IL BLOCCO DEI SERVIZI DI PROTOCOLLO A MODICA

 Il due marzo del c.a. ho interrogato il sindaco di Modica sulle cause del guasto al sistema informatico comunale, da cui è derivato il blocco dei servizi di protocollo a partire dal 12 febbraio e l’impossibilità di accedere a tutte le registrazioni effettuate tra il 2004 e il 2015. Detto altrimenti, a far data dal 12 febbraio nessun dato, nota o documento, risultava registrato al protocollo. Ora, scontato che un guasto può capitare a tutti, è da domandarsi e la domanda l’ho girata al sindaco, come mai in un sistema importante come quello di un Comune di 55.000 abitanti non esiste una copia di backup. Per chi non fosse avvezzo alla terminologia inglese, come me, per copia di backup si intende una copia di riserva dei dati che via via si vanno registrando, in modo che ove se ne dovesse cancellare la memoria, si potrebbe disporre dell’altra, senza il rischio di perdere il lavoro di registrazione effettuato e, nel caso specifico, senza rischiare che si blocchino i lavori dell’intera macchina comunale. Non ho ancora avuto risposta, ma il 3 marzo ho appreso, attraverso il Giornale di Sicilia, che il sindaco ha comunicato la chiusura del guasto, il ripristino del funzionamento della macchina comunale e il recupero di quasi tutti i dati perduti. La bella notizia ha fatto piacere e ha portato un po’ di sollievo. Almeno, mi sono detta, qualcosa comincia a funzionare. Sbagliavo, però, perché a star lontani dal Comune sembra che tutto funzioni, ma a frequentarlo quotidianamente si è costretti a constatare che le cose non sono come si dipingono. Nessun dato, infatti, parlo dei dati perduti, è stato recuperato. Per chi non capisse la portata del danno costituito dalla perdita della memoria è sufficiente pensare che i cittadini hanno pagato numerose unità di personale per dieci anni, dal 2004 al 2014, per registrare dati e costituire un’ampia banca dati la quale, in un fiat, è andata perduta. Ciò rende impossibile risalire ad un documento e impedisce il rilascio di una certificazione visti gli atti di ufficio.

E dire che il sindaco ha avuto il coraggio di parlare, dalle colonne de «La Sicilia» del 27 marzo u.s. di un «Piano di Informatizzazione delle Procedure on line» che comprenderebbe, tra le novità, l’introduzione del protocollo informatico (di cui lamentiamo il funzionamento) e l’adozione, attraverso una convenzione col Comune di Padova, di un software per la gestione dei flussi documentali in entrata e in uscita con notevole risparmio di carta. Capisco che la legge va rispettata e che è obbligo delle amministrazioni dotarsi di un piano di informatizzazione per una maggiore trasparenza dell’attività amministrativa, ma con la gestione odierna non solo non esiste la trasparenza ma si rischia di cancellare anni di lavoro e di storia dell’ente comunale.

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