IL PADUA BATTE LATINA

Padua Ragusa-Latina era una partita che entrambe le squadre volevano e dovevano vincere. I laziali perché obbligati a farlo dal risultato dell’andata, gli iblei perché la vittoria di misura ottenuta domenica scorsa al Messapi di Latina non permetteva loro di fare alcun calcolo. Ne è venuta fuori una partita molto equilibrata, giocata da entrambe le parti con voglia ma con una tensione tale da non permettere a nessuno dei due contendenti di sviluppare azioni degne di nota, almeno per tutto il primo tempo. Il secondo tempo, e soprattutto e i suoi minuti finali, sono stati da mozzafiato. Ma andiamo per ordine.

Il primo quarto d’ora è di studio e scivola via senza che nessuna delle due squadre riesca a prendere il sopravvento sull’altra. In questa fase c’è una leggera supremazia ragusana, ma sostanzialmente il gioco si svolge nei 40 metri centrali.Al 15°, per un fallo in ruck dei giocatori iblei, Marco Torelli ha l’opportunità di portare in vantaggio la propria squadra, opportunità che l’apertura laziale non si lascia sfuggire nonostante i quaranta metri che lo separano dai pali e la leggera brezza contraria. 0 a 3.Passano 3 minuti e il Padua impatta, grazie a una punizione calciata da Peppe Iacono, concessa per un fuorigioco dei latinensi. Poi non succede più nulla, fino al 32°, quando capitan Iacono batte veloce una punizione poco dentro la metà campo ospite, semina il panico tra i difensori del Latina, supera come birilli uno, due, tre avversari e infine scarica ad Antonio Modica la palla della facile meta. La posizione della successiva trasformazione è parecchio angolata e Peppe Iacono non centra i pali. 8 a 3.

Su questo risultato termina il primo tempo, un tempo nel quale si è fatta sentire l’assenza di Giovanni Tumino,  che per tutta la settimana non si è potuto allenare perché febbricitante, la mancanza della forte seconda linea biancazzurra ha influito sia in mischia ordinata che in touche. L’inizio del secondo tempo è rovinoso per i colori biancazzurri. I giocatori del Padua sembrano come assenti e i laziali ne approfittano per portarsi in vantaggio, giocando ininterrottamente per 10 minuti nella metà campo avversaria.

Al 42°, dopo un’azione tambureggiante del XV ospite, Marco Torelli realizza la meta del pareggio. Poi, al 49°, lo stesso porta avanti la propria squadra con un calcio di punizione. 8 a 11, e per il Padua va più che bene, considerando che fino a quel momento i giocatori iblei non hanno quasi toccato palla. Essere sotto, con il concreto rischio di uscire dai play off, dà la giusta scossa al XV di Peppe Gurrieri, che si mette finalmente a macinare gioco e, nell’arco di 13 minuti, dal 55° al 68°, segna tre mete (Gabriele Calamaro, Cristian Iacono, e ancora Calamaro) di cui due trasformate da Peppe Iacono. Così, al 68°, il Padua si ritrova a condurre per 25 a 11. Tutti pensano che ormai la partita sia chiusa. Niente di più sbagliato, anche perché i biancazzurri, rilassandosi, danno ai laziali il pallino del gioco, che provano a giocarsi il tutto per tutto per portare a casa la vittoria e, perché no, anche il passaggio del turno. Iniziano allora i 10 minuti più intensi di tutta la stagione, quelli che andrebbero vietati a tutti i malati di cuore.Al 75° arriva la seconda meta laziale, dopo un’azione che si sviluppa lungo la linea laterale ma che forse è viziata di un fuori gioco di posizione di un giocatore nerazzurro. Torelli trasforma. 25 a 18.

Al 79° Michele Campanella, subentrato qualche minuto prima ad Andrea Solarino, viene espulso per 10 minuti.

All’80 il Latina segna la sua terza meta, ancora con un’azione imbastita sapientemente dai propri trequarti e che il cecchino Torelli trasforma. 25 a 25. Sembra la fine di tutto, anche perché il pareggio, per il Ragusa, significherebbe sì il passaggio del turno ma come quarto classificato, cosa che vorrebbe dire andare a giocare la semifinale in casa della prima nella classifica che la Federazione stilerà alla fine degli incontri dei quarti di finale. Per fortuna però il Padua ha una fiammata di orgoglio e si riversa nella metà campo ospite. I latinensi non riescono a contenere la foga degli padroni di casa e, per fermarli, sono costretti a ricorrere al fallo. Peppe Iacono decide di calciare la punizione, nonostante la posizione sia parecchio laterale. La sua scelta si rivela vincente. 25 a 25. L’arbitro indica che si può riprendere da centro campo, e che saranno giocati 4 minuti di recupero. Il Latina non ci sta proprio a perdere e, approfittando della superiorità numerica, si riversa nella metà campo ragusana, creando la situazione di uomo in più al largo e portando Giovanni D’Amicodatri a segnare la quarta meta per la sua squadra. Torelli questa volta non centra i pali. 28 a 32. La partita sembra ormai persa; il pubblico ragusano tristemente scuote la testa e pensa di dover commentare la prima sconfitta del 2012. Invece il Cuore Padua non smette mai di battere e i giocatori biancazzurri si fiondano, lancia in resta, verso l’area di meta avversaria. Le lancette del cronometro scorrono inesorabili, e quando i ragusani sono a ridosso della linea dei 5 metri laziali l’84 è già scattato. Ma nel rugby, fino a che il pallone vive, l’arbitro non può fischiare la fine dell’incontro. Così, dopo una serie di ruck, carrettini e giocate alla mano, è Gabriele Calamaro, ancora lui, oggi per forza di cose migliore in campo, a trovare un buco nella difesa laziale e a tuffarsi quasi ai piedi della bandierina. Peppe Iacono trasforma e il risultato si fissa sul 35 a 32. Scoppia la gioia incontenibile di tutti; i 500 presenti sulle tribune invadono il rettangolo di gioco e si uniscono all’esultanza dei protagonisti. Ci vuole del tempo perché torni la calma. Negli spogliatoi entrambi gli allenatori elogiano i propri avversari, anche se, chiaramente, nel tono di Paolo Garbeglio c’è il dispiacere per essere usciti dai play off, mentre in quello di Peppe Gurrieri è evidente la soddisfazione per la conquista della semifinale. Poi, nell’attesa dei risultati degli altri campi, per conoscere chi sarà il prossimo avversario dei ragusani, il festoso terzo tempo nella club house del Padua, vissuto in una calda atmosfera di rispetto reciproco, dove vinti e vincitori si sono uniti davanti a un piatto di pasta e un bicchiere di birra.

 

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