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IL MALATO IMMAGINARIO
04 Nov 2015 08:46
Conosciuto al grande pubblico per il personaggio Litterio, Enrico Guarneri è un artista capace di interpretazioni magistrali. Sensibile, malinconico, ironico, sarcastico… Guarneri ha mille volti e sapientemente diretto da Guglielmo Ferro, domenica alle 18 al teatro Cannata di Città della Notte a Villasmundo porterà sul palco “Il malato immaginario” di Molière, in collaborazione con Teatro in primo piano e Teatro Abc di Catania.
Quello che andrà in scena sarà un Argante rivisitato ma rispettoso delle indicazioni dell’autore, che l’aveva creato pensando a sé stesso e ai suoi cinquant’anni, un uomo che vive tra medici e medicine. Sul palco saliranno anche Pietro Barbaro (Dottor Diaforetico), Francesca Ferro (Tanina, serva di Argante), Nadia De Luca (Angelica, figlia di Argante), Giovanna Centamore (Beatrice, moglie di Argante), Giovanni Strano (Cleante, amante di Angelica), Rosario Minardi (Bernardo, fratello di Argante), Vincenzo Volo (Tommaso Diaforetico), Ciccio Abela (Purgone, medico di Argante), Doriana Nobile (Lisetta, figlia minore di Argante) e Rosario Marco Amato (Notaio).
Molto siciliano anche il cast tecnico: le scene sono di Salvo Manciagli, i costumi di Riccardo Cappello, mentre la realizzazione delle scenografie è stata affidata a Cinzia Puglisi; direttore di scena è Salvo Patania, macchinisti sono Carmelo Bergamo e Tommaso Patania, la sarta è Maria Ragonese, aiuto regia è Claudio Aprile, assistente alla regia è Alessia Zarcone e suggeritrice è Nuccia Mazzarà.
Da molti ritenuto il capolavoro assoluto del teatro di Molière, la storia de “Il malato immaginario” è nota e narra le disavventure di un ipocondriaco Argante, padre di una bella figlia, marito di una donna opportunista e fedifraga e vittima di uno sciame di medici ciarlatani. I guai cominciano quando Argante promette la figlia in moglie ad un giovane ma stolto dottorino di fresca laurea, in modo da potersi garantire un sereno futuro di consulti e ricette. L’ostilità della figlia, segretamente innamorata di Cléante, e la calcolata ingerenza della moglie, algida esecutrice di un piano truffaldino, finiscono per spingere il povero Argante in una trama di inganni, equivoci, burle e finzioni, giocate sul suo carattere burbero ma ingenuo. Ipocondriaco sino a rasentare la follia, Argante vive di medici e medicine, spiando ossessivamente in se stesso i sintomi di tutte le possibili malattie. Su questa base scattano i meccanismi classici della commedia… domenica in scena.
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