Il museo del costume del castello di Donnafugata destinato a diventare galleria espositiva. Gurrieri: “Non si capisce il perchè”

“Sembra che ci sia grande confusione in ambito culturale e turistico da parte di questa amministrazione comunale, soprattutto sul fronte della progettazione”. Lo afferma il consigliere comunale M5s Ragusa, Giovanni Gurrieri, dopo che la Giunta Cassì ha dichiarato di volere rilanciare il museo del costume realizzato nei bassi del castello di Donnafugata.

“A parte il fatto – aggiunge l’esponente pentastellato – che si può rilanciare qualcosa che già esiste e non gode di ottima salute, vorremmo comprendere come mai il Comune intenda cambiare destinazione d’uso al museo del costume: mai inaugurato. Ci riferiamo, in particolare, alla manifestazione d’interesse pubblicata dall’ente di palazzo dell’Aquila per fare diventare questa struttura, già completata e pagata con i soldi dei ragusani per un preciso scopo, una sorta di Galleria degli uffizi, richiedendo la disponibilità ad operatori di una certa caratura per l’allestimento di una mostra internazionale. Una volta che, come dichiarato dalla stessa amministrazione comunale, i lavori del museo del costume sono stati completati, non si comprende la reale ragione per cui si dovrebbe modificare la destinazione d’uso. Insomma, sembra una forzatura”.

“Ecco perché – aggiunge il consigliere Gurrieri – chiediamo maggiore chiarezza in proposito all’amministrazione comunale e vorremmo sapere che cosa ne pensa l’esperto della cultura, l’architetto Giuseppe Nuccio Iacono, lui che, pur essendo stato riconfermato nel suo incarico dalla Giunta Cassì, essendosi battuto per anni allo scopo di arrivare all’apertura del museo del costume, si troverà adesso con una “creatura” che nascerà non più come era stata pensata. Che senso ha tutto questo? Qualcuno ce lo spieghi. Ragusa, secondo noi, è una città che deve ospitare mostre di interesse nazionale, ma queste devono servire per rilanciare luoghi o spazi che necessitano di maggiore attenzione, dal centro storico a Ibla. E potremmo sceglierne a bizzeffe”.

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