IL GIORNO DEL COLLOQUIO

Il giorno del colloquio è un giorno di piena gioia e felicità per noi detenuti, un giorno che aspettiamo con tanta attesa perché dopo una settimana, un mese e anche di più, rivediamo i nostri familiari. I giorni stabiliti sono il martedì e il venerdì, ma per alcuni non sono pieni di gioia perché ci sono molti detenuti che non fanno colloquio a causa della lontananza dalla famiglia, per mancanza di disponibilità o perché non si ha nessun familiare che viene a trovarli. Questo importante momento si svolge in una saletta in cui sono disposti dei tavoli sotto l’occhio vigile della polizia penitenziaria che ci sorveglia.

In ogni tavolo, si siede un detenuto con i propri cari, genitori, moglie e figli, con tanta tristezza negli occhi, per quell’ora che abbiamo a disposizione che vola via senza accorgercene. Poi, il suono della campanella, il segnale del colloquio finito, un ultimo abbraccio e, qualche volta, anche una lacrima. Mi colpisce molto vedere quei bambini che dovranno aspettare altro tempo per rivedere i propri padri e i volti delle mamme, compresa la mia, che aspettano il giorno del nostro ritorno a casa, di cui in certi casi non si conosce ancora la data.

Si torna in cella, si sistema la roba pulita e si trascorre la giornata annusando il profumo delle lenzuola che ci fa sentire a casa, pensando al prossimo colloquio. Riflettendo sulla sofferenza provocata da questo distacco, posso dire che ce la vogliamo noi, è colpa nostra e delle nostre azioni sbagliate.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it