IL “DRAMMA SACRO E DELLA RESURECTIO”

Il Dramma Sacro, e da qualche anno anche la Resurrectio, scandendo i tempi dei riti e delle celebrazioni pasquali, a partire dalla Passione del Venerdì Santo sino alla Domenica di Resurrezione, caratterizzano e identificano fortemente le tradizioni della Pasqua dei vittoriesi. Un’unicità che, nel 2007, ha consentito al Dramma Sacro di diventare Eredità Immateriale della Regione Siciliana, con tutela dell’Unesco.  Secondo Massimo Leggio la “Sacra Rappresentazione è oggi più che mai un’indispensabile occasione di liturgia e di riflessione sul tema dell’uomo, della ricerca dell’identità e del rapporto con Dio”. Le manifestazioni sono distribuite lungo l’arco di una intera giornata di “Passione”, intessuta di fatti processionali, rituali, religiosi, su una cerimonialità che si sviluppa all’interno e all’esterno dei luoghi di culto, e che sintetizza motivi e valori devozionali, fideistici, etnologici. I luoghi deputati, sui quali la giornata del venerdì santo si articola, vanno dalla Basilica San Giovanni Battista fino a una zona urbana raffigurativa del “Golgota”, quasi periferica, attorno a Piazza Sei Martiri, un tempo fuori cinta urbana; meglio nota, anche per la presenza di questa manifestazione, come Piazza Calvario o anche Piano della Croce. Il “Dramma Sacro” (che conclude la giornata devozionale) è azione scenica su luogo “fisso”, con apparato scenografico costruito su una tridimensionalità dilatata e monumentale.

Ha la durata di oltre un’ora e costituisce l’epilogo delle manifestazioni. Ha la sua radice rappresentativa in una situazione processionale che prende avvio la tarda mattina del Venerdì Santo dalla Basilica della città. Verso mezzogiorno il nucleo processionale giunge in piazza Calvario dove staziona nelle ore pomeridiane, per sciogliersi la sera dopo la rappresentazione del “Dramma…” e il ritorno alla Basilica. Elemento di centralità figurativa tanto della processione quanto della rappresentazione è un’antica e preziosa statua del Cristo morto che, all’interno di un’urna-cataletto, in corteo animato di simbologie rituali, viene condotta al “Calvario” e inchiodata alla croce presso un tempietto neoclassico, ivi esistente. In quella piazza la statua è lasciata alla visita devozionale dei fedeli e dei turisti; la sera, nel corso della rappresentazione scenica, è deposta dalla croce, ricollocata nell’urna e riportata al sito originario. Non c’è interruzione ma continuità fra il momento processionale mattutino di andata, il pellegrinaggio pomeridiano dei fedeli presso il Golgota, il significativo intercalare della rappresentazione serale in P.zza Calvario, e la processione conclusiva di ritorno. Fra le manifestazioni di quel Venerdì il “Dramma Sacro” è l’elemento di più intenso spessore rappresentativo. Rivive ogni anno nel territorio ibleo, ininterrottamente da circa tre secoli, e nella sua evoluzione lungo gli anni è possibile reperire tracce della condizione e della storia delle comunità locali. Controluce custodisce segmenti di vita del popolo siciliano, nell’Ottocento e nel secolo scorso. E’ conosciuta in ambienti italiani e da studiosi, molti dei quali hanno parlato di essa in epoche e tempi diversi.

 

 

 

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