Il commissario Dispenza non dispensa più querele, anzi propone la remissione per giornalisti e cittadini

La triade di commissari straordinari che governò per circa 3 anni la città di Vittoria, all’epoca sciolta per mafia, ha cambiato radicalmente idea sulle querele. Dopo aver presentato decine e decine di querele anche nei confronti di semplici cittadini accusati di aver commentato sui social in modo assai critico o di aver condiviso qualche post “scomodo”, i tre commissari hanno deciso di iniziare con una serie di remissioni di querele con l’obiettivo di evitare il proseguimento di contenziosi e possibile esiti negativi a proprio carico.

Adesso Dispenza e gli altri due componenti della commissione prefettizia sembrano dunque aver cambiato idea, revocando le querele. Si chiude con una remissione di querela il procedimento a carico del sindaco di Vittoria Francesco Aiello e dell’assessore Cesare Campailla accusati di diffamazione. La vicenda processuale prese le mosse da una denuncia dei commissari straordinari del Comune Filippo Dispenza, Giovanna Termini e Gaetano D’Erba che denunciarono i due amministratori (che all’epoca dei fatti non ricoprivano però alcuna carica pubblica) per diffamazione, rei – a loro parere – di aver diffuso, attraverso le loro pagine social, un post e un articolo del giornalista Angelo Di Natale.  Insieme a Campailla e Aiello vennero denunciati anche lo stesso Di Natale, l’editore del giornale “I Siciliani Giovani” Riccardo Orioles, un avvocato, Salvatore Messina e il direttore della SSR Ragusa,  Fabio Ferreri.

 “Sto valutando se accettare o meno, ma sono orientato ad accettare – spiega il sindaco Francesco Aiello – non per benevolenza nei confronti degli ex commissari, ma per dare un contributo alla eliminazione dei procedimenti penali, di cui i magistrati sono oberati anche grazie agli ex commissari, che nel corso del triennio hanno notevolmente concorso a moltiplicarli presentando la media di una decina di querele l’anno, che non hanno prodotto alcun risultato per loro, visto che parecchie sono state anzitempo archiviate, mentre i processi già conclusi hanno partorito solo assoluzioni sia per me che per altri querelati”.

Aiello non rinuncia però all’”eventuale procedimento civile per risarcimento danni. Darò delega al mio legale di accettare le remissioni di querela, ma con le spese processuali anticipate dallo Stato a loro carico”. Aiello chiede inoltre che i commissari chiedano scusa ai querelati e alla città. È quanto è stato chiesto ieri in aula dal giornalista Angelo DI natale, anch’egli orientato ad accettare la remissione di querela purchè arrivino le scuse pubbliche dei tre componenti la commissione prefettizia. Aiello è rappresentato in giudizio dall’avvocato Giuseppe Russotto.

Identica la posizione di cesare Campailla, difeso dall’avvocato Sergio Arezzo: “Sono orientato ad accettare tale remissione – afferma – anche su suggerimento del mio avvocato, per senso di responsabilità istituzionale e civile, considerato che durante i 39 mesi di commissariamento, le querele presentate, sono state decine e decine, gravando inutilmente sulla magistratura”. Anche Campailla non rinuncia al procedimento in sede civile “per il risarcimento dei danni morali e materiali subiti. L’accettazione avverrà pertanto, chiedendo che le spese processuali anticipate dallo Stato restino a carico di chi ha promosso le azioni giudiziarie”.

In aula – come detto – era presente il giornalista Angelo Di Natale. Di Natale chiesto che i tre commissari domandino “scusa, pubblicamente e con affermazioni serie, coerenti, convincenti, non a me (io non ne ho bisogno), ma ai titolari del bene violato, i cittadini titolari del diritto alla verità. Chieda scusa a loro per avere aggredito un loro bene prezioso. In secondo luogo rifonda le casse del Comune di Vittoria di tutte le spese che egli – senza alcuna utilità – ha messo a carico del bilancio dell’ente con un numero altissimo di querele che hanno comportato costi enormi a vario titolo: spese di procedimento, parcelle legali, impiego di funzionari e dirigenti impegnati in quest’opera maniacale, assurda, dannosa per l’istituzione rappresentata e per la comunità amministrata, inoltre gravissima per le ragioni esposte in quanto eversiva di un principio costituzionale che è la base di tutti gli altri diritti individuali e collettivi”.

In precedenza, altri procedimenti a carico di Di Natale e di altri esponenti politici si sono chiusi con un’assoluzione.

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