IL CAPITALISMO: UNA GUERRA BIANCA SENZA MORTI

Riceviamo e pubblichiamo la nota di una nostra lettrice che ha voluto brevemente analizzare in modo duro ma estremamente lucido la pesante crisi economica che sta attraversando il mondo intero, con particolare riferimento all’Italia.

«L’economia ci sta lentamente eliminando e affamando, ed intanto la politica non ci protegge, anzi, rinuncia al suo ruolo di interlocutore per divenire esattamente come colui che ci deruba quotidianamente. Dopo la Grecia, la peggior classe politica al governo che ha usurpato di tutto e di più ce l’ha avuta l’Italia. L’ultima trovata di questa “crisi economica inventata a tavolino” è quella di cancellare dalla costituzione l’articolo 41 che “difende gli operai e consente ai sindacati di esistere”.

Eliminarlo significa che una ditta e quindi un padrone può licenziarti senza giusta causa e il sindacato non può in modo costituzionale intervenire in difesa degli operai. Farci trattare da schiavi, secondo loro, porterebbe le imprese estere ad investire nel nostro paese.

Né Tremonti e né tanto meno Berlusconi hanno intenzione di cercare soluzioni al problema perché andrebbero a pestare i piedi a qualcuno che gli porta voti e che li ha voluti al governo dopo le stragi di Falcone e Borsellino. Se non si affrontano questi punti che salvaguardano le vere ricchezze del paese a cominciare dagli evasori fiscali, è evidente che si continua a togliere sempre alle stesse persone.

Quella del capitalismo è una guerra bianca senza morti perché la sua strategia è quella di eliminarci economicamente in modo tale da non avere nessun peso sulla coscienza.

Ogni anno in Italia abbiamo 120 miliardi di evasione fiscale a cui dobbiamo ancora aggiungere altri 60 miliardi di corruzione, 350 miliardi di economia sommersa e 500 miliardi nascosti dai proprietari italiani nei paradisi fiscali. Se però calcoliamo solo i 120 miliardi più i 60 che fanno 180 miliardi, in dieci anni sarebbero 1800 miliardi, su per giù come il debito pubblico che quindi in soli dieci anni si potrebbe azzerare.

Ed invece il debito pubblico si incrementa e la corruzione degli anni ottanta è l’unica cosa che cresce a differenza del PIL. Oggi un neonato deve 32 mila euro non appena viene messo al mondo.

Una delle tante soluzioni proposte da Tremonti è stata lo scudo fiscale, ossia una truffa mostruosa per far tornare capitali svaniti all’estero e puliti illegalmente. Lo stato ha guadagnato solo 5 miliardi di euro, vigilando su quei capitali, mentre con le giuste tasse, ne avrebbe incassati 45 di miliardi.

Ci sarebbe poi da fare i conti su come e chi realmente si è mangiato la spesa pubblica. A giudicare dalle statistiche un operaio a posto fisso costa meno di uno appaltato attraverso ditte esterne. Ma le ditte esterne danno mazzette ai dirigenti politici piazzati in tutte le USL e anche ad altre strutture.

Aggiungiamo ancora la fuga dei cervelli dal nostro paese: ogni ricercatore espatriato ha portato via un valore non solo intellettuale ma soprattutto commerciale legato ai brevetti e ai prodotti che inventa e scopre. LA Germania infatti, che ora manovra le crisi con i suoi “bond” ha stanziato per la ricerca 12 miliardi di euro, mentre l’Italia spinge ogni giorno i suoi giovani ad emigrare. Il costo poi della criminalità organizzata è di circa 100 miliardi annui e una cinquantina li fattura soltanto la ndrangheta che in pratica oggi è una delle primissime imprese italiane di alto fatturato. Mettiamoci poi anche una decina di miliardi annui per quanto riguarda la contraffazione dei prodotti, che vanno dagli abiti ai farmaci ai pezzi d’automobile e cibi, tutti in nero e che prima o poi qualcuno dovrebbe tassare se non proprio vietare. Non sono i cinesi a contraffare i prodotti, ma tanta tanta criminalità organizzata italiana.

Mentre gli operai hanno perso 10 punti nelle loro buste paghe, manager banchieri rendite finanziere eccetera hanno aumentato i loro capitali otto volte tanto.

Intanto i tg e i quotidiani continuano a sommergerci di cronaca nera per farci votare a destra quando la vera cronaca nera è fatta invece queste notizie economiche. Basterebbe una Banca di Stato e più regole nei mercati, le stesse che Tremonti scrive nei libri e non applica mai, per far collassare questo sistema di imbrogli che certo nelle tasche degli italiani non porta assolutamente nulla. Snocciolare queste informazioni, fa comprendere che in questa finanziaria non si vuol risolvere nulla, anzi si intende colpire sempre gli stessi, operai e impiegati che hanno versato da sempre le loro tasse regolarmente.

Fino quando c’e’ da mangiare si ha l’illusione che tutto vada bene, figuriamoci scendere in piazza per le nuove generazioni e ampliare il proprio perimetro quotidiano».

Forse siamo peggio di loro perché davvero non sappiamo far valere i nostri diritti e la nostra dignità.

 

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