IL GIOCO DELL’OCA

Che cosa non funziona nella nostra Sanità Pubblica? Quali sono i fattori di crisi? Quali le emergenze?  Nei nostri presidi ospedalieri e nella Medicina del territorio quali sono le crepe e quali i processi positivi in atto per quanto riguarda la qualità operativa? E’ in corso un cambiamento per rendere il servizio di tutela della salute vicino all’utente e ai suoi bisogni? A che punto siamo per la programmazione di un piano di formazione in servizio e di aggiornamento del personale medico,sanitario e ammnistrativo? Esiste o è da creare  una dinamica, articolata e qualificata iniziativa sociale e culturale per favorire la promozione di una moderna coscienza sanitaria nel cittadino  al fine di tutelare la salute come diritto primario e dovere comunitario della nostra società e delle nostre istituzioni nel territorio attraverso un sistema agile e partecipato di prevenzione qualificata e permanente per  fasce di età?

Le domande sono ormai diventate veri e propri interrogativi di riflessione e di azione comune  di analisi critica e di intervento a livello generale,siciliano e ragusano . . Che fare?  Bisogna promuovere una intelligenza diffusa e valida di valutazione onesta e appropriata. In attesa di uno studio aggiornato e qualificato bisogna individuare delle linee concrete di posizione della nostra questione “Sanità Pubblica e Salute primaria”.
La ricerca  delle risposte concrete più adeguate deve coinvolgere tutti. Tutti  dobbiamo agire in modo etico e  corresponsabile per l’oggi e per il futuro perché tutti siamo virtualmente potenziali ammalati e interessati ad avere ed assicurare a tutti un livello di prestazioni tecnicamente valide,umane e civili. Una buona sanità non è garantita da un motore inadeguato sia nella classe dirigente che nella struttura operativa. L’impostazione aziendalistica e manageriale vigente potrebbe degenerare e vanificare  il bene comune generale. E’ evidente che la mancanza di coordinamento  delle  finalità terapeutiche ed  umanitarie della Sanità pubblica è la causa dei percorsi  anomali che generano casi di Mala Sanità e fanno diventare patologico il laisser faire ,l’andazzo alla carlona. Risultato analogo  produce la dittatura degli interessi costituiti o il dominio del burocratismo deresponsabilizzante. Un  personale demotivato abbassa la qualità e l’efficienza della prestazione qualunque ne  sia il livello di difficoltà e di urgenza e finendo, oggettivamente, con le lungaggine e le inefficienze della Medicina Pubblica per favorire il ricorso quasi  culturale e sistematico alla Medicina privata favorendone di fatto gli interessi e la espansione. Si moltiplicano le strutture e i ruoli,aumentano i doppioni e i costi del servizio e la greppia delle categorie e delle corporazioni unitamente all’aziendalismo di supporto a detrimento della finalità sociale  dell’Ospedale e della Medicina del territorio  per l’uomo e per i più poveri. La vigilanza critica,culturale e politica è affidata all’etica della corresponsabilità ed è un ruolo politico complessivo dell’associazionismo democratico,sindacale e popolare. Non sembri una alienante digressione questa introduzione perché il caso che viene segnalato è emblematico di un processo involutivo che mette in ombra il tanto bene e onesto  servizio medico qualificato e adeguato che esiste nella nostra AUSL di Ragusa per l’uomo, per i più poveri  e i più bisognosi. L’ apprezzamento popolare,la stima e la fiducia meritata dei medici e del personale sanitario sono il capitale più prezioso di una società buona e democratica. Per questo  una  colpevole inefficienza o una distratta gestione dei servizi sociosanitari non garantiscono la funzione primaria di primo livello della Assistenza e della prestazione sanitaria-.

La nostra capacità di governance  complessiva del nostro sistema sanitario di far fronte ai livelli minimi e alle emergenze è la prima tessera di qualità. La domanda sintetica e riassuntiva in generale e per ogni settore deve essere a mio modo di pensare(non esente da studio e da esperienza nell’USL 23 all’inizio del processo riformatore in Sicilia!) la seguente: Il livello di assistenza e di prestazione qualitativa in termini di dignità umana,di competenza tecnico-sanitaria e di civiltà è sufficiente o bisogna “rottamare” metodi stantii  e abitudini non confacenti? Se stiamo al caso (uno tra i tanti!!??) che riferisco, la risposta è gravemente negativa; se consideriamo il livello primario dell’efficienza  della struttura di dare una rapida risposta ad un problema socio-sanitario emergente. Purtroppo una contraddittoria  e irresponsabile gestione iperburocratica dei processi di decisione amministrativa partorisce risultati negativi che  spesso offendono pesantemente e gravemente da vicino l’etica pubblica,la civiltà del nostro sistema sanitario  e il rispetto, che una volta era sacro,della dignità della persona umana del cittadino utente. Bisogna ricordare che è questo il fine fondamentale e“costituzionale”(sancito nella nostra COSTITUZIONE!) e la ratio fondante ispiratrice e animatrice dell’etica della Riforma sanitaria ,anche in Sicilia.

Il CASO EMBLEMATICO del Gioco dell’Oca:

II° Promemoria per l’On.Giuseppe Di Giacomo(Lunedì 4 genn.16) – Sede

Il primo promemoria del 22 nov.2015 e servito a rinverdire,come ricorderai, i termini della questione e a precisare che l’istanza(presentata alla AUSL di RAGUSA il 26 sett.2014) per la fornitura di una protesi acustica di tipo Baha Cordelle a favore e beneficio del paziente: Vicari Mario di anni 79(nato a Ragusa il 2/04/1936),affetto di accertata anacusia Sx e ipoacusia mista destra,accertate e conclamate anche a livello del Policlinico dell’Azienda Ospedaliera universitaria”Gaetano Martino” di Messina(così come risulta dalla relativa documentazione precedentemente annessa!).

Con questo secondo pro-memoria di oggi,4 genn.2016,si vuole precisare ad ogni buon conto e per ulteriori livelli di responsabilità morale,amm.va e legale che detta pratica movimentata ,in questo ultimo mese,dal Direttore Sanitario,Dr.Giuseppe Drago, si trova in un vicolo cieco e rischia di perire in un labirinto illogico e incoerente per quanto riguarda l’aspetto sanitario e della sua urgenza perché è prevalsa la qualità burocratico amm.va dello schema precedentemente usato per istruire simili pratiche.Si cade in un ragionamento di tipo tautologico per cui le premesse già contengono l’esito scontato e negativo della decisione relativa in quanto si fa appello al contenitore(iscrizione nel predeterminato nomenclatore tariffario!) o al budget (insufficiente dotazione finanziaria per esitare tutte le richieste o la maggior parte di esse,prescindendo dalla gravità del problema sanitario e dalla necessità di una protesi adeguata.Se la prassi sembra ,come si dice,prevalentemente quella di distribuire un piccolo contributo finanziario alla maggior parte dei richiedenti le protesi,allora si cadrebbe nella ingiustizia più evidente in quanto “non c’è nulla di più ingiusto che far le parti uguali tra diseguali e non si rispetterebbe la qualità primaria e prioritaria della decisione amministrativa a riguardo secondo la ratio cogente e moralmente vincolante del rispetto in assoluto della priorità di merito e di scopo del livello sanitario su altre ragioni non attinenti in senso stretto e proprio alla gravità della deficienza di salute e di abilità. Non può essere la prassi ma la valutazione della determinazione dell’atto amministrativo di deliberazione a fronte del bisogno specifico da soddisfare e questo dichiarandolo in delibera in modo esplicito. Qualora si volesse seguire il criterio di concedere un piccolo contributo finanziario a quante più persone possibili per le protesi che sono materialmente indicate e comprese nel nomenclatore tariffario di esemplificazione o sono di costo finanziario non superiore(per esempio!) a due mila euro,si prescinderebbe dallo spirito e dalla lettera della normativa generale del SSN e di quella specifica relativa agli handicaps e alle protesi necessarie o integrative.E’ evidente che bisognerà conciliare nell’atto deliberativo il bisogno sanitario con il bisogno economico della condizione del paziente che fa richiesta alla AUSL di Ragusa.E’ nota la varia casistica in termini di discrezionalità che si è verificata anche nella stessa Regione Sicilia tra le AUSL di Siracusa e Caltanissetta o di altre province….Assume peso e spessore determinante nella decisione soprattutto il bisogno sanitario,accertato e documentato,in relazione al bisogno di vita e di salute fisica e psichica come si esprime meglio o necessariamente attraverso l’ausilio delle protesi adeguate e qualificate secondo l’handicap (visivo,uditivo etc..).La protesi ,per la sua stessa natura,è un ausilio tecnico,in certi casi,necessario e fondamentale per aiutare o dotare il paziente di un arnese che renda il paziente affetto da handicap a vivere una vita di relazione e di socializzazione più degna di essere umana e costruttiva. In certi casi la protesi,adeguatamente scelta e dotata,può evitare di superare momenti di depressione e solitudine che si associano nelle persone affette da handicap alle difficoltà  di impedimento e di padronanza del proprio corpo e della propria personalità,soprattutto nella prima giovinezza e soprattutto nella vecchiaia. E’ evidente che contrastano un tale obiettivo di qualità sanitaria ed esistenziale della vita di relazione atti amministrativi lunghi,complicati e pesantemente burocratici,spersonalizzanti e tautologici-ripetitivi che sono di loro natura non coniugabili né positivi in ordine al recupero o alla conquista o alla integrazione di abilità e di funzionalità con adeguate protesi sempre più valide ed efficaci. Si vede a riguardo il livello di civiltà della giusta e buona salute umana se su questa via si operano decisioni amministrative di valore e di scopo,ben strutturate e finalizzate ad immediata e personalizzata esecutività. Si restituisce così un giovane,un adulto,un uomo alla sua funzionalità umana e alla sua capacità professionale e cooperativa.

Nel nostro caso,quello della istanza di protesi del paziente VICARI MARIO di cui alla nostra richiesta e sollecitazione amministrativa,dopo l’accertata e qualificata azione altamente professionale di accertamento e di valutazione medica e sanitaria della gravità e mancante funzionalità uditiva e armonia psicosomatica si ritiene necessaria una definizione urgente della pratica e la concessione della protesi richiesta o di indicare esplicitamente come fare per restituire il paziente alle normali e possibili migliori relazioni di vita e di ascolto dei figli e dei nipoti.

Grati a nome dell’interessato per il diligente e attento esame prioritario del forte e imprescindibile bisogno medico e sanitario dell’unica protesi che può aiutarlo a ritornare a vivere. Si resta pertanto in attesa della coerente e logica delibera di concessione della protesi confacente e adeguata al livello della quantità e gravità dell’handicap.

E si ringrazia per la positiva conclusione dell’iter che dura da tanto tempo.

Prof.Luciano Nicastro – già primo presidente del Comitato di Gestione della USL n.23 di Ragusa.

Viene presentata il 26 sett.2014 istanza per la fornitura di una protesi a favore di un paziente di 79 anni affetto da accertata anacusia Sx e ipoacusia destra mista,accertate e conclamate anche a livello del Policlinico Universitario di Messina.La sordità è tale da precludere rapporti e relazioni essenziali nella comunicazione familiare e sociale. Da questo momento inizia la movimentazione burocratica e sanitaria ad hoc. Viene incaricato il primario competente di accertare la persistente (!?) sul piano sanitario  gravità della condizione precedentemente accertata e l’esito è favorevole alla concessione del presidio sanitario più adeguato rispetto al bisogno che viene indicato nella protesi richiesta e tecnicamente più efficace.Il  19/04/2016 invece il DIRETTORE GENERALE dell’ASP di Ragusa, che ha seguito tutto il lungo percorso investigativo con il suo staff, comunica che la pratica del paziente si può ritenere conclusa,ma  la decisione amministrativa da lui assunta e relativa all’istanza, è inaspettatamente negativa per 2 motivi(il richiesto presidio non è incluso nel nomenclatore e l’Assessorato reg.le della Salute con la NOTA (circolare!)dell’8/6/2010 ne ha vietata la concessione e inoltre a Gennaio 2016è stata esitata negativamente con la stessa motivazione anche un’altra pratica analoga sul piano amministrativo(ma non sul piano sanitario!).Ora è chiara l’illogicità,la contraddittorietà e l’assurdità di questo procedimento che taglia sul nascere la possibilità normativa della richiesta e ne impedisce la concessione. Senonchè  ad un attento esame di tipo “cronologico e specifico” ci si accorge che si applica una circolare del 2010 ora mentre prima non produceva effetti di impedimento. Un’ altra NOTA quella del 18/02/2002 aveva precedentemente consentito la richiesta e la concessione dei presidi “extra nomenclatore”. Valga la semplice considerazione e  il semplice ragionamento  che quelle disposizioni( circolari e NOTE !), a cui si fa riferimento, se erano vive e vigenti prima, ci chiediamo perché è stata aperta e consentita la movimentazione della richiesta presentata nel 2014 e non è stato immediatamente dichiarato e comunicato il non luogo a procedere. Se esse non erano “assolute nel’escludere le eccezioni di tipo sanitario e il ricorso a richieste di  protesi non previste dal nomenclatore ufficiale perché ora viene smentita la prassi posta in essere e caducata la procedura e con essa la speranza,pur in presenza di una accertata  e documentata fondatezza”sanitaria” della richiesta;perchè si sta usando ora a posteriori una NOTA di valenza contingente nel  2010 per motivare e dichiarare un dispiaciuto non possumus in presenza di una norma ancora “cogente”anche se sul piano tecnico-sanitario sarebbe richiesto dalla condizione di anacusia Sx e ipoacusia destra mista accertate e conclamate. In realtà si sta usando a posteriori ,in Gennaio 2016, circolari e indicazioni diverse nel tempo e nella cogenza per  comunicare una decisione mal fondata di tipo negativo. E’ appunto il gioco dell’Oca a danno del paziente. Cui prodest… Allego ora ad ulteriore comprensione dell’inspiegabile decisione  ultima del DIRETTORE GENERALE  il mio promemoria del genn.2016 inviato al Presidente della Commiss.Sanita’ dell’Ars per illustrare  e chiarire  il livello grave del problema sanitario e la fondata richiesta della protesi specifica.,Dato il percorso non lineare e sostanzialmente tortuoso dell’iter burocratico dell’esame della pratica di richiesta della protesi avanzavo l’ipotesi e il timore che tutto sembrava condurre ad una  conclusione negativa della istanza stante il percorso e ragionamento di tipo contorto e tautologico.

Questo purtroppo è quanto accade nella nostra AUSL di RAGUSA.

 

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