IL MODICA JAZZ FESTIVAL SI AVVIA AL TERMINE

Entra nel vivo, con piacevoli sorprese, Modica jazz Fest che si avvia al termine con un programma ricco di attrazioni e di interesse con delle star autentiche del jazz internazionale. Il pubblico di Cava di Pietra Franco ha goduto, ieri sera, di un fuori programma. Partiamo dall’anteprima. Intorno al jazz (lo spazio dedicato ai giovani talenti) ha visto insieme, per la prima volta, il percussionista Claudio Santangelo ( che si era esibito, con successo, alla marimba la sera precedente) e Sarìa Conventino alla fisarmonica. Un sodalizio ben riuscito, hanno eseguito in scioltezza dopo solo tre prove brani di Piazzolla, Piovani, Morricone, con un’intesa quasi perfetta che il pubblico ha molto ben apprezzato. La Convertino ha confermato la fama che la precede e si impone, come il curricula dimostra, come uno dei migliori talenti che il Santa Cecilia sta formando. Di Santangelo già abbiamo detto. La duttilità e la sensibilità artistica hanno fatto il resto. Il pubblico ha molto gradito e ha dedicato un sentito standing ovation finale alla giovane coppia di artisti. La Napoli di ieri e di oggi e la napoletanità, vivace, polposa, ora triste ora brillante, nel mondo di Maria Pia De Vito, cantante, compositrice, arrangiatrice di lungo corso, che ha proposto i pezzi più belli del nuovo album  “O Pata Pata” accompagnata da un pianista, Huw Warren, che conferma, ancora una volta se ce ne fosse bisogno, un collaudato e ben riuscito sodalizio già sperimentato con successo con l’album “Diàlektos”.

Un concerto di un’ora e venti ripassando, con originalità, studio e sperimentazione, i testi di Totò, di Checco Angiolieri ( si quello di “Si fossi foco”), di Chico Buarque de Hollanda, Antonio Carlos Jobim calato nel contesto di una napoletanità che nell’arte della De Vito diventa strumento per dichiarare la liberazione di un mondo che si vuole più equo e a misura di persona ed eco sostenibile. Allora i titoli dei testi diventano simboli, come le parole che Napoli s’inventa “Strummolo a tiriteppola, Curre Maria (Olha Maria), Si fosse fatto foco, ‘O pata pata’. Un messaggio politico di speranza che passa attraverso il senso dei testi e del ritmo di una melodia che mette insieme esperienze brasiliane e italiane ( “perché i napoletani sono come la gente del Brasile, impertinente, come chi ne ha viste tante, troppe”). E allora venga “O Pata Pata” ( nel gergo napoletano è il temporale che pulisce e riordina tutto) cioè il bagno liberatorio che purifica i cuori e l’anima di un mondo che non va.

 

 

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