e mesi ed a nulla valeva il fatto che io  rispondessi  di non aver mai voluto fruire del servizio fino a quando non mi si avvisa con una raccomandata che la Multinazionale aveva dato mandato allo stesso Ufficio  di adire le vie legali nei miei confronti e di chiedere al Giudice di Pace di Roma di fissare una udienza per il giorno 30 settembre (domenica !!!) per farmi condannare al ristoro delle somme richieste. A questo punto, anche per una questione di giustizia e di principio, sono andato dall’avv. Sergio Guastella e gli ho sottoposto il caso pregandolo di fare tutto il possibile perchè il pesce grosso (la Multinazionale) non si mangiasse il pesce piccolo (la scrivente) perchè andare a Roma, almeno due o tre volte dal Giudice di pace, mi sarebbe costato almeno tre o quattro volte in più delle somme richieste dal legale di Roma della Multinazionale. L’avvocato Guastella (e non avevo dubbi su questo) ha preso  a cuore la vicenda ed intanto, affidandomi a due giovanissime avvocatesse, una di Ragusa, l’avv. Alessandra Cintolo e l’altra, avv. Margherita Branciamore Carpinteri, del Foro di Roma ma ragusana in tutto e per tutto che lavora nella capitale presso un grande studio legale che ha seguito giorno per giorno le vicissitudini  giudiziarie fino a quando ha “scoperto” che, non solo l’udienza del 30 settembre (domenica) non si è tenuta ma che nemmeno nei giorni successivi fino a stamattina nessun atto della causa era stato depositato alla Cancelleria del Giudice di pace e che quindi si era trattato di una vera e propria “minaccia” per farmi pagare la somma da loro illegittimamente (secondo me) chiesta.

La sagacia, l’attenzione, la pazienza e la grande padronanza professionale dei miei avvocati hanno evitato, per ora, una ingiustizia profonda tenuto conto anche che per loro si trattava di una causa non proprio di rilevanza economica ma di principio.

In ogni caso chiederò all’avv. Guastella, sempre che lo ritenesse opportuno e fattibile legalmente, di citare davanti al Giudice di pace di Ragusa, competente per territorio (non si contano ormai le sentenze che stabiliscano che la sede dei procedimenti civili sia quella della residenza dell’utente- cliente) perché la Multinazionale mi possa risarcire di quanto da me speso per un procedimento fasullo intentato contro di me e anche dei danni morali causatimi dallo stress procuratomi per mesi e mesi.  In ogni caso grazie all’Avv. Sergio Guastella, ed alle sue giovani assistenti, avv. Alessandra Cintolo e avv. Margherita Branciamore Carpinteri, stavolta il PESCE GRANDE NON HA MANGIATO IL PESCE PICCOLO.

Lettera firmata

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