Il monumento dei caduti in piazza San Giovanni a Ragusa, tra storia e degrado

“Realizzato agli inizi degli anni Venti dello scorso secolo dallo scultore siciliano prof. Turillo Sindoni, costato poco più di 60.000 lire e finanziato con soldi pubblici ed una lotteria cittadina, fu un importantissimo luogo della memoria dove le nostre bisnonne elaborarono il loro doloroso lutto per la immatura morte, durante la Prima guerra mondiale, dei loro figli e dei loro mariti. Fino agli anni 60-70 era normale vedere con il loro lungo scialle nero in testa, ed il Rosario in mano, anziane donne che si soffermavano a pregare per lunghissimi minuti davanti al monumento ai Caduti sito in piazza San Giovanni.

Sì, perché per loro era l’unico luogo, l’unica “tomba” che le teneva in contatto con i corpi dei propri cari che non videro mai più; i più fortunati vennero sepolti nei vari sacrari militari del Nord-Italia mentre altri dispersi tra le trincee ed i camminamenti nelle cime innevate alpine vennero appellati come militi ignoti. Dopo una silenziosa e commossa preghiera, queste sagome nere semicurve su loro stesse, si spostavano lentamente all’interno della Cattedrale dove nella navata di sinistra incontravano la Madonna Addolorata. Chi meglio della Madonna affranta per la morte del proprio figlio in Croce poteva comprendere il loro dolore? Ecco cosa ricorda il monumento ai Caduti di piazza San Giovanni. L’eterno dolore di una comunità che commemora i propri caduti unitamente alle famiglie ragusane di quest’ultimi”.

E’ quanto spiega il consigliere comunale di Ragusa Prossima, Gianni Iurato, il quale denuncia che “oggi il monumento in questione, un tempo bagnato da lacrime e sangue, è giornalmente bagnato da urina di balordi che hanno deciso di trasformare il sito in un lurido vespasiano, sotto gli occhi indifferenti della comunità ragusana in tutte le sue componenti. Mattonelle calpestabili divelte e pezzi di marmo mancante dal monumento, forniscono un’immagine pessima dello stato del sito. Già nel passato recente è stato preso di mira da ladri senza scrupoli che hanno trafugato in due momenti diversi (nel 2012 e nel 2014) due artistiche e pesantissime steli in bronzo donate nel 1924 dalla comunità formata da emigranti ragusani in Argentina. Un luogo rispettato integralmente per quasi 100 anni ma oggi lasciato alle prese con un inaccettabile oblio”.

“Finalmente – continua il consigliere Iurato – insieme con l’assessore ai Lavori pubblici, Gianni Giuffrida, giovedì scorso abbiamo organizzato un sopralluogo presso il monumento e, con il contributo fattivo e professionale dei tecnici comunali e del titolare della ditta di manutenzione, abbiamo individuato un primo intervento di manutenzione sia alla base attorno al monumento e sia nel monumento stesso. Si interverrà anche per ripristinare le artistiche grosse catene in ferro battuto che recintavano il monumento e che erano state rimosse.

Si manterrà l’attuale passaggio per le carrozzine dei diversamente abili. Sono rimasto colpito dalla sensibilità espressa sia dal tecnico comunale e sia dal titolare dell’impresa di manutenzione, oltre che dall’assessore, che mentre si parlava su quello che si deve fare, hanno esclamato: “Qui ci vuole un lavoro di precisione … ma più di tutto un lavoro di rispetto”. Bene, al termine della manutenzione straordinaria dei luoghi interessati, ci impegneremo con alcuni cari amici per attivare una “sottoscrizione” pubblica e privata per realizzare le due steli trafugate nel 2012 e nel 2014. Ma questo argomento lo affronteremo a tempo debito. Nel frattempo, attendo ancora che qualcuno renda noto l’esito delle indagini da me ufficialmente sollecitate nel 2014 attraverso una denuncia-esposto contro ignoti, formalmente presentata sia alle forze di polizia municipale locale, sia ai carabinieri. Questo delitto perpetrato nel cuore della città, al cuore della città, non può rimanere impunito, non possiamo accettarlo”.

Alcune curiosità storiche. Il 2 maggio del 1924, tra un bagno di folla, Benito Mussolini inaugurava il monumento a Ragusa. Scoppia la Seconda guerra mondiale e la presidenza del Consiglio dei ministri con circolare n.1732 del 06.10.1940, per esigenze belliche (costruzione di armi, ecc.), dispone in tutto il territorio nazionale la rimozione dei monumenti ai Caduti in bronzo di interesse minore. Una enorme contraddizione per il regime che 20 anni prima ne aveva sollecitato e promosso la loro costruzione in tutti i comuni.

Il 14 febbraio del 1941 con circolare n. 13 emanata dal sottosegretario di Stato è sollecitata la rimozione in quanto nessun Comune, ovviamente, aveva “ubbidito”. Il monumento ai Caduti di Ragusa e di altri moltissimi comuni della Sicilia Sud orientale si salveranno grazie all’interessamento del prefetto Sestini, nonché grazie ad una coraggiosa presa di posizione della Regia Sovrintendenza ai monumenti di Siracusa che di fatto scongiurò la certa fusione.

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