È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
IL 25 APRILE
24 Apr 2011 19:56
Oggi ricorre il 66° anniversario della liberazione dell’Italia dal regime fascista. E’ un anniversario importante per la società civile perché ricorda il discrimine fra un regime autoritario e antidemocratico e una conquista di libertà e di democrazia che dovremmo saper difendere e mantenere viva ogni giorno. Perché questo è il problema: la libertà e la democrazia, una volta conquistate, non si hanno per sempre se non si difendono e non si alimentano giorno per giorno. Non servono le feste o le cerimonie formali, serve innanzitutto la coscienza e la cultura della democrazia e, poi, il coraggio di lottare ogni giorno anche nelle piccole cose.
Oggi noi viviamo in democrazia, ma la nostra è una democrazia ferita (basti pensare al modo in cui vengono designati i componenti del parlamento); e continui sono gli attacchi alla Costituzione, tesi non a migliorarla o a renderla più attuale ai tempi, ma a stravolgerla.
Una democrazia autentica è fatta anzitutto di libertà. Ma libertà non significa poter dire quello che si vuole, tanto questo non importa a nessuno. Libertà significa anche giustizia sociale e possibilità di ognuno di avere le stesse possibilità degli altri nella propria vita: potere studiare, potere realizzarsi, poter lavorare. Non c’è libertà se non ci sono le stesse possibilità sociali per tutti, così come non c’è uguaglianza sociale se non c’è la libertà formale.
Una democrazia è fatta di uguaglianza: tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge, anche i potenti, e le leggi valgono allo stesso modo per tutti. E la cosa più grave non è tanto il fatto che qualcuno cerchi di diventare meno uguale degli altri, quanto che la coscienza di questo principio si stia affievolendo tra i cittadini!
La democrazia si difende se c’è nei cittadini la coscienza del problema. Ma perché ci sia la coscienza è necessario che ci sia una buona educazione “civica”. E la buona educazione civica la può dare solo una buona scuola pubblica. Una democrazia si può svuotare senza cambiare le leggi semplicemente facendo venir meno i finanziamenti alla scuola pubblica: si aumenta il numero degli studenti per classe, impedendo agli insegnanti di seguire gli alunni seriamente; non si finanzia la formazione degli insegnanti e si mortificano le loro remunerazioni, dequalificandoli socialmente e moralmente; si finanzia di contro la scuola privata che veicola più facilmente insegnamenti di parte; si riempie, infine, il vuoto culturale con i messaggi televisivi delle trasmissioni di intrattenimento e il gioco è fatto: abbiamo creato una popolazione senza coscienza pronta a delegare la gestione della società all’ “unto dal Signore”!
La democrazia è fatta di diritti e doveri e non di amicizie o parentele. La società democratica garantisce a tutti l’esercizio dei propri diritti e li riconosce secondo i meriti; e pretende da tutti l’adempimento dei propri doveri. Una società ingiusta riconosce invece le amicizie, le parentele, le clientele: basta pensare che la massima espressione di una società del genere è la mafia, un’organizzazione fondata sul riconoscimento di una “affiliazione”. Ricordiamocene ogni volta che andremo a votare e scegliamo il candidato che ci garantisce di più una società più democratica.
Infine, considerato che quest’anno la ricorrenza del 25 aprile coincide con le festività della Pasqua, l’augurio che posso fare a tutti noi è che la Risurrezione comprenda anche la risurrezione dello spirito democratico.
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