IL GRECHETTO DI TODI

Il grechetto di Todi è un vitigno che nulla ha a che fare con il grechetto comune, nonostante sia stato considerato per molto tempo lo stesso vitigno. Il primo, infatti, appartiene al clone g5, mentre il secondo al clone g109.

Una prima differenza tra il grechetto di Todi e quello comune od orvietano sta nel grappolo, che in quello todino risulta più compatto, con la buccia dell’acino più sottile e con un tempo di maturazione più precoce. Queste caratteristiche fanno sì che il grechetto di Todi poco si adatti all’appassimento e alle vendemmie tardive.

Le origini del grechetto di Todi sono sconosciute, nonostante in Umbria lo si consideri un vitigno autoctono e lo si associ al vino tuderte già indicato da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia. Si ipotizza che il grechetto, sia di Todi sia orvietano, come il greco, il grecante e la garganega, debbano il loro nome, non tanto alla provenienza greca, quanto piuttosto a un prodotto pregiato o al gusto che ricordava i vini greci.

Il grechetto di Todi è diffuso principalmente nella zona di Todi, ma è presente anche in Emilia Romagna, dove lo si conosce con un altro nome: pignoletto nel bolognese, dove è legato alla DOC Colli Bolognesi. Una DOC abbastanza confusionaria, dove sono presenti sette sottozone e da dove il Pignoletto si è staccato, ottenendo un riconoscimento autonomo: Colli Bolognesi Classico Pignoletto. La resa massima è abbastanza buona (9 t/ha), ma al Pignoletto possono concorrere, per un massimo del 15%, tre vitigni poco significativi: il pinot bianco e/o riesling italico e/o trebbiano romagnolo. Dà vini  di un giallo paglierino tenue, con profumi di frutta gialla e fiori gialli. Nelle versioni migliori in bocca è caldo, morbido, abbastanza fresco e ben strutturato, con una discreta persistenza che chiude con un gradevole finale leggermente ammandorlato. Nelle versioni più semplici ne esce un vino da aperitivo, delicato e poco strutturato, adatto alla spumantizzazione col metodo Charmat. Di pochissimo interesse è il pignoletto prodotto nella zona della DOC Reno, poiché i vigneti sono in pianura e, a peggiorare la qualità, ci pensano le rese altissime (15t/ha).

Per quanto riguarda il territorio todino, ci sono solo cinque cantine, che, associate sotto il nome di Associazione Progres per il grechetto di Todi (Produttori Associati Vino Grechetto di Todi), con circa 480 ettari piantati di questo vitigno, producono il grechetto di Todi.

Dalla vendemmia 2010 il grechetto di Todi uscirà in commercio come DOC Todi. Fino ad allora veniva imbottigliato come sottozona della DOC Colli Martani. A dire il vero cambia molto poco. Rimane, infatti, la scelta di mantenere dalla vecchia DOC Colli Martani la possibilità di un’aggiunta al grechetto di Todi del 15% di altri vitigni. Questo ha senso se si inserisce un vitigno ricco di acidità, che è l’anello debole del grechetto di Todi. Ma incomprensibile resta il fatto che le tipologie rientranti nella DOC Todi altro non sono che una traslitterazione, con pochissime differenze, di parte del disciplinare DOC Colli Martani. In pratica la zona a sud della DOC Colli Martani si è scissa per dare vita a una DOC leggermente migliorativa per la presenza della tipologia Superiore, che ha rese più basse. Un punto decisamente controverso è la possibilità dell’arricchimento dei mosti: ovvero il taglio con mosti provenienti dal meridione d’Italia, per potenziare il grado alcolico e la struttura.

In genere il grechetto di Todi nelle versioni più curate è un vino giallo paglierino piuttosto intenso. Ha profumi intensi di frutta matura aggrumata, tipica è la nota di cedro, e fiori gialli. In bocca è morbido, caldo, discretamente fresco, buona  la sapidità, di corpo, con lieve finale ammandorlato.

Le versioni più semplici sono abbastanza insignificanti, proprio per la poca acidità che presenta questo vitigno: vini giallo paglierino, fruttati, leggermente floreali, morbidi, abbastanza freschi, con poca persistenza.

Le bottiglie prodotte di grechetto di Todi sono decisamente poche e di norma chi produce vini da questa uva ci tiene a precisare la differenza con il grechetto comune. Nell’etichetta, infatti, in assenza della specificazione di Todi ci si riferisce al grechetto comune.

 


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