IL FORMAGGIO “SICILIANO DI BEJA” CONQUISTA IL PRIMATO IN TUNISIA

Noto, 26 Luglio2016.Il primo prodotto tunisino di origine animale ad ottenere una certificazione: il formaggio “Siciliano di Béja”.

Gli aspetti dell’ammodernamento delle tecniche di produzione e della certificazione sono state studiate e sviluppate nell’ambito del progetto di cooperazione transfrontaliera, “Italia-Tunisia” 2007-2013, Hi.L.F.Trad. (Hilâl siculo – tunisino della Filiera lattiero – casearia tradizionale attraverso le nuove tecnologie) i cui risultati scientifici sono stati presentati venerdì scorso nella sala “Gagliardi” di palazzo Trigona a Noto.

All’evento hanno partecipato i rappresentanti del corposo partenariato che ha dato vita al progetto Hi.L.F.Trad: il CoRFiLaC (IT) in qualità di capofila e i partner, GAL Eloro (IT), I.N.A.T. – Institut National Agronomique de Tunisie (TN), D.G.P.A. – Direction Générale Production Agricole (TN) e G.D.A.S.S. de Béja (TN) – Groupement de Développement Agricole de BéjaSicilo Sarde, ha realizzato una serie di azioni per lo sviluppo del settore dei formaggi tradizionali utilizzando nuove tecnologie, nuovi sistemi di elaborazione dati e una rete di ricerca applicata.

Sono intervenuti Barbara Sarnari, dell’Autorità di Gestione Comune del Programma Italia Tunisia 2007 – 2013, AntoninoArmeri, Vicepresidente del GAL Eloro, Sergio Campanella, Direttore del GAL Eloro e Coordinatore locale di progetto; per il CoRFiLaC, il Consorzio per la Ricerca sulla Filiera Lattiero Casearia, Stefania Carpino, Dirigente di Ricerca del CoRFiLaC e Responsabile generale del progetto;HafedhKhlif, direttore della Cooperazione Internazionale al Ministero tunisino dell’Agricoltura, delle Risorse Idriche e della Pesca, per l’INAT, Istituto Agronomico di Tunisia, Mohamed ElyesHamza, direttore generale, TahaNajar, Coordinatore locale di progetto e Chokri Damergi, Coordinatore Tecnico; Haikel Hechlef, Coordinatore locale di progetto, per la DGPA, Direzione Generale della Produzione Agricola;Zied Ben Youssef, Coordinatore locale di progetto, per il GDASS Béja, Gruppo di Sviluppo Agricolo di Beja, Rim Ben Younes, esperto esterno per il CoRFiLaC e Catia Pasta, Responsabile Marketing del CoRFiLaC.

«Un progetto – ha dichiarato Barbara Sarnari – che ha raggiunto importanti risultati soprattutto in Tunisia. L’aspetto da evidenziare è che molti stimoli di cooperazione transfrontaliera futura si sono sviluppati grazie aHi.L.F.Trad. che ha avuto tra gli elementi essenziali la collaborazionetra il territorio ed il mondo della ricerca».

«Hi.L.F.Trad. – ha aggiunto Antonio Armeri, vicepresidente del GAL Eloro – è servito non solo a sviluppare conoscenze tecniche e scientifiche ma anche a favorire lo scambio culturale».

«Seppur con grandi sforzi – ha dichiarato NajetBoughanmiEpNsaibia, direttrice generale di cooperazione agricola del ministero dell’Agricoltura tunisino -, la Tunisia ha definito gli obiettivi legati alla tracciabilità e all’etichettatura. Hi.L.F.Trad. può essere considerato un modello di partenariato per il trasferimento delle conoscenze, nell’ambito della filiera lattiero casearia, perseguendo il rafforzamento della qualità dei prodotti. Il settore agricolo tunisino deve affrontare altre e più grandi sfide: l’apertura verso il mercato estero».

TahaNajar, Chokri Damergi e Haikel Hechlef hanno parlato della stesura del disciplinare grazie alla caratterizzazione del formaggio Siciliano di Beja, ottenuta con i risultati del progetto, mentre Sergio Campanella e Catia Pasta, responsabile marketing CoRFiLaC, hanno parlato del lavoro svolto da GAL Eloro e Corfilac, che ha puntato a sviluppare l’offerta di prodotti lattiero – caseari di alta qualità, tracciabilità e sicurezza alimentare, monitorando le tecniche di produzione e con un marketing capace di guidare e rafforzare la diversificazione e la vendita nei mercati nazionali.

«Una sfida di grande portata – ha dichiarato Najar – che ha associato nuove tecnologie ad antiche tradizioni produttive. Il successo è stato decretato dalla scelta dei partner che hanno portato a compimento le attività del progetto che non si conclude oggi; Le tecnologie e le conoscenze acquisite dai tecnici e dagli allevatori tunisini serviranno a programmare il futuro. Inoltre, l’elaborazione del disciplinare costituisce un contributo importante per la potenziale certificazione di altri prodotti di origine animale».

«Un ottimo lavoro – ha sottolineato Zied Ben Youssef – in cui non speravo. È l’inizio di altre collaborazioni e, adesso, sono certo che aumenterà il coinvolgimento degli allevatori perché lo sviluppo del territorio di Béja passa da qui».

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