Il nuovo manager Asp e la sua vicenda giudiziaria sul nuovo ospedale

Dopo la dura presa di posizione del sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, rispetto alla nomina di Giuseppe Drago al vertici della sanità iblea, abbiamo cercato di andare un po’ a fondo. Il primo cittadino di Pozzallo boccia la nomina che suscita “sorpresa e sconcerto”come “una scelta eticamente pessima, del tutto inopportuna e poco rispettosa nei confronti di tutta la comunità iblea”, avendo scelto una persona “imputata in un importante processo per reati di non poco conto, nella sua veste di Direttore Sanitario Aziendale insieme ad Aricò ed altri”. Fin qui Ammatuna

Chi è Giuseppe Drago

Anche a seguito dell’inchiesta portata a termine dalla Guardia di finanza e che venne chiamata operazione “Ethos”, nessun provvedimento è stato mai assunto nei confronti del dottor Drago che ha continuato a svolgere il suo lavoro di direttore sanitario. L’ultimo incarico è quello di direttore medico dell’ospedale Guzzardi di Vittoria per il quale, prima di ricoprire l’incarico di direttore sanitario aziendale, è stato vincitore di concorso. Drago è tra i 49 migliori ‘aspiranti’ dirigenti per il settore, nella graduatoria regionale, e appartiene all’elenco nazionale di “soggetti idonei alla nomina di direttori generali delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del servizio sanitario nazionale”. La sua professionalità è riconosciuta anche all’interno dell’Asp di Ragusa. Laureato in Medicina e Chirurgia a Catania, specializzato in Anestesia e Rianimazione, oltre che in Igiene e Medicina preventiva (Epidemiologia e Sanità pubblica), ha conseguito due master, in “Gestione del rischio clinico” e “Risk communication management: gestire e comunicare il rischio e la crisi in sanità”. E’stato coordinatore dei distretti ospedalieri Rg1 e Rg2 fra il 2013 e 2014 e direttore sanitario aziendale anche in quella che all’epoca si chiamava Azienda Ospedaliera, fra il 2006 e il 2009. Dal 2018 è anche componente di un tavolo tecnico regionale sui percorsi assistenziali per area materno-infantile. 

Il rinvio a giudizio

Iniziamo dalla conclusione dell’inchiesta che sfocia nel rinvio a giudizio di 25 persone, compreso Drago e con la messa alla prova di uno degli imputati. I fatti abbracciano un arco temporale che va dal 2015 al 2017 e il caso esplode con le prime acquisizioni di documenti quando poco prima di giugno del 2017 iniziò una attività frenetica di trasferimento reparti per arrivare alla inaugurazione dell’ospedale Giovanni Paolo II ancora incompleto. Tra i reati contestati agli imputati ci sono la corruzione (appalti in cambio di assunzioni), frode nelle pubbliche forniture per i servizi di pulizia nei presidi ospedalieri, falso e interruzione di pubblico servizio. 

Cosa viene contestato a Drago? 

Sono tre i fatti contestati nei capi di imputazione che lo riguardano mentre era direttore sanitario aziendale: sono il falso ideologico in atto pubblico – in concorso con altri – per avere sottoscritto due delibere del direttore generale dell’epoca, che richiamando un verbale che si scoprì inesistente, certificavano falsamente la regolare conclusione dei lavori di completamento e adeguamento dell’impianto antincendio dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa. Sono delibere che vennero di fatto poi revocate con un atto successivo, due mesi dopo e lo si evince dallo stesso capo di imputazione. 

Sempre falso ideologico per avere sottoscritto una delibera che conteneva, secondo la tesi dell’accusa, un affidamento diretto di lavori, illegittimo a monte. Si sarebbe trattato di lavori non previsti fra quelli che una ditta stava già svolgendo. L’affidamento era accompagnato da una relazione tecnica che però, secondo gli inquirenti, conteneva una documentazione con “false date di redazione”. Per quei lavori sarebbe mancata documentazione amministrativa adeguata. 

Lo coinvolge anche l’imputazione di interruzione di pubblico servizio sempre in concorso. Le contestazioni riguardano l’accelerazione dei trasferimenti dei pazienti verso l’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa in un momento in cui i lavori al nuovo ospedale non erano completi, gli impianti uta (unità di trattamento dell’aria) non funzionavano correttamente, la Tac non era operativa, mancavano l’impianto antincendio e gli ascensori porta lettighe antincendio e c’erano ancora carenze documentali per l’accreditamento dell’ospedale stesso alla Regione. Come si ricorderà, ci fu molta polemica in quel tempo per la fretta dovuta a una programmata inaugurazione, fortemente voluta dall’allora direttore generale Maurizio Aricò, del nuovo plesso ospedaliero. L’inaugurazione alla fine slittò anche per l’intervento dell’autorità giudiziaria. Iniziarono i trasferimenti dall’Ospedale Civile e dal Maria Paternò Arezzo, oltre che di pazienti anche di attrezzature e sale operatorie. Tutti i capi di imputazione che riguardano Drago sono relativi a quel momento storico. 

Il processo di primo grado, di fatto, non è ancora entrato nel vivo, non sono stati ancora escussi i primi testi. Ritardi e slittamenti, non ultimo quello della prossima settimana (è prevista una udienza il 9 febbraio che verrà rinviata per lo sciopero delle camere penali). Probabile che il collegio che si occuperà del processo in questione verrà modificato per il trasferimento del giudice Panebianco ad altro incarico, quello di Presidente del Tribunale di Caltagirone.

Sulla nomina di Drago è intervenuto anche il senatore di Fratelli d’Italia, Salvo Sallemi che, senza nominare Ammatuna scrive: “Spiace notare che qualche sindaco, garantista a corrente alternata, abbia inteso polemizzare in maniera demagogica”. Il senatore si ritiene convinto che la conoscenza di Drago del territorio “sia un valore aggiunto per il suo mandato” auspicando di poterlo incontrare presto per sottoporgli “le esigenze di potenziamento dei pronto soccorso e della rete di emergenza-urgenza, nonché per poter delineare un percorso per limitare le lungaggini delle liste d’attesa”

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