È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL GENOVESE VENTURA AL TIMONE DELL’IMBARCAZIONE ITALIA
05 Set 2016 09:44
L’allenatore ex Torino, è stato essenzialmente scelto per i seguenti tre fattori: il puntare, con la conseguente valorizzazione, su giocatori giovani; l’essere, a detta di tutti gli addetti ai lavori, un vero e proprio maestro di calcio ed il proporre un gioco offensivo e divertente. Ovviamente, la sfida è assai impegnativa, in quanto un conto è allenare, anche a livello di pressioni, un team di medio-alto livello della Serie A italiana, mentre ben altro discorso è avere il peso di condurre verso obiettivi importanti una delle più gloriose selezioni nazionali del mondo.
Schema di gioco: almeno inizialmente, sia per via degli automatismi acquisiti che per gli ottimi risultati prodotti, si è deciso di puntare sul 3-5-2. Per quel che concerne il reparto arretrato il blocco Juventus, formato da Buffon tra i pali e Barzagli, Bonucci e Chiellini nel terzetto, la fa da padrone. Passando alla metà campo, le scelte ricadono su un play, due mezz’ali, di cui una più tecnica e l’altra con maggiore predisposizione all’inserimento, e su due esterni a tutta fascia, uno dei quali più difensivo, definiamolo un terzino prestato al centrocampo, e l’altro più offensivo, ossia un ala in grado di saltare con facilità l’uomo e crossare palloni invitanti per le due punte. Nello specifico De Rossi o Verratti, a seconda se si considera prioritario l’avere protezione e fisicità oppure geometrie ed agilità in mediana, Bonaventura, Parolo, De Sciglio e Candreva. In attacco, l’allenatore ligure opta solitamente per una punta fisica accompagnata da un secondo attaccante più leggero, in grado sia di girargli attorno, sfruttando così le sue sponde, che, allo stesso tempo, di dialogare con lui. Gli identikit di queste due figure, non possono che essere quelle della coppia che così bene ha fatto negli ultimi Campionati Europei: Pellè-Eder.
I Contro: i due principali lati negativi che accompagnano questa scelta tecnica, rispettivamente a livello di modulo e di allenatore, sono lo spazio quasi completamente tolto ai trequartisti ed agli esterni offensivi di talento del nostro calcio e l’essere un allenatore di campo da parte di Ventura, il quale ha bisogno, al fine di inculcare bene nella testa dei propri ragazzi tutti i punti cardine del proprio credo calcistico, di tempo e lavoro. A questo proposito, faranno molta fatica a ritagliarsi il loro spazio i vari Insigne, Berardi, El Shaarawy e Bernardeschi, cosa che il calcio nostrano potenzialmente può, ma non credo in realtà possa permettersi. Riguardo il secondo punto, la squadra può essere in parte aiutata dal fatto che il modulo base è lo stesso, tuttavia i principi di base sono discretamente diversi. Infatti, se con l’allenatore leccese si tendeva ad aspettare ed, una volta recuperata la sfera, a verticalizzare più velocemente possibile, adesso si prova a fare la partita, privilegiando il possesso palla e quindi una transizione più lenta ed orizzontale.
Prima Amichevole: nel match inaugurale del nuovo mister sulla panchina azzurra, complice anche una condizione fisica non ottimale, non si è vista una bella Italia. Pur essendo stata una sconfitta in una gara non ufficiale, peraltro contro i vice campioni d’Europa della Francia, e segnata da tre errori individuali evitabilissimi, due portano la firma di Chiellini ed uno del giovanissimo ed esordiente portiere Donnarumma, la prestazione della squadra non è stata assolutamente del livello sperato. Su tutti, i seguenti due elementi sono emersi: la mancanza di qualità e di dinamismo. Non a caso, in una delle rarissime occasioni in cui queste due doti sono emerse in modo lampante, è arrivato il gol dell’Italia: ottimo lavoro in mezzo al campo di Bonaventura, che con un preciso pallone serve in fascia destra Eder, il quale con un accelerazione fulminea supera l’avversario diretto e crossa rasoterra con precisione al centro per Pellè, stop, girata, portiere preso in controtempo e gol. Tuttavia, meritano una sottolineatura particolare alcune giocate interessanti, tra le quali: il cambio di gioco sul lato debole, teso a favorire l’uno contro uno di Candreva, e l’estrema facilità con la quale i due attaccanti si trovavano, scambi e veli in serie, riuscendo, seppur a sprazzi, a rendere armonico e piacevole il gioco della squadra.
Rome wasn’t built in a day: prendendo in prestito il titolo di una canzone dei Morcheeba, che esprime l’importanza del lavoro e del tempo al fine di costruire qualcosa di stabile e di livello, Giampiero Ventura riuscirà sicuramente a costruire una Nazionale all’altezza, che possa trasportare nel rettangolo verde i pensieri di alta filosofia calcistica che il tecnico genovese indubbiamente possiede. Tempo al tempo…..
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