IL MUSEO DELL’OLIO SI ARRICCHISCE DI ALTRI IMPORTATI ARNESI

Il museo dell’olio, sito nel comune montano sin dal lontano 1997, si arricchisce di pezzi grazie alla donazione del dott. Giambattista Lo Presti Ventura. Questa importante donazione evidenzia attaccamento del chiaramontano Ventura, che pur risiedendo a Verona, rimane attaccato alla terra nativa. Il Dott. Lo Presti Ventura la scorsa estate si è recato a Chiaramonte Gulfi con un gruppo di rotariani di Verona che hanno visitato i musei comunali, restandone affascinati sia per la quantità degli spazi espositivi sia per la cura e l’accoglienza mostrata. “Ho apprezzato la perfezione nella ricostruzione di una antica cucina chiaramontana, con il forno.- Così scrive Ventura nella nota che ha fatto pervenire, soffermandosi sulla visita al museo dell’olio-  Noto che manca l’esposizione degli attrezzi per preparare ed infornare il pane fatto in casa”.

Da qui l’idea di fare dono di tanti oggetti appartenuti a sua madre, Paola Ventura, figlia del Barone Giambattista Ventura d’Intorrella e del Lago, conosciuta a Chiaramonte come la “maestra Paolina”, che insegnò per ben trenta anni nella scuola elementare. Sono tutti questi oggetti legati alla sua infanzia e li aveva portati con se a Verona per mantenere viva la memoria di quegli anni difficili della seconda guerra mondale. Nei giorni scorsi il nostro illustre concittadino, alla presenza del funzionario responsabile dell’Area Turismo, Gisella Puglisi, ha donato in memoria di sua madre, questi preziosi oggetti così da permettere una ricostruzione precisa di come si preparava il pane in casa agli inizi del‘900.

“La mia donazione mira ha comunicare alle nuove generazioni di quanto fosse ‘duro’ preparare l’alimento base delle nostre mense, il pane. —  così Ventura motiva la sua donazione – La preparazione era legata alla fatica e a tanta sapienza alimentare in quell’era quando il pane non era ancora uno dei tanti articoli da supermercato. – sottolinea- Far rivivere in un ‘nostro’ museo quell’atmosfera, potrebbe aiutare i giovani a recuperare sentimenti antichi. Gli stessi che abbiamo vissuto noi quando partecipavamo a questo antico rito che coinvolgeva le famiglie e ti dava il senso di appartenenza.  Spero che il mio non sia solo un sogno!”.

“In questi oggetti si conserva la memoria di una cultura contadina. -ha commentato il primo cittadino, Giuseppe Nicastro, che ha apprezzato il gesto del dott. Lo Presti Ventura. – La memoria merita rispetto ed attenzione e va certamente tramandata alle future generazioni perché riscoprano il senso dell’appartenenza e rivisitano la nostra ‘piccola’ storia”.

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