È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL CONSENSO SI ACQUISTA O SI CONQUISTA?
25 Mag 2011 06:57
Quanto costa il consenso? In un sistema democratico una domanda del genere non dovrebbe nemmeno essere posta. Ma in Italia si sa, il consenso generalmente si acquista. Si tratta di un acquisto più o meno diretto, e quindi più o meno subdolo, ma la sostanza rimane la stessa.
In primo luogo in Italia vigono logiche mafiose e clientelari per le quali i voti si comprano tramite promesse, favori o pochi centesimi nelle zone più povere e disilluse.
Il consenso infatti non si compra solo a porte chiuse, a Montecitorio dove membri di una casta corrotta passano da uno schieramento all’altro non certo in seguito a conversioni sulla via di Damasco, ma anche e soprattutto attraverso il più becero populismo la cui efficacia viene potenziata tramite la diffusione capillare dei media. Dai palazzi del potere alle regioni più povere del Paese, i modi per comprare il consenso sono molti e per ogni target l’offerta cambia pur rimanendo allettante ed efficace. Spesso l’offerta è lanciata persino pubblicamente e con enfasi come la promessa di togliere le tasse se voti dalla “parte giusta” per arrivare al triste spettacolo cui assistiamo in questi giorni: spot elettorali lanciati dai telegiornali in luogo dell’informazione.
La severità delle sanzioni emesse proprio oggi dall’Agcom nei confronti dei tg mediaset e rai sono conferma delle infrazioni commesse.
Nel Bel Paese poi, secondo alcune recenti statistiche, il ceto medio si assottiglia sempre di più ed al di là della tenuta dei conti, di cui Tremonti da notizia in questi giorni, i cittadini italiani si sentono di fatto sempre più poveri e certamente un popolo più povero e precario diventa un popolo sempre più ricattabile.
Ma c’è un limite? Esiste una tenuta del sistema democratico? Questa democrazia ha gli anticorpi per non morire sotto i colpi del populismo mediatico e dell’acquisto sistematico del consenso?
I risultati elettorali del 16 maggio fanno ben sperare. Forse il cedimento democratico del Paese, ed è questa l’interpretazione di molti giornalisti e intellettuali apparsa sui giornali in questo periodo di attesa, non si è ancora verificato. La logica dell’acquisto del consenso potrebbe aver stancato gli italiani, forse si è forse superato un limite. Quel limite che molti politici impegnati nelle campagne elettorali hanno oltrepassato.
Basti pensare che persino nella ricca Milano l’ultima uscita elettorale del sindaco Moratti è stata degna del più becero populismo: la promessa di abbonare le multe.
Come risponderà la capitale del Nord all’ultimo ricatto elettorale?
Di certo i segnali di stanchezza e i fenomeni di controtendenza non mancano.
Intanto nelle amministrative di Bologna il movimento 5 stelle, unico partito a non aver utilizzato i rimborsi statali previsti per la campagna elettorale, con una campagna costata solo 4 mila euro ha portato ben tre giovani consiglieri al Comune.
Segnali di cambiamento? Speriamo che i risultati di Napoli e Milano confermino il cambiamento d’aria.
© Riproduzione riservata