IL MOVIMENTO DEI FORCONI IN POLITICA

Condivisibile la protesta dei Forconi. Per motivazioni e contenuti. Ma disapproviamo il metodo usato. Che abbiamo contestato subito. Sin dal primo giorno di sciopero. Gravissimo l’errore di bloccare le merci in uscita dalla Sicilia. Che ha provocato un vero disastro economico. Come hanno riconosciuto, a danno consumato, i capi della rivolta. Un errore commesso in buona fede. Certamente. Su irrazionale spinta emotiva. Probabilmente. Impossibile però da giustificare. Da giorni la protesta selvaggia e autolesionistica è stata, per così dire, sospesa. Dopo i colloqui palermitani e romani con la politica. In attesa di buone nuove. Ma intanto i dirigenti del Movimento hanno cambiato strategia. Anziché penalizzare aziende e lavoratori siciliani, bloccando produzione e commercio della roba di casa nostra, hanno preso di petto i Comuni, le istituzioni locali. Imboccando la cosiddetta fase 2. Il confronto-scontro cioè con sindaci e Consigli comunali. Per scuoterli dal torpore istituzionale. Decisione legittima. Ma strumentale. Quindi discutibile. Proprio perché era stato sbandierato ai quattro venti che avrebbero mantenuto rigorose distanze dai palazzi della politica. Ed invece, come volevasi dimostrare, hanno deciso di fare politica. Con liste da presentare alle amministrative e alle regionali. Questo e altro in democrazia. Ci mancherebbe. Del resto così hanno fatto tutti. Fin dai tempi di Lotta Continua. E, più recentemente, girotondini, indignati e grillini.

Primi a suonare la sirena ai Forconi il presidente dell’associazione Territorio, Michele Sbezzi ed il segretario Nello Di Pasquale. “Lavoriamo insieme per uscire dalla crisi che non è solo economica”. Questo il tempestivo “disinteressato” appello loro rivolto dai dirigenti della nota associazione “culturale” iblea.

Ma torniamo ai Forconi. Che si batterebbero dunque per cambiare la politica. E lo farebbero, si fa per dire, dall’interno. Come la Lega di Bossi. Partito di piazza e di governo. Bah!

Per quanto ci riguarda non siamo neppure sorpresi più di tanto. Perché il solito buontempone ci aveva avvertito. In tempi non sospetti. Essendo venuto a conoscenza che fra gli ispiratori e protagonisti del Movimento dei Forconi vi era l’avolese reverendo don Giuseppe Di Rosa, noto sociologo della Diocesi netina, ci aveva detto papale, papale: “Visto che fra gli ispiratori ed organizzatori del Movimento c’è lui, state pur certi che prima o poi, così come è avvenuto in altre situazioni analoghe, tutti i salmi finiranno in gloria…politica”.

 

 

 

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