IL NUOVO SIVIGLIA DI JORGE SAMPAOLI

Al termine dell’inebriante era Emery, condita da ben tre Europa League consecutive, il Siviglia ha dovuto affrontare la questione più spinosa in senso assoluto: con chi sostituire l’iper vittorioso allenatore basco ? Al termine di una lunga e scrupolosa analisi, il ds Monchi, probabilmente il miglior rappresentante a livello mondiale del proprio ruolo (scovare talenti e portare a casa plusvalenze esorbitanti è diventato il suo pane quotidiano), ha optato per un allenatore molto capace e stimato in sud america: Jorge Sampaoli.

Bielsismo al potere: l’allenatore argentino può, a buon ragione, essere considerato come il maggior esponente ed ammiratore delle idee di gioco di Marcelo Bielsa, tecnico dotato di un intelligenza fuori dalla media e proclamatore di uno stile di gioco tanto divertente ed offensivo quanto fuori dai classici schemi del futbol moderno. A questo proposito, è sufficiente evidenziare come il suo modulo tattico prediletto sia il 3-1-3-3 caratterizzato da tre tasselli fondamentali: l’occupare costantemente la metà campo avversaria, attraverso un possesso palla teso a creare lo spazio per l’imbeccata rapida in verticale; il non dare mai punti di riferimento al rivale, tramite continui movimenti senza palla dei propri giocatori, ed il provare immediatamente a recuperare la sfera una volta persa, per mezzo di una veemente aggressione plurima della palla e di una squadra corta e compatta. Questi principi di gioco, sono alla base della concezione calcistica di Sampaoli, che grazie ad essi è riuscito a vincere, oltre a divertire, con la U de Chile (una Copa Sudamericana e tre titoli nazionali) e la Nazionale Maggiore Cilena (la Copa America 2015 giocata in casa). Non a caso, la federazione cilena ha deciso, conclusasi la magnifica era Bielsa, di assegnare la panchina della Roja all’allenatore di Santa Fé, considerato un più che degno erede del Loco rosarino.

La costruzione della nuova rosa: una volta alla guida della squadra andalusa, Sampaoli ha dovuto fare i conti con ben 5 partenze eccellenti come quelle di Coke, storico capitano e terzino di assoluto livello, Krychowiak, ciclopico mediano polacco dotato anche di buone qualità tecniche, Konoplyanka, frizzante e tecnico esterno ucraino, Banega, sublime play argentino ed il bomber francese Gameiro. Per sopperire a queste considerevoli perdite, la scelta è ricaduta su molti giocatori sud americani che si distinguono per una dote su tutte: il talento. Tra questi spiccano i trequartisti Vasquez, Nasri, Correa e Ganso, gli attaccanti Vietto, Ben Yedder e Sarabia ed il regista Kranevitter. Oltre a ciò, la rosa è stata completata con altri tre innesti del calibro del portiere Sirigu, del jolly difensivo Mercado e di quello offensivo Kiyotake. Le decisioni prese, dimostrano chiaramente la voglia del tecnico di proporre un calcio offensivo, nel quale le varianti possesso palla ed imprevedibilità la fanno inevitabilmente da padrone. Infine, il voler puntare su molti suoi connazionali da parte di Sampaoli, evidenzia come per poter mettere in pratica la propria filosofia calcistica sia sì necessario il fattore qualità, ma che allo stesso tempo senza la giusta personalità, riuscire nell’intento diventi una missione tutt’altro che semplice.

Prime performance: nelle sette gare ufficiali fin ora disputate, la squadra del tecnico argentino non ha mai trasgredito, mettendo sempre in campo i propri principi calcistici, a conferma della chiara e visibile identità che Sampaoli è già riuscito ad inculcare nelle teste e nelle performance del proprio team. Tuttavia, la netta disparità di alcuni risultati e prestazioni, si passa dal 6 a 4 in casa contro l’Espanyol ai due 0 a 0 esterni contro Villareal e Juventus, dimostra come il duo tecnico-giocatori sia già riuscito a passare allo step successivo: saper interpretare nel modo corretto le varie situazioni. In quest’ottica, si legge la differenza di modulo tra la partita di Torino, 4-3-3 con Vasquez falso nueve che diviene 4-5-1 in fase di non possesso, e quella del pirotecnico debutto in Liga, 3-1-4-2 con due ali, due trequartisti e due punte pure. Se questo è l’inizio, le prospettive per la formazione andalusa non possono che essere rosee, a dimostrazione che attraverso scelte accurate (la tanto agognata e famigerata competenza ?!) e non necessariamente iper costose, si possa proporre un calcio moderno ed attraente e, perché no, vincente. Suerte Jorge !

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