Il futuro delle camere di commercio, Confcommercio Sicilia: “Chiediamo che il sistema rimanga così com’è”

Dopo l’incontro promosso, nei giorni scorsi, dall’assessorato regionale delle Attività produttive sulla riorganizzazione del sistema camerale nell’isola, e alla luce del verbale definitivo stilato ieri e in cui sono state ufficializzate le varie posizioni, Confcommercio Sicilia prende atto che tutti i rappresentanti delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali che hanno partecipato, nonché i presidenti della Camcom tuttora operativi, hanno espresso il proprio dissenso in relazione agli effetti che scaturiranno dall’attuazione della legge 23 luglio 2021, n. 106, articolo 54-ter.


“L’orientamento da parte del mondo produttivo e lavorativo siciliano è unanime – sottolinea il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti – e, a differenza di quanto era stato ventilato nei giorni scorsi, tutti hanno chiarito all’assessore Mimmo Turano quali possono essere i presupposti per addivenire all’abrogazione della norma, evidenziando le difficoltà che attraversano le attuali Camere di commercio.

Unioncamere, la cui posizione, espressa dal presidente Pino Pace, era stata, non si capisce bene il perché, contestata da alcune associazioni di categoria e che, però, sono state smentite dalle affermazioni rese nell’incontro di cui stiamo parlando, ha presentato un documento in cui si sostiene che la legge potrebbe essere impugnata dinanzi alla Corte costituzionale per una questione di legittimità, dal momento che si presenterebbe irragionevole per disuguaglianza di trattamento delle Regioni.

Inoltre, la norma sarebbe irragionevole dal momento in cui l’accorpamento previsto non sembrerebbe soddisfare indicatori di efficienza ed equilibrio economico. Questo significa, tra l’altro, che, in vista della nomina dei commissari ad acta, il presidente della Regione, informato della violazione dei suddetti principi provocati dalla riorganizzazione disposta dalla legge in questione, dovrebbe astenersi dal dare l’intesa al ministro. Ci ritroviamo, insomma, in un cul-de-sac rispetto a cui è opportuno, ed è questa la richiesta che come Confcommercio Sicilia abbiamo inoltrato, che rimanga l’attuale sistema camerale e che per una eventuale quinta Camera occorra valutare la sostenibilità finanziaria”.

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