IL COMITATO DI COORDINAMENTO EURO – MEDITERRANEO SI INCONTRA DOMANI ALL’EMAIA

Fra i diversi soggetti che si preoccupano degli effetti collegati alla creazione dell’area di libero scambio euromediterraneo e quindi alla liberalizzazione commerciale delle produzioni europee c’è, appunto, l’Areflh, che ha costituito nel 2006 un proprio “Comitato di coordinamento euro mediterraneo”. Per definire gli ultimi dettagli, Luciano Trentini, vicepresidente di Areflh, organismo che raggruppa 28 regioni europee,  incontrerà i vertici di Emaia nella mattinata di mercoledì 28 aprile. At termine del briefing tecnico, alle ore 12, è prevista una conferenza stampa  “Stiamo lavorando alacremente per non lasciare nulla al caso – dichiara il presidente di Fiera Emaia, l’avvocato Salvatore Di Falco – e per fare in modo che da Agrem 2010 tutta la fascia trasformata possa trarne benefici immediati”.“Il mercato europeo è quello che importa il maggior quantitativo di ortofrutta in assoluto e l’apertura dei mercati preoccupa i produttori europei che si sentono minacciati dall’arrivo di merci dai paesi emergenti – spiega Trentini -. Un monitoraggio delle produzioni e del mercato in Europa è d’obbligo per organizzare la produzione europea. Un mancato controllo delle produzioni potrebbe infatti comportare rischi per le produzioni europee e tra i rischi, pure quello della caduta dei prezzi. Il sistema produttivo europeo dovrà continuare a sviluppare politiche di differenziazione tese a ridurre i possibili impatti negativi e insistere su ammodernamento, aggregazione, programmazione e concentrazione. Grazie al comitato euro mediterraneo – spiega ancora il vicepresidente di Areflh -, i rappresentanti dei paesi europei di riferimento per le regioni che fanno parte di Areflh (Francia, Italia, Portogallo e Spagna) e i paesi partner mediterranei possono confrontarsi sulle problematiche comuni relative alla produzione di ortofrutta, ai disciplinari di produzione adottati, alla sicurezza alimentare. In particolare il 20 maggio a Vittoria, si affronteranno tutti questi aspetti, senza trascurare opportunità e rischi dell’integrazione commerciale, relativi a Pomodoro, Fragola e Melone”.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it