IL GIRO PIZZOLI, UNA NUOVA MODA ALIMENTARE CON SIMPATICI RISVOLTI

Sta diventando una simpatica moda, nella città di Ragusa, il cosiddetto “giro pizzolo”. Per chi conosce già il più famoso e ormai da anni diventato un classico “giro pizza”, comprende bene di cosa parliamo. Solo che, al posto delle pizze, ci sono i pizzoli. La differenza è quindi minima: gli amici si siedono attorno al tavolo della pizzeria sul quale cominciano ad arrivare pizze diverse, tagliate a quarti, sulle quali si lanciano i commensali affamati. Quando, alla terza o quarta portata (e con sapori giustamente in “crescendo”, chè se tu mangi prima la pizza ai peperoni e poi la margherita, questa “non ti sa di niente”), lo stomaco inizia a lamentarsi, si rallenta con la foga, per tornare ad essere civili commensali e non trogloditi del paleolitico (si badi: queste sono personalissime considerazioni di Hicusuntleones, che, per propria personale formazione e per assidua e quasi secolare frequentazione è classificabile nelle parti molto basse della società civile, che nel suo caso tanto civile non è più).

Con i pizzoli però la metodologia, pure uguale, permette di gustare questa variante della più famosa pizza. Sostanzialmente si tratta di pizze chiuse, tipo “scaccione” di Monterosso, ma più sottile e molto gustoso, anche perché le possibili combinazioni sono tantissime, grazie al fatto che all’interno del zizzolo si può effettivamente mettere di tutto, per poi concludere, almeno nella pizzeria-ristorante dove sono stato io, con due tipi di pizzoli dolci: uno spalmato di nutella (ed è buono), ed uno con sopra la ricotta “scaniata” insieme a pezzi di cioccolato (ancora più buona, almeno per i palati rustici come il mio).

Tutto bene quindi? Una moda che finalmente non fa inorridire i soliti snob ragusanini che preferiscono andare alla ricerca di ristoranti originali, non troppo frequentati, dove possono serenamente farsi sfottere i soldi per mangiare zucchine bollite e bere rossi francesi che sanno di acqua calda per lavare i piatti (ma dopo averli lavati)? Proprio così, tutto bene. Ma con un simpatico, quanto imbarazzante, risvolto, di ordine “sociale” che deve essere saputo gestire. Poiché il “giro pizzoli” è attualmente offerto da una famosa pizzeria alla immediata periferia di Ibla (e qui non c’è nessun problema) e dal ristorante annesso ad un famoso, e tra i più antichi, alberghi del centro storico di Ragusa Superiore. Bene, in questo caso, si stia attenti, perché non via accada quanto successo a due amici miei, funzionario di alto livello di un istituto di credito il primo, ed insegnante il secondo che, andati a fare il giro pizzolo al ristorante-albergo con altri loro amici, dovettero lasciare la comitiva in tutta fretta per correre a casa (nulla di grave, per fortuna). Quindi si precipitano fuori dalla porta dell’albergo, indossando di corsa i giubbotti e rossi in faccia, “affarati” si direbbe in ragusano. Peccato che proprio davanti la porta dell’albergo sostasse in conversazione un gruppo di sei o sette loro amici che, nessuno glielo toglierà mai dalla testa, si sono convinti di aver visto due “amici”, molto “amici”, che il venerdì sera si danno convegno in un albergo del centro.

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