IL PD PROVINCIALE HA BISOGNO CHE I SUOI ESPONENTI PIÙ AUTOREVOLI LAVORINO QUOTIDIANAMENTE

Il recente intervento pubblico della Senatrice Padua per rafforzare le polemiche nate all’indomani dell’assemblea provinciale che ha sancito l’elezione a presidente della stessa di Lino Giaquinta e a tesoriere del partito provinciale di Angelo Fraschilla suscita non poche perplessità.

La Padua, prima firmataria, nel recente passato, di un documento pubblico che criticava pesantemente il segretario provinciale Denaro per la presunta “melina” nel convocare l’assemblea provinciale e procedere al completamento degli organismi, non solo si è fatta parte attiva del boicottaggio della stessa assemblea ma oggi torna sui media con un intervento a dir poco incoerente, volendo concederle, pur con qualche difficoltà, la buonafede.

 

Un intervento nel quale nell’ordine:

 

  • critica il segretario Denaro per l’utilizzo di metodi antidemocratici, rimproverandogli di fatto di aver dato corso a quanto da lei richiesto pubblicamente in precedenza;
  • lamenta modalità di convocazione dell’assemblea sulle quali non ha mai avuto da ridire in passato;
  • cita fatti ai quali non ha assistito omettendo i comportamenti, quelli sì scorretti ed antidemocratici, che alcuni militanti hanno tenuto, e dimenticando forse come proprio D’Asta, dimissionario postumo, abbia accuratamente evitato, insieme al segretario del circolo di Modica, Giovanni Spadaro, ai giovani della segreteria del primo circolo di Ragusa e ai tanti della minoranza che pur presenti non hanno voluto registrarsi appositamente, di richiedere la verifica del numero legale;
  • si rammarica a mezzo stampa  che sui mezzi di informazione si sia data l’immagine dell’esistenza di “palesi momenti di scontro”.

Siamo alla farsa vera e propria se poi si considera che queste affermazioni sono fatte in una lettera aperta a due organismi, la direzione regionale e nazionale, che nulla hanno a che vedere né con la situazione provinciale né con eventuali rilievi di ordine formale su quanto avvenuto.

La senatrice Padua,  se davvero ha a cuore la sua federazione provinciale, abbandoni le ipocrisie mediatiche e il ruolo di portavoce di parte e lavori davvero, come ha ripetutamente evitato di fare sino ad ora, per ricucire i rapporti e superare le fibrillazioni che oggi limitano l’azione del partito. Si troverà in buona compagnia, anche se un po’ meno sotto la luce dei riflettori.

La senatrice non può sorvolare come se nulla fosse, poi, sul fatto che in merito agli organismi a supporto della segreteria provinciale – che altro non sono che quegli organismi previsti statutariamente quali direzione e commissione di garanzia –  l’assemblea del 4 luglio si sia limitata a fissare i criteri di definizione nel rispetto del pluralismo e a tutela della partecipazione di tutte le componenti così come fotografate dall’esito congressuale. Nessun colpo di mano, quindi, ma rispetto assoluto della rappresentatività di tutti. Da qui occorre partire per chiudere definitivamente la fase congressuale e rilanciare l’azione politica vera e propria del partito.

 

 

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