Il monaco buddista Gyosho Morishita “isolato” nella pagoda. Si realizza la nuova stradella

Verso una soluzione per la Pagoda della Pace di Comiso. Hanno preso il via i lavori per la realizzazione della stradella di accesso alla Pagoda ed al tempio annesso, dove vive il monaco buddista Gyosho Morishita, esponente della Nippozan Myohoji

Da circa un anno e mezzo Morishita è chiuso nel suo alloggio accanto al tempio e alla pagoda. Come agli arresti domiciliari, non ha più accesso alla pagoda perché la proprietaria della strada di accesso ha chiuso ogni varco, con cancelli e catenacci: il reverendo Morishita rimane isolato in cima alla collinetta di contrada Canicarao dove venti anni fa ha realizzato il tempio e la pagoda.

Morishita, 79 anni, accede al tempio da un sentiero ripido e accidentato

L’unica via di accesso alla Pagoda è oggi un ripido sentiero difficilmente percorribile, tanto più per un uomo che oggi ha 79 anni, di cui più di 40 trascorsi a Comiso. Un accordo raggiunto nel marzo dello scorso anno prevedeva il permesso di accedere alla pagoda in alcune ore del giorno sia per Morishita (che avrebbe dovuto avere la chiave del lucchetto) sia per i pellegrini che saltuariamente si recano al tempio per pregare.

Ma, nonostante l’accordo sottoscritto, il permesso di transito non è stato accordato. Ancora oggi il cancello rimane chiuso, nonostante il giudice, Giovanni Giampiccolo, un anno fa avesse accolto la richiesta di Morishita e sancito il diritto del monaco buddista a percorrere la stradella esistente per poter accedere alla Pagoda. Ora si dovrà realizzare la strada di accesso con costi a carico dell’attuale proprietario, signor Salvatore Giannì con la moglie Radiu Valbona ed un contributo di 5000 euro già stanziato dal comune. Anche il Comitato pro Pagoda contribuirà con 2500 euro, ma nel frattempo ne ha anticipati 5000.

La nuova stradella sarà parallela a quella già esistente che Valbona e Giannì non vogliono che venga utilizzata da estranei. La conclusione dei lavori è prevista per l’estate.

La raccolta fondi del Comitato pro Pagoda della Pace

Intanto, il Comitato pro Pagoda della Pace continua la raccolta fondi per raggiungere un obiettivo: l’acquisto del piccolo segmento di terreno su cui sorge la pagoda e che sarà così libera da ogni servitù e contatto con gli altri proprietari. Entro l’estate dovrebbe chiudersi il penoso capitolo che ha riguardato il reverendo Morishita, rimasto segregato in cima alla collinetta e costretto a percorsi accidentati per poter accedere al tempio e alla sua abitazione.

Gyosho Morishita era arrivato a Comiso all’inizio degli anni 80, al seguito del movimento pacifista che organizzò le manifestazioni contro l’installazione dei missili Cruise. Scelse di rimanere a Comiso e di realizzare, interamente a sue spese, la Pagoda della Pace, una delle cinque simili in Europa (unica in Italia). Salvatore Giannì scelse di donargli una parte del suo terreno di contrada Canicarao, ma l’accordo non venne formalizzato e agli altri rimane solo una concessione per 99 anni. Successivamente l’uomo si è sposato e insieme alla moglie, Radiu Valbona, ha scelto di non consentire più l’accesso a Morishita. La querelle si è aggravata negli ultimi anni e Morishita è rimasto isolato in cima alla collinetta, quasi agli arresti domiciliari.

Tre anni fa era stato avviato il percorso per chiedere in via straordinaria al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la concessione della cittadinanza italiana. Morishita infatti è ancora un cittadino giapponese. La procedura già avviata dal sindaco Maria Rita Schembari si arenò poiché il Giappone non consente ai suoi cittadini di avere la doppia cittadinanza.

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