IL LAVORO QUESTIONE CENTRALE IN TUTTA L’EUROPA

Il tema del lavoro ha assunto una nuova centralità. Anche a cavallo della crisi. Ma occorre superare la precarietà. Che non garantisce lo sviluppo”. Lo ha detto Michele Consiglio, vice presidente nazionale delle Acli, chiudendo, ieri pomeriggio, i lavori del quarto seminario di formazione per dirigenti tenutisi a Ragusa ed aventi per tema “La questione del lavoro: tra identità individuale e responsabilità sociale”. “Il tema del lavoro – ha spiegato Consiglio – non può più avere una dimensione nazionale o regionale. Ciò che accade a Pomigliano ha un’influenza sulla Polonia, ciò che accade a Mirafiori e a Torino ha un’influenza sulla Serbia, ciò che è accaduto in questa regione con Termini Imerese va collocato in ambiti con regole che non possono non avere una dimensione internazionale. Sono terminati i tempi su cui si può regolare tutto su un registro locale. Credo che la globalizzazione ci interroghi in questo senso sia per quanto concerne i posti di lavoro sia con riferimento alle tutele e ai diritti che, in questo clima, rischiano di venire meno”.

E’ stato il presidente provinciale delle Acli, Rosario Cavallo, a sottolineare che “questa associazione si è scommessa e si sta scommettendo su un tema fondamentale e sicuramente ostico: il lavoro. Stiamo mettendo in campo idee, proposte, risorse e desideriamo arrivare fino in fondo facendo sintesi delle espressioni, delle esperienze e delle grandi potenzialità di cui ha la fortuna di essere provvista in materia, confrontandosi quanto più possibile con gli addetti ai lavori delle sensibilità più diverse. L’obiettivo è una sintesi quanto più condivisa dal mondo aclista da proporre con forza al Paese”. Con riferimento a quanto sta accadendo anche in provincia di Ragusa, Cavallo ha aggiunto: “Ritengo che una delle parole chiave di questo tema sia “flessibilità”. Tanta, probabilmente troppa, ne è stata introdotta nei rapporti di lavoro e gli studi e le statistiche ci dicono che nonostante il forte contenimento del costo del lavoro e le concessioni ai datori di lavoro nelle assunzioni, pochissimi sono i vantaggi che il sistema produttivo ne ha ricavato”.

Ad introdurre il seminario, dopo il momento di preghiera tenuto da mons. Giovanni Battaglia, incaricato formazione spirituale delle Acli, è stata Antonella Occhipinti, responsabile provinciale Formazione Acli, che ha chiarito quale l’obiettivo che guida il percorso di formazione “che è quello di chiederci – ha sottolineato – come si possa riattivare un protagonismo delle persone in quanto individui e non soggetti economici”. Nella propria relazione, don Mario Cascone, docente di Teologia morale e bioetica, ha fatto riferimento all’etica del lavoro. “Il lavoro umano è – ha detto – secondo la “Laborem exercens” di Giovanni Paolo II, la questione centrale di tutta l’etica sociale. Attorno ad esso, infatti, ruotano i diversi temi della giustizia sociale: la promozione del bene comune, l’uguaglianza dei cittadini, il rispetto della dignità di ognuno, il diritto all’onesto sostentamento in un quadro di solidarietà e di sussidiarietà, un’economia che ponga al centro la dignità della persona”. Claudio Saita, direttore del Centro studi regionale Acli “Mons. Cataldo Naro”, ha chiesto che “le giovani generazioni siano seguite e accompagnate in un percorso di vita progettuale che consenta di superare un disagio crescente che porta a fenomenologie patologiche dentro e fuori della famiglia anche molto gravi, come le cronache di tutti i giorni ci testimoniano”.

Santino Scirè, presidente regionale delle Acli, ha snocciolato dei dati secondo cui “tra il 2008 e il 2009, in Sicilia, 40 mila persone hanno perso il posto di lavoro mentre, oggi, 23 persone su 100 operano in modo assolutamente non legale. Dati che ci devono far riflettere – ha proseguito – perché la Sicilia è ancora in crisi profonda. La crisi economica e sociale passa attraverso il rilancio di politiche attive del lavoro serie e credibili che possano consentire ai giovani una permanenza in questa terra”. Di nuove povertà e identità sociale ha invece parlato la psicologa Simona Licitra, responsabile provinciale organizzazione e sviluppo delle Acli, facendo riferimento, nella sua relazione, all’anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale. “Solo allo sportello Enaip di Vittoria – ha detto – da giugno ad oggi ben cinquecento persone hanno tenuto un colloquio per la perdita dell’occupazione. Una condizione che può generare malattie psicosomatiche”. (c.m.)

 

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